FIRENZE – L’insegnante ha il dovere di trasmettere conoscenze e competenze in egual misura a tutti gli studenti. Tuttavia non è raro (anzi piuttosto frequente, purtroppo) assistere alla nascita di “simpatie” che si possono creare in una normale relazione sociale. Per preferenze, a scuola si intende il premio o la penalizzazione di un alunno da parte del professore per un motivo qualsiasi. Se ne sente parlare ogni giorno; spesso gli studenti attribuiscono alle “antipatie” la causa di cattivi voti e di non ammissioni alla classe successiva, ma esistono veramente le preferenze? Vale la pena ascoltare le opinioni dei diretti protagonisti, tutti appartenenti ad istituti fiorentini.
Gli studenti
Alla domanda se davvero ci sono favoritismi o ostracismi, la risposta è unanime ed un sì deciso. Ma quando si chiede una motivazione al riguardo, la reazione è bislacca. La sicurezza e la voglia di accusare scompaiono dando spazio al vuoto: alcuni balbettano, altri guardano verso l’alto, cercano sicurezza e rispondono. Analizzando le risposte, si arriva alla seguente sintesi: sì, i professori hanno delle preferenze. E le hanno perché è cosa umana, è logico che uno studente con un rendimento migliore sia preferito rispetto ad uno studente che fa confusione. Alessia, una delle ragazze intervistate, racconta la sua esperienza come “preferita” da una insegnante, esprimendo tutta la sua amarezza: “E’ terribile, i compagni di classe mi prendevano in giro, ma la prof era felice di avere una studentessa da curare e trattare come una figlia da mettere su di un piedistallo”.
I professori
E i docenti che ne pensano? Alcuni si aprono e raccontano alcune loro esperienze, pochi altri intimoriti dall’essere accusati si limitano a spiegare come evitare di fare preferenze. Nessuno ha risposto no, infatti tutti i prof hanno affermato che le preferenze esistono e che alcuni di loro le hanno avute. Racconta un insegnate di diritto che è cosa umana, anche nella vita di tutti i giorni si hanno e si fanno preferenze. Gianfranco, docente di fisica, spiega di preferire gli studenti che manifestano impegno e inoltre precisa che è giusto che esistano le preferenze, sono un fatto naturale. Una professoressa di inglese specifica che le “simpatie” nascono dalle motivazioni dello studente: l’alunno motivato sarà sempre preferito dai professori. I quali, d’altro canto, hanno il dovere di motivare ogni studente. Una docente di scienze della terra suggerisce perfino il suo metodo per non preferire nessuno: “Durante i compiti, inserisco una parte di risposte a crocette. Le domande a risposta aperta sono scritte su di un foglio col nome dietro, così che possano essere corrette senza essere a conoscenza di chi le ha scritte”. Marcello, professore di matematica, evidenzia che non tutti i docenti hanno delle preferenze e che nemmeno dovrebbero esserci, ma che purtroppo tale possibilità di trovarle in varie scuole è sempre presente.
La vicepreside
Il quesito viene posto anche alla vicepreside di una scuola fiorentina. Secondo la docente le preferenze esistono, anche se si tratta di una circostanza relativa all’andamento scolastico: “Si tratta – sottolinea – di un fenomeno collegato al periodo interno alla scuola. Infatti, gli studenti che hanno concluso il ciclo scolastico hanno una visione completamente diversa”.
Conclusioni
La sintesi è presto fatta: le “simpatie” e le “antipatie” esistono e sono abbastanza palpabili, ma “il professore – sottolinea Ilaria, docente di inglese – ha il dovere di trattare tutti allo stesso modo e di motivare uno studente aiutandolo a superare ostacoli ed a migliorarsi costantemente”. Dunque, un docente non metterà mai in difficoltà un suo studente, ma al contrario sarà sempre un punto di riferimento sul quale poter fare affidamento.
Boris Zarcone
Lascia un commento