FIRENZE – Un politico chiave della storia italiana e degli anni della ricostruzione: Giorgio La Pira, noto per essere stato, anche, il sindaco di Firenze. Proprio in questi giorni, alla luce dell’incontro dei Vescovi del Mediterraneo con i sindaci a Firenze, è stato raccolto il suo più che mai attuale messaggio, il suo coraggio, la sua aspirazione nell’agire per la pace e per l’unità tra i popoli. Studiare e lavorare per la pace, per la giustizia scrivendo un importante documento: la Carta di Firenze con la quale dire No alla guerra, prendendo spunto dalla tragica situazione in Ucraina. Venti di guerra soffiano nel mondo e Giorgio La Pira, l’uomo dal profondo impegno cattolico, messo al servizio dei fiorentini con grande capacità di ascolto, torna a fare parlare di sé, in quanto figura determinante e modello per tutti. Lui , infatti, che, quasi profetizzando, scriveva: “La terza guerra mondiale è ormai fisicamente impossibile, perché se gli uomini la faranno, essi faranno una sola cosa: distruggeranno il mondo; spezzeranno la terra; sradicheranno da essa il genere umano”.
È stato dichiarato venerabile da Papa Francesco, il 5 luglio 2018. Un uomo dalla personalità dirompente, costruttore di pace, di pace vera, quella senza confini. Il sindaco che ha saputo vedere in Firenze, la città ideale, culla del nuovo rinascimento, l’uomo impegnato ad aiutare concretamente i poveri, animato da una fede granitica che sostiene la presenza dei cattolici nella politica, ritenuta sì ardua, ma necessaria. Giorgio La Pira era un laico domenicano, docente di storia della Chiesa medievale e moderna e di teologia spirituale alla Facoltà teologica dell’Emilia Romagna; era nato in Sicilia, il 9 gennaio 1904 a Pozzallo, in provincia di Ragusa e muore a Firenze il 5 novembre 1977, dove il 6 luglio 1951 viene eletto per la prima volta sindaco. Il suo incarico gli verrà rinnovato ancora nel 1961, fino al 1965.
Un operatore di pace, un apostolo della giustizia e del dialogo, amico degli operai e della ‘povera gente’, ma anche padre costituente. Per La Pira il Mediterraneo, culla delle civiltà monoteiste, è chiamato a riprendere il suo posto nella storia, in un mondo sempre più minacciato dalle guerre. Attuale, molto profetico e soprattutto distante da ogni totalitarismo e da ogni discriminazione. Un uomo che non teme di andare controcorrente, tanto che nel 1959 va a Mosca, fino al Cremlino, per parlare al Soviet Supremo. È il primo occidentale ad entrare in quel luogo dopo essere stato a pregare a Fatima, tanto da arrivare in Russia, con una valigia piena di santini della Madonna. Riesce ad instaurare un dialogo tanto da iniziare uno scambio di lettere con Krushov, dove tra l’altro scrive: “Mi ha sospinto a scrivere l’amore per la pace, la speranza in una epoca nuova per le nazioni, e la dolce profezia della Madonna che vide a Fatima spuntare sull’orizzonte della Russia e del mondo una alba di pace vera e di vera libertà e fraternità tra tutti i popoli”.
Quel viaggio fino al Cremlino era scaturito proprio dopo un convegno di sindaci delle capitali europee, a Firenze nel 1955 e, come si può notare, destinato ad avere una eco enorme, significativa e profetica, fino si giorni nostri. Ed allora vengono in mente le sue parole, in questo tempo così difficile, dove minacciosi venti di guerra dalla Russia si spingono in Ucraina e coinvolgono il Mondo: “Quando tutto sembra crollare, tutto è ancora magnificamente valido”.
Laura Ciulli
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