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Accordare pianoforti: arte rara e preziosa

di | 2024-09-12T13:14:32+02:00 15-9-2024 1:15|Personaggi, Sezione 4|0 Commenti

MILANO – Accordare un pianoforte è un’arte rara e preziosa che richiede competenza tecnica ma soprattutto orecchio musicale: unisce passione per la musica e amore per il pianoforte, oltre che una forte propensione per il lavoro artigianale e manuale. Il pianoforte è uno strumento molto delicato, che richiede manutenzione e cure costanti per mantenere intatto il suo suono. Umidità, spostamenti, cambi di temperatura sono fattori che incidono sull’accordatura dello strumento e che possono variarne il suono.

Come funziona un pianoforte? In modo piuttosto semplice si può dire che quando si preme ciascun tasto dello strumento questo aziona un martelletto che, a sua volta, percuote una corda che produce un suono. In realtà, il funzionamento della meccanica è molto più complesso, dal momento che sul suono influiscono anche i pedali e altri pezzi. Il compito dell’accordatore di pianoforti è di ripristinare la qualità del suono che aveva in origine lo strumento agendo sulla regolazione dell’intonazione e dell’accordatura, delle parti meccaniche e dei pedali, ma anche dei tasti, che possono essere più o meno duri e sensibili. Accordare un pianoforte non è semplice, innanzitutto perché le corde sono molte e il loro suono è influenzato da tanti fattori, tra cui il posizionamento dello strumento ma anche il fatto che esistono diversi tipi e modelli di pianoforte.

In comune hanno una tastiera con ben 88 tasti (52 bianchi e 36 neri) e centinaia di corde. Per il resto ognuno è un elemento unico a partire già dal legno con cui è stato costruito. I diversi modelli di pianoforte hanno caratteristiche specifiche, come la durezza dei tasti, i pedali, la dimensione della cassa armonica e altri fattori che influenzano il suono. L’intervento di accordatura coinvolge le corde per regolare la frequenza e può essere fatto a orecchio oppure aiutandosi con strumenti meccanici e digitali professionali come il diapason. I “ferri del mestiere”, che vanno a intervenire sulle corde, sono per esempio cacciaviti, martelli e pinze che vanno usati con grande abilità e maestria. Chi accorda pianoforti deve preservare le caratteristiche e la storia di questi strumenti, anche dei più antichi, e in un certo senso anche l’eredità artistica dei compositori mantenendo viva la musica.

Il lavoro di chi accorda pianoforti non è soltanto tecnico ma anche artistico e artigianale. Occorre avere passione e una buona conoscenza delle note musicali. Ci sono persone che sono accordatori eccezionali in quanto hanno una dote particolare che va sotto il nome di “orecchio assoluto” che è una rara capacità di cogliere la nota e la frequenza di un suono senza l’aiuto del diapason oltre ad un’ottima manualità con gli attrezzi del settore e la conoscenza dei materiali di cui è composto il pianoforte. Altra caratteristica che non deve mancare ad un bravo accordatore di pianoforte è la pazienza per soddisfare le esigenze di ciascun pianista senza sottovalutare che molte volte un’accordatura e la messa a punto dello strumento possono durare anche diverse ore. A volte chi accorda il pianoforte è musicista o addirittura pianista. Sicuramente questa è una caratteristica che può aiutare nella professione, perché permette di capire meglio le esigenze e le sonorità desiderate dalla clientela, sebbene non sia una competenza strettamente necessaria.

Appare quindi evidente che il mestiere dell’accordatore di pianoforti non ha bisogno soltanto della teoria ma anche di molta pratica. Accordare pianoforti è un’attività antica e ancora indispensabile per mantenere intatto il suono di uno strumento bello e delicato come il pianoforte. Ma come si diventa accordatore di pianoforti e dove si impara a praticare quest’arte? Per diventare accordatore di pianoforti serve sia la conoscenza teorica che quella pratica, ma la seconda è indubbiamente quella che può fare la differenza. La teoria è importante, ma per un lavoro artigianale come quello dell’accordatura l’aspetto essenziale è la pratica che si fa sul campo. I corsi di formazione prevedono anche una parte pratica, ma per imparare veramente il mestiere può essere utile lavorare a fianco di un accordatore di pianoforti in un laboratorio di riparazione, in un negozio o in un’azienda di produzione di strumenti o magari fare degli stage.

In questo mestiere ciò che non bisogna dimenticare è che ogni pianoforte pur essendo “uno strumento indipendente, con una sua propria personalità” capta la musica che è diffusa nel mondo, a patto che sia passato per le mani di un accordatore provetto. Solo allora potrà emettere un suono limpido, dolce e al tempo stesso pieno di severità e profondità. Il buon accordatore si accosta al pianoforte come a una creatura viva, e quindi unica, ma deve anche tener conto del carattere di chi lo suonerà, non si tratta solo di tecnica ma di arte vera e propria. Pianoforte, pianista e accordatore sono tutt’uno: chi prepara lo strumento cerca “il suono che più mette in risalto l’abilità del pianista”. Raramente si pensa all’abilità dell’accordatore. Del resto anche se è il pianista a ricevere gli applausi e i complimenti, non è tutto merito suo: il merito è principalmente della musica.

Margherita Bonfilio

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