MONTEFIASCONE (Viterbo) – Ricorre, quest’anno, l’800° anniversario del primo presepe, quello di San Francesco a Greccio nel 1223. Una tradizione tutta italiana con ben 800 anni di storia, nei quali proprio il Giubileo del presepe è uno dei cinque importanti anniversari dell’ottavo Centenario francescano.
Francesco si era fermato a Greccio, probabilmente venendo da Roma, dove il 29 novembre 1223 aveva ricevuto dal papa Onorio III la conferma della sua Regola. Dopo il suo viaggio in Terra Santa, il paesaggio di Greccio gli ricorda quello di Betlemme e decide di “rappresentare il Bambino nato a Betlemme”. Ed ancora oggi continuiamo nelle nostre case a ricreare quello che il Poverello di Assisi aveva voluto realizzare e che ha segnato il cammino dell’arte, ma anche la pietà popolare.
Presepi di tutti i tipi e fattezze, anche nel territorio della Tuscia, come tra i tanti, uno molto particolare che si snoda nel perimetro intorno alla chiesa di Montedoro, a Montefiascone, in provincia di Viterbo, gioiello a forma ottagonale, unica struttura di un progetto realizzato dall’architetto fiorentino Antonio da Sangallo, della Madonna con Bambino, attribuita al pittore viterbese Antonio del Massaro, detto il Pastura.
Un presepe all’aperto, quindi, sulla strada Verentana, con i personaggi a grandezza naturale, che attira i passanti che si fermano incuriositi e colpiti dal gioco di colori, dal movimento dei vestiti dei manichini per il vento, tanto da sembrare vivi, dislocati nel giardino che dà proprio sulla strada. Scene di vita dell’epoca di Gesù, sembra di stare in una piccola Betlemme, sullo sfondo il lago di Montefiascone ed in alto la Rocca.
Ci si ritrova immersi in una particolare atmosfera, andando indietro di oltre 2000 anni, in una rappresentazione frutto di passione e devozione. Riempie di stupore, è suggestivo tanto da sembrare reale su quel pratino intorno alla chiesa. E così ritornano alla memoria le parole di Salvatore Quasimodo, (1901/1968) poeta ed esponente di spicco dell’Ermetismo, che scriveva:
Guardo il presepe scolpito,
dove sono i pastori appena giunti
alla povera stalla di Betlemme.
Anche i Re Magi nelle lunghe vesti
salutano il potente Re del mondo.
Pace nella finzione e nel silenzio
delle figure di legno: ecco i vecchi
del villaggio e la stella che risplende,
e l’asinello di colore azzurro.
Laura Ciulli
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