Una fetta di pane, pomodoro, olio e sale: la merenda (o la colazione) più naturale e nutriente che possa esistere. Quella che gli adulti di una certa età hanno potuto apprezzare quando erano bambini (magari dalle parti di chi scrive si sostituiva il pane con la frisella, ma il concetto di base era identico). Certo, è un po’ complicato pensare di andare a scuola con un preparato del genere, ma certo sostituirlo con snack di vario genere o con altri prodotti industriali non è proprio il meglio che si possa offrire ai nostri figli o nipoti. E d’altronde, senza ergersi a moralisti e senza citare statistiche ultranote, è di tutta evidenza che i tanti problemi di obesità infantile (con conseguenza pesanti, e anche psicologiche, su sviluppo e crescita) derivano essenzialmente da cattiva alimentazione.
L’obiettivo è quindi assumere cibi semplici, nutrienti e gustosi. E cosa c’è di meglio di un frutto, da consumare a scuola durante la ricreazione o in ufficio durante la pausa o in palestra dopo una dispendiosa seduta atletica? Ecco allora l’idea di Francesco Rizzo (31 anni) e Antonio Braico (36 anni), due giovani imprenditori calabresi che hanno deciso di provare a rivoluzionare un campo difficile, come quello della produzione di agrumi, proponendo le loro splendide clementine come snack da prelevare da un distributore.
Il sito di riferimento è www.clementime.it, riuscitissima unione che mette insieme il nome del prodotto e la necessità di inaugurare un nuovo tempo: il tempo delle clementine, appunto. La start up nasce da un’esigenza assai pratica: spesso gli agricoltori calabresi sono costretti a lasciare le clementine sulle piante perché i costi di distribuzione e raccolta sono troppo alti rispetto a quelli di vendita. Bisognava quindi trovare la maniera non solo per non far marcire questi magnifici frutti, ma anche per ottenere una decente remunerazione. Con un’ulteriore considerazione: in Italia sono attivi più di 2,5 milioni di distributori automatici e si calcola che tali “macchinette” erogano in media una cinquantina di prodotti al secondo. Numeri elevatissimi che fanno riflettere. Così i due giovani “inventano” lo snack genuino da proporre nelle scuole e non solo: una confezione con due clementine freschissime, arrivate dalla Calabria nel giro di un paio di giorni al massimo.
“Vogliamo – spiegano Rizzo e Braico, rispettivamente amministratore e direttore commerciale di Clementime – che i nostri agricoltori non svendano più le uniche vere clementine italiane, che stanno soltanto qui. Come è accaduto altrove per altri frutti come la mela ad esempio, così deve accadere in Calabria. Stiamo lavorando a un marchio e a un marketing, che rendano distinguibili ovunque le nostre clementine”. Insomma, lo snack di frutta che oltre a fare bene alla salute, ha l’ambizione di risollevare le sorti di un intero territorio agricolo.
La Clementina di Calabria è un prodotto ortofrutticolo caratteristico della Regione, e negli ultimi decenni è stato l’agrume più venduto dopo le arance. Le Clementine sono frutti di un gruppo di piante sempreverdi del genere Citrus, particolarmente ricchi di acidi organici e di vitamina C, presente nella misura di circa 50 mg per 100 g di prodotto; contengono inoltre la vitamina A e, in misura minore, le vitamine B1, B2 e B3.
“ClemenTime – si legge sul sito – punta ad offrire una scelta sana a chiunque si trovi davanti ad una macchinetta di snack automatici, rifornendoli con delle sane e fresche clementine della Piana di Sibari. Un break o una merenda si può trasformare in un momento di salute, vitalità e freschezza; in qualsiasi istante, per placare la sete e la fame, è possibile “raccogliere” una Clementina fresca, completamente integra e non trattata dopo la raccolta. Clementime arriva dall’albero al consumatore, in una confezione accattivante di cartone per uso alimentare appositamente studiata e adatta alla refrigerazione”.
Buona domenica (e buona colazione).
Lascia un commento