BRINDISI – Virare a sud e approdare nel “tacco” d’Italia, precisamente nella città di Brindisi, per visitare uno tra i tanti loci che la storia ci permette di gustare. Un unicum nel suo genere, posto sull’isola di Sant’Andrea c’è il Castello Alfonsino (detto anche Castel Rosso, dal colore dei conci di carparo usati per la sua costruzione, o Castello di Mare). Una magnifica e complessa opera fortificata costruita proprio sull’isola di Sant’Andrea, all’imboccatura del porto esterno di Brindisi. Il castello è contiguo al Forte a mare (o Forte di Brindisi), sorto tra il 1480 e il 1609.
I lavori di costruzione, iniziati nel 1558, dal regnante Filippo II d’Asburgo, figlio di Carlo V, durarono ben 46 anni. Ancor prima, il re di Napoli Ferdinando I d’Aragona nel 1481 decise di costruire una prima torre, sorta come avamposto difensivo del porto all’estremità dell’isola, visti i numerosi attacchi dei mori (i turchi); l’opera fu realizzata per iniziativa del figlio del re Alfonso, duca di Calabria (ecco perché detto Castello alfonsino). Il castello venne poi ampliato verso nord – est, probabilmente all’inizio del XV secolo. Caratteristica dell’isola è che sia dalla sponda ovest che dalla sponda sud si protendono tre dighe che restringono l’imboccatura del porto e connotano la particolare caratteristica e il soprannome di Castello di Mare, proprio per la completa immersione della struttura nelle acque dell’adriatico. Dal 1558 al 1604 parte dell’isola venne racchiusa da mura e baluardi (Forte a mare), separandone l’ultimo tratto più estremo, con uno scavo nella roccia, realizzato dai soldati del regno, che funge da fossato e creando un sistema complesso di fortificazione a difesa dell’entrata del porto.
L’isola, oltre ad aver subito numerosi attacchi nemici, ha funzionato a lungo come lazzaretto; dalla Seconda Guerra Mondiale è stato in mano alla Marina Militare, fino a quando gravi danni alle strutture murarie causate da una mareggiata del 1984 hanno portato alla totale dismissione. Il castello alfonsino occupa il promontorio meridionale con forme irregolari che seguono la conformazione del luogo (ha subito anche crolli e ricostruzioni): all’interno vi è un salone decorato da un lavabo con stipiti in pietra (1527). Ai primi del XVI secolo risalgono i due baluardi, rotondo quello verso l’interno, triangolare quello verso il mare aperto.
Caratteristico è il suo piccolo porto interno, cui si accede per un archivolto aperto nelle mura che verso il 1577 congiunsero le costruzione aragonese all’ampliamento del viceré. Da una parte la struttura fortificata presenta un portale quattrocentesca; dall’altra il Forte a mare che segue i dettami dell’architettura fortificata cinquecentesca. Anche questa parte è preceduta da un portale adorno di stemmi dei reali che si sono succeduti e reca la data del 1609. Il lungo restauro curato della Soprintendenza dei Beni Culturali ha riportato alla luce la struttura che, dal 28 maggio 2021, è aperta e visitabile con iter turistiche guidati. Un’altra piccola perla di questo bel paese da visitare.
Claudia Gaetani
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