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A Troina anche gli asini contro la mafia

di | 2019-11-27T14:47:57+01:00 1-12-2019 6:00|Attualità, Sezione 1|0 Commenti

PALERMO– A Troina, comune montano nella zona nord-orientale della Sicilia, quattromila ettari di boschi di proprietà comunale, per decenni in mano alla mafia dei Nebrodi – che prendeva in affitto un ettaro di terreno a pochi euro ricavandone sino a oltre trecento di finanziamenti europei – sono stati tolti alle aziende dei clan, colpite da interdittiva giudiziaria. Ma, per paura di ritorsioni mafiose, solo pochi si sono fatti avanti ottenere la gestione dei terreni. E allora il vasto territorio boschivo è stato preso in carico direttamente dall’ente comunale attraverso l’azienda silvo-pastorale di Troina.

“La scommessa è diventare noi stessi imprenditori agricoli, la più grande azienda pubblica d’Italia”, dichiara il sindaco Fabio Venezia. Così, nell’estate scorsa, oltre a diciotto cavalli donati dalla Regione siciliana, grazie a fondi comunali e a una raccolta di crowdfunding, sono arrivati nei boschi anche cento asinelli, che daranno il prezioso latte d’asina e saranno utilizzati per le escursioni e per la pet-therapy. La Regione ha anche accordato un finanziamento per la ristrutturazione di un’antica caserma, che sarà destinata a polo della ristorazione per le eccellenze gastronomiche dei Nebrodi, con cucina, laboratori vari e 24 posti letto per l’accoglienza dei turisti/visitatori. “Quando tutto questo sarà a regime – continua il primo cittadino – potrebbe nascere qui d’inverno la terza stazione sciistica della Sicilia con le piste per il fondo, mentre il lago Ancipa d’estate potrebbe diventare centro per gli sport acquatici”.

Purtroppo le famiglie mafiose del territorio continuino a far sentire la loro presenza: qualche settimana fa, in compagnia degli asinelli sono state trovate delle mandrie riconducibili ad alcune famiglie a cui quelle terre sono state sottratte. “Le difficoltà ci sono state e ci saranno – ammette Angelo Impellizzeri, responsabile dell’azienda silvo-pastorale del Comune – ma non arretreremo di un passo. Abbiamo intrapreso la strada per diventare artefici dello sviluppo del nostro territorio e nessuno ci fermerà”. “Servono azioni concrete, sobrietà e concretezza piuttosto che prediche, servono messaggi nuovi. Noi ci stiamo provando”, conclude il sindaco che non vuole parlare del rischio di un passato che, prima o poi, possa riprendere il sopravvento: “La nostra è una rivoluzione culturale, lavoriamo per arrivare al punto di non ritorno: dove c’è la presenza dei giovani, di sviluppo e occupazione, non ci può essere spazio per le intimidazioni e per la mafia”.

Maria D’Asaro

Già docente e psicopedagogista, dal 2020 giornalista pubblicista. Cura il blog: Mari da solcare
https://maridasolcare.blogspot.com. Ha scritto il libro ‘Una sedia nell’aldilà’ (Diogene Multimedia, Bologna, 2023)

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