MILANO – Il romanzo di Alessandra Bucci e Antonio D’Amore, “Giallo di seta. Amori e segreti di Villa Adriana”, ha il colore e il sapore del giallo già nel titolo e fin dalle prime pagine s’intuisce e si percepisce la magia del mistero. Le pagine si snodano una dopo l’altra in modo fluido e accattivante conducendo il lettore nei meandri di una vetusta dimora (Villa Adriana, appunto), dove l’antico si fonde con un paesaggio verdeggiante e lussureggiante che affascina e inebria. Sembra di sentire il profumo del legno dei mobili che si mescola a quello di fiori odorosi che sono in giardino. Il protagonista, uno scrittore in convalescenza da una brutta malattia, ritrova nella villa la voglia di vivere e il piacere di tornare a scrivere superando così il blocco dello scrittore che lo aveva colpito nei giorni bui della malattia. In questo luogo misterioso e al contempo pieno di pace Giulio, il protagonista, scopre l’intima gioia di un amore profondo che nasce proprio tra le mura della Villa.
Questa storia d’amore è singolare e affascinante perché coinvolge il protagonista e Adriana, morta cento cinquanta anni prima e rappresentata in un quadro posto all’ingresso. É il suo sguardo magnetico a catturare l’interesse di Giulio che nei primi giorni si dedica a scoprire i luoghi della Villa. É così che si avvicina a quella che sicuramente era la dependance. Con circospezione la visita e accidentalmente inciampa in una mattonella leggermente sopraelevata. La curiosità lo spinge a sollevarla e qui c’è il primo colpo di scena. Sotto la mattonella è nascosta una scatola di latta che contiene una lettera meticolosamente ripiegata scritta su carta fine e inusuale per i tempi attuali. É evidente che nessuno l’abbia mai trovata prima, tanto meno il destinatario.
Con grande emozione Giulio, aprendola, scopre che è una lettera che Adriana ha scritto al suo amante che il protagonista scoprirà essere il pittore del quadro. Parla di un amore appena sfiorato, trattenuto nel petto e nell’anima, sbocciato mentre Adriana era in posa per farsi ritrarre. Una donna sensibile che dopo un matrimonio imposto e senza amore conosce la potenza di un sentimento che la travolge e la sconvolge.
Giulio si appassiona a questa storia e decide che una lettera così bella non può restare inascoltata, così risponde ad Adriana. Inizierà uno scambio epistolare tanto importante e suggestivo da ridare vigore e colore al convalescente scrittore. E il giallo? Sicuramente già questo scambio di lettere ha del mistero e sarà l’inizio di una serie di eventi e colpi di scena che fanno di questo romanzo un giallo di tutto rispetto.
Il finale a sorpresa lascia stupito e, al contempo, malinconico il lettore che con trepidazione ha seguito le vicende che hanno il sapore antico del mistero.
Un libro scritto a quattro mani da una scrittrice e poetessa, Alessandra Bucci, che ben sa cogliere le sfumature dell’animo umano, e dal giornalista e scrittore Antonio D’Amore che con pennellate sapienti definisce i contorni della storia e aggiunge il tocco maschile alla caratterizzazione del protagonista e allo svolgersi degli eventi.
Il libro, pubblicato quest’anno e presentato al Salone internazionale del libro di Torino, è proprio da leggere tutto d’un fiato.
Margherita Bonfilio
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