RAPALLO (Genova) – La notizia ha fatto il giro del web e le relative immagini sono state trasmesse anche da un noto notiziario televisivo. A Rapallo, al Gran Caffè, dove in tempi non troppo lontani personaggi come Ernest Hemingway ed Eugenio Montale erano soliti trascorrere i loro momenti di relax, da qualche giorno due robot con fattezze femminili, bandana al collo e pettorina (uno bianco e rosso, l’altro bianco e blu) serviranno i clienti ai tavolini del bar.
Arrivano direttamente dalla Cina e il loro nome è Xiao Ai che, tradotto in italiano, significa “Piccoli Amori”. La data per il lancio di questa iniziativa, l’8 maggio, non è stata scelta a caso dato che in Cina l’8 è ritenuto un numero fortunato. Il proprietario del locale, Gabriele Hu, spiega che i due robot, arrivati da pochi giorni dalla Cina e prestissimo operativi nel suo locale, avranno un duplice scopo: aiutare il personale già in servizio e diventare una divertente attrazione per i clienti.
Il titolare del Gran Caffè Rapallo, nel corso di un’intervista, ha inoltre assicurato che non ci saranno licenziamenti fra i suoi dipendenti perché i robot non possono sostituire i camerieri nel prendere le ordinazioni o preparare le stesse poiché non sono in grado di capire la differenza fra un cappuccino chiaro, un caffè macchiato caldo o freddo o fra il latte vaccino e quello di soia. Gli stessi si limiteranno a portare le ordinazioni ai tavoli e ad essere utilizzati per portare in cucina le stoviglie sporche e diventeranno soprattutto una piacevole attrazione che il locale metterà a disposizione dei clienti.
I due robot sono alti un metro e sessanta, sulla loro schiena c’è uno schermo e hanno lateralmente dei comandi, portano un vassoio fra le mani e la postazione di partenza è sempre dalla cucina: quando l’ordinazione è pronta, il personale appoggia i piatti sul vassoio e inserisce il numero del tavolo sullo schermo. I “Piccoli Amori” si muovono su binari adesivi. Appena il vassoio è stato svuotato, i clienti possono appoggiare i piatti sporchi presenti sul tavolo. Quando l’operazione è finita il robot ringrazia e dice: “Toccami la mano e proseguo con il mio lavoro”, una volta toccata i “Piccoli Amori” tornano in cucina. Ma questa non è solo l’unica frase che possono dire perché sono programmati per dirne altre e sembra che sappiano anche scherzare con le persone; inoltre, grazie ad alcuni sensori, avvertono se c’è un ostacolo sul loro percorso fermandosi e dicendo: “Sei leggermente ingombrante”, riprendendo poi a muoversi solo quando il tracciato torna libero.
Saranno senz’altro un’attrazione per i clienti, ma è comunque un’iniziativa che fa anche riflettere. D’altronde. questo di Rapallo è probabilmente il primo esperimento in Italia, sicuramente l’unico in Liguria, ma c’è da scommettere che non sarà né l’ultimo nel nostro Paese e, soprattutto, non è il solo nel mondo.
Infatti, proprio in Cina, così come ha anche dichiarato il proprietario sulla Riviera ligure, la robotica è già una realtà fra cucine e ristoranti ed è proprio a Pechino che Haidilao, la più grande catena di ristorazione cinese, ha inaugurato a fine ottobre 2018, in collaborazione con la Panasonic per la parte tecnologica, il primo locale di ristorazione che utilizza robot in cucina e per il servizio ai tavoli. Lo chef? Un automa. I camerieri? Dei cyborg. Il personale umano non è preponderante, controlla solo che tutto funzioni regolarmente. Ma anche a Shangai nel supermercato Hema è stato inaugurato un futuristico ristorante all’interno della struttura, denominato Robot.He, in cui la novità più evidente è proprio il servizio al tavolo operato tramite robot navetta che consegnano le vivande al commensale destinatario dell’ordine mentre la preparazione dei piatti è ancora opera di cuochi in carne ed ossa.
Anche in America l’automazione della ristorazione sta prendendo piede: a San Francisco ci sono un fast food interamente robotizzato che si chiama Eatsa e il ristorante robotizzato Creator (realizzato da un’azienda della Silicon Valley) in cui un robot è capace di preparare 130 hamburger in un’ora senza nessun intervento umano; il robot chef sa macinare e affettare la carne e in più sa insaporire, grigliare e personalizzare gli hamburger. E, infine, c’è Ruby, cameriera robotica infaticabile, realizzata in Giappone e attrazione del “Drink and Spice Magic Restaurant” di Dubai dove la stessa serve ai tavoli cibo cinese ed indiano. “Non è mai stanca e non si sente mai frustrata, non importa quanto la fai lavorare, lei può farlo tranquillamente dalle 7 alle 2 del mattino” dichiara Arif Mohammad, direttore del ristorante, riferendosi a Ruby.
Saranno anche attrazioni per i clienti, come dicono i titolari dei locali, ma nel vederle alcune riflessioni nascono spontanee. L’interazione della tecnologia con il mondo del lavoro cresce ogni giorno di più e l’utilizzo della stessa, dal punto di vista imprenditoriale, consente sicuramente l’abbattimento degli sprechi e dei costi di gestione ma, per contro, suscita preoccupazione per le ricadute occupazionali per cui l’uso della robotica nel mondo del lavoro dovrebbe essere preferibilmente preordinato a sostituire gli uomini in tutte quelle attività che risultano pericolose per gli stessi soprattutto quelle nelle quali il lavoratore rischia la propria incolumità fisica e in tutte quelle operazioni di altissima precisione (sia in campo medico che in altri settori) che richiedono sangue freddo e nervi d’acciaio. Solo in tal senso le macchine sarebbero davvero al servizio dell’uomo e questo sì che sarebbe un bel vantaggio sia per il singolo che per la società.
Silvia Fornari
Nella foto di copertina, il Gran Caffè di Rapallo, sulla riviera ligure
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