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A tempo di valzer, il ballo rivoluzionario

di | 2020-03-27T20:08:07+01:00 29-3-2020 6:35|Sezione 8, Spettacolo|0 Commenti

MILANO – Sono state scritte montagne di libri sulle origini del valzer, tanti i tentativi di manipolazione di documenti e di dati, ma la sua storia rimane sempre molto affascinante. Il valzer è una danza in misura ternaria (3/4), eseguita a coppia chiusa (cavaliere e dama a stretto contatto), formata da un unico semplice passo e caratterizzata dal perpetuo volteggiare della coppia. La sua origine è piuttosto controversa.

C’è chi afferma che nacque in Austria e nella Germania meridionale nella seconda metà del 1700, come evoluzione di un altro ballo, il Ländler o la Deutscher Tanz. Alcuni studiosi, invece, ritengono che derivi dalla Volta, un ballo in misura ternaria proveniente dalla Provenza, in voga nel Cinquecento presso tutte le classi sociali e tra i preferiti dei sovrani Enrico III di Francia ed Elisabetta I di Inghilterra. La caratteristica era data dalla sua forma “a coppia chiusa”, comportando così uno stretto contatto tra il cavaliere e la dama. Lo stesso avveniva anche nel valzer. Sicuramente tra i due balli vi erano diverse somiglianze, soprattutto perché anche la Volta era caratterizzata dal volteggiare della coppia, come del resto indica il suo stesso nome. È anche vero però che il nome valzer sembra derivare dal tedesco walzen che vuol dire rigirarsi (in inglese il termine corrispondente è waltz); e quindi si può presumere che il termine walzer stesse ad indicare una serie di giravolte eseguite in perfetta armonia con le basi musicali.

È una danza lenta, a tre tempi, per coppie di danzatori, ma che generalmente praticata in gruppi, in occasioni mondane o feste. Questa danza si diffuse velocemente in tutta Europa offrendo motivo di scandalo poiché di fatto si trattava del primo tipo di ballo in cui i ballerini si stringevano in un abbraccio. Suscitò un grande scalpore, ma anche un grande entusiasmo dettato dal desiderio di una danza che alimentasse il piacere ed il divertimento. Il boom del valzer si ebbe con la Rivoluzione francese che scoppiò alla fine del XVIII secolo e le cui ripercussioni varcarono i confini della Francia per investire quasi l’intera Europa. La Rivoluzione francese affermò i principi della libertà e dell’eguaglianza. Perciò il ballo, che era stato vietato per tanto tempo, rappresentò una delle prime manifestazioni della nuova filosofia di vita. Le rivolte contadine trasformarono in sale da ballo molte chiese e molti monasteri. In tutte le feste, spontanee o organizzate, il ballo principale era il Valzer. Questo ballo fu amato anche dalla borghesia e dall’esercito.

Sul piano strutturale la musica del Valzer ebbe una svolta importante grazie a Hummel che costruì una forma più complessa di componimento formato da tre elementi fissi: Introduzione, Walzer vero e proprio, la coda, ossia il gran finale. Nel tempo, a partire dalle sue opere, si svilupparono due correnti: il valzer di composizione e il valzer viennese, simile ma più veloce e ballabile. Quest’ultimo è quello forse più popolare grazie ai due Johann Strauss (padre – definito il “Re del Valzer” e figlio) che sono entrati nell’immaginario collettivo grazie alla Radetzky-Marsch op. 228 (La Marcia di Radetzky) e al An der schönen blauen Donau (Sul bel Danubio blu). Il filone del valzer ballabile si sviluppò in modo particolare a Vienna dove ebbe interpreti illustri come i Lanner e gli Strauss. Quando Strauss-padre con la propria orchestra andò a suonare a Parigi e a Londra, fu tale l’entusiasmo suscitato dalla sua musica che anche in questa città scoppioò la febbre per il nuovo ballo.

Ma il periodo di massimo splendore del Valzer come ballo si ebbe con Strauss-figlio che, da grande e raffinato artista qual era, si propose di adattare la musica del Valzer ai valori mondani del suo tempo. Fin dal 1800 Vienna tributò grande successo a questo genere musicale che nella seconda metà del XIX secolo grazie al connubio danza-musica trovò nel Valzer lo strumento interpretativo artisticamente più elevato. E il Walzer tenne banco non solo nell’Europa continentale, ma anche in Inghilterra ed in America. Oggi, attraverso uno studio attento e capillare del Valzer, diverse società di danza e gruppi di rievocazione storica in Italia e in Europa, cercano di riportare alla luce fasti e coreografie dell’epoca, realizzando degli eventi che riproducono a tutti gli effetti quello che era un Gran Ballo dell’800 ottenendo il consenso e l’entusiasmo dei partecipanti.

Margherita Bonfilio

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