NAPOLI – Il 22 marzo scorso si è celebrata la Giornata Mondiale dell’Acqua a Napoli presso la sede della Fondazione Mediterraneo e del Museo della Pace, il MAMT. Presenti Michele Capasso, presidente della Fondazione, e relatori di prestigio internazionale come Ugo Leone ambasciatore dell’ordine di Malta all’UNESCO, il vicedirettore generale UNESCO, Lucio Ubertini, Andras Szollosi Nagy, presidente del Programma idrogeologico internazionale UNESCO e Michela Miletto coordinatore del WWAP. È stato presentato in anteprima il “World Water Development Report 2019”.
Ogni anno si celebra questa giornata per ricordare agli Stati Membri delle Nazioni Unite di rafforzare il loro impegno in attività concrete per la salvaguardia dell’acqua. Il WWDR del 2019 è intitolato “Leaving no one behind” (non lasciare nessuno indietro), e si propone di informare i responsabili politici su come migliorare la gestione delle risorse idriche nel mondo. Più di due milioni di persone vivono in paesi sottoposti a stress idrico. Circa l’80% delle acque di scarico vengono rimesse nell’ambiente senza essere trattate causando patologie in aumento. Non è il cambiamento climatico causa di questo stress, ma di certo le zone umide e quelle aride peggioreranno le loro caratteristiche peculiari. Il 90% dei disastri ambientali hanno a che fare con l’acqua.
Le migrazioni stesse sono causate dall’esaurimento delle risorse naturali, in primis l’acqua, il suo utilizzo eccessivo, il degrado ambientale, gli eventi meteorologici estremi. Ma nonostante l’aumento di questi disastri, il vero problema è l’inadeguatezza dell’acqua potabile e dei servizi igienico-sanitari più dei conflitti, dei disastri e delle inondazioni e siccità. In questi giorni si parla molto di ambiente e cambiamenti climatici, ma in realtà da che è nato l’universo il clima è in continuo cambiamento; più o meno ogni 200 anni si sono succeduti inondazioni anche se questi dati statistici vanno rivisti, considerato l’aumento di eventi ravvicinati. Ogni 40 anni in realtà c’è un aumento delle temperature ed il vero problema non è il clima, fenomeno naturale, ma l’acqua. Dato significativo invece, è l’estremo di due fenomeni opposti e preoccupanti, che vanno dalle inondazioni in varie parti del globo alla siccità. In entrambe le problematiche il vero problema è sempre l’acqua e la distribuzione idrogeologica nel mondo. L’aumento della popolazione, forti migrazioni dai paesi colpiti dalle siccità, l’inquinamento, la plastica hanno allarmato gli studiosi negli ultimi tempi. Sembra che l’acqua, unica ed indispensabile fonte di vita, si stia ribellando ad una trascuratezza politica nei suoi confronti, una politica orientata a gestire il patrimonio virtuale e nazionale.
L’acqua non conosce confini e nazionalità, ma la sua preoccupante scarsezza è causa di gravi problemi per tutte le popolazioni umane e tensioni tra Stati confinanti. Ovviamente l’accesso all’acqua non è equamente diffuso. Il 70% di acqua serve all’irrigazione dei campi, ma l’acqua è fondamentale in campo sanitario oltre ovviamente alla sopravvivenza dell’uomo. Le prime civiltà si stanziavano giusto attorno a fonti di acqua, i grandi fiumi vie di comunicazione e fertilità, ma spesso gli stessi fiumi possono girarsi a fonte di morte con inondazioni e veri disastri ambientali. Nonostante la tecnologia avanzata oggi ancora non è possibile calcolare quanta pioggia scenderà, né contenerla, l’acqua scorre in modo inesorabile come inesorabile è il tempo per correre ai ripari. Il rapporto mondiale delle Nazioni Unite sullo sviluppo delle risorse idriche del 2019, ha per titolo appunto nessuno sia lasciato indietro, perché questo è il punto: serve una buona governance mondiale che si curi delle aree più povere con accesso limitato all’acqua. Una politica buona è quella che mette al centro i diritti umani, le soluzioni al cambiamento climatico connesso con la risorsa idrica, è attuare azioni specifiche mirate a secondo delle differenze delle necessità scaturite da studi del territorio.
La natura, dalle viscere della terra sembra voler mettere un freno ad una politica dei potenti del mondo che persegue l’avidità e gli egoismi senza tener conto delle conseguenze ambientali. Paradossalmente la soluzione per un’emergenza acqua è proprio ritornare ai diritti umani ad una redistribuzione delle risorse, alle considerazioni verso gli ultimi della terra. Sembrerebbe che l’unico modo per risvegliare le coscienze sia minacciare il rischio di vita su questa martoriata terra: “La terra ha risorse sufficienti per tutti, ma non per l’avidità di tutti!”. Aveva proprio ragione il Mahatma Gandhi
Angela Ristaldo
Nella foto di copertina, un’immagine del convegno
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