Un altro grande della fotografia del Novecento se ne è andato. Lunedì 9 settembre, a pochi giorni dalla scomparsa di Peter Lindbergh, il fotografo delle top model, è morto a Inverness, in Canada, Robert Frank. Aveva 94 anni ed era considerato uno dei più grandi fotografi del XX secolo.
La notizia è stata data dal New York Times e confermata dalla galleria Pace-MacGill Gallery di Manhattan a New York, che lo rappresentava.
Grande interprete della fotografia documentaria e impegnato quindi a riprodurre oggettivamente la società attraverso le immagini della realtà quotidiana, Frank era diventato celebre con i ritratti contenuti nel volume del 1958 ‘The Americans’, scatti in bianco e nero realizzati durante i suoi viaggi negli Usa. Lo stile di quel lavoro influenzò le generazioni successive di fotografi.
Era nato a Zurigo, in Svizzera, nel 1924. Iniziò a occuparsi di fotografia da giovane, collaborando con diversi fotografi svizzeri ma a 23 anni si trasferì negli Stati Uniti, lamentandosi dell’ambiente chiuso e poco stimolante della Svizzera di quegli anni.
Spiega il New York Times che i suoi scatti di individui solitari, gruppi sociali e attimi di vita quotidiana “erano cinematografici, immediati, fuori dal comune e sgranati, come le prime trasmissioni televisive del periodo”. Lo stesso quotidiano newyorkese lo definì “il più influente fotografo in vita” e oggi è considerato uno dei più importanti fotografi del Novecento. Il critico Janet Malcolm lo definì il “Manet della nuova fotografia”.
Negli Stati Uniti, a New York, cominciò a collaborare come fotografo per diverse riviste, facendosi conoscere ed entrando in contatto con i giri di artisti e intellettuali newyorkesi. A metà degli anni Cinquanta ottenne un finanziamento da parte della Fondazione Guggenheim per viaggiare e fotografare gli Stati Uniti. Partì con una Ford Business Coupe, due macchine fotografiche e centinaia di rullini in bianco e nero; dopo aver percorso migliaia di chilometri in tutti gli Stati Uniti, raccolse 83 delle quasi 30.000 foto che aveva scattato per The Americans. Il libro fu pubblicato prima in Francia, nel 1958, con il titolo Les Americains e con saggi ad accompagnare le foto di Frank. Solo l’anno successivo il libro fu pubblicato negli Stati Uniti, nella famosa edizione con prefazione di Jack Kerouac (che due anni prima aveva pubblicato On The Road).
Ma non fu subito apprezzato, all’inizio venne anche duramente criticato per il contenuto delle foto spesso in contraddizione con l’idea positiva che gli americani volevano dare di sé stessi. Il suo stile, a volte sporco e troppo immediato, lo fece diventare poi uno dei più noti e influenti fotografi di quel tempo.
Antesignano della street photography, Frank aveva ripreso scene di vita di ogni tipo. The Americans diventò poi uno dei libri più apprezzati e celebrati della storia della fotografia e del fotogiornalismo, rendendo Robert Frank uno dei più importanti e influenti fotografi della sua generazione.
Alla fine degli anni Cinquanta abbandonò quasi del tutto la fotografia per dedicarsi al cinema. Il suo primo film, Pull My Daisy, legato ai temi della Beat Generation, fu narrato da Jack Kerouac, che aveva tratto la trama da una sua commedia.
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