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Il Castagno dei cento cavalli, albero dell’anno 2021

di | 2022-02-16T19:17:33+01:00 20-2-2022 6:20|Attualità, Sezione 5|0 Commenti

PALERMO – All’anagrafe scientifica il suo nome è Castanea sativa, ma per i siciliani è il Castagno dei cento cavalli. Si trova nel versante orientale dell’Etna, all’interno del bosco di Carpineto, nel territorio di Sant’Alfio, comune vicino Catania. La sua carta d’identità attesta un’età di tutto rispetto: dai due ai quattromila anni. Secondo gli specialisti in materia, potrebbe essere l’albero da frutto più antico d’Europa.

Alto circa 22 metri, ha una circonferenza di 21 metri, che aumenterebbe a 50 se si provasse l’appartenenza dei tre fusti contigui a un’unica pianta. Tale tesi, tuttavia, è al vaglio degli studiosi, ancora incerti se le tre polle (fusti) – rispettivamente di 13, 20 e 21 metri – abbiano un unico apparato radicale. Se così fosse, il Castagno dei cento cavalli sarebbe anche l’albero più grosso al mondo, scalzando dal podio l’attuale detentore del primato, un cipresso messicano largo 38 metri.

Le prime notizie storiche sull’imponente albero siciliano risalgono a documenti del 1611 e del 1636. Il 21 agosto 1745 venne emanato un primo atto dal “Tribunale dell’Ordine del Real Patrimonio di Sicilia”, con cui si tutelavano il maestoso Castagno e il vicino Castagno Nave; tale documento si configura tra i primi interventi legislativi di tutela ambientale emanati in Sicilia.

Del Castagno abbiamo anche varie raffigurazioni pittoriche di noti viaggiatori del Grand Tour del 1700, tra cui quella di Jean-Pierre Houël, che lo descrisse e ritrasse nel “Voyage de la Sicile, de Malta e Lipari”.

A cosa deve il Castagno il suo appellativo? Si narra che la regina napoletana Giovanna I d’Angiò – che regnò tra dal 1343 al 1381 – mentre partecipava a una battuta di caccia nei boschi dell’Etna con un centinaio di dame e cavalieri, sia stata sorpresa da un temporale. Il gruppo avrebbe trovato riparo proprio sotto la chioma del grande albero. In assenza di prove certe della venuta in Sicilia di Giovanna d’Angiò, nel resoconto leggendario la regina è stata poi “sostituita” dalla duchessa napoletana Giovanna d’Aragona (1502-1575) e persino dalla regina Isabella d’Inghilterra (1214-1241, terza moglie dell’imperatore Federico II. Nel frattempo, l’aneddoto si è arricchito di particolari che farebbero impallidire le odierne cronache rosa. Comunque siano andate le cose, all’albero è rimasto il particolare soprannome.

Un ulteriore lusinghiero primato il Castagno dei cento cavalli lo ha guadagnato l’anno scorso, quando, col maggior numero di voti on line, ha vinto il concorso italiano “Albero dell’anno 2021”. Tale vittoria gli ha conferito il diritto di rappresentare il nostro Paese per il conferimento del titolo di “European tree of the year 2022”. Il concorso è stato organizzato dalla Giant Trees Foundation, associazione no-profit con sede nei pressi di Udine, che promuove la conoscenza e la difesa dei grandi alberi del pianeta, attraverso la loro esatta individuazione, il loro studio e la loro tutela.

Sul sito dell’associazione (https://www.gianttrees.org/it) è possibile votare on line sino al 28 febbraio per il nostro Castagno plurimillenario, esprimendo anche una seconda preferenza per uno dei quindici alberi monumentali europei in gara. Il più votato tra i magnifici giganti verdi sarà proclamato a Bruxelles il 22 marzo prossimo “Albero europeo per il 2022”.

Comunque vada la competizione, il Castagno del cento cavalli, che dona bellezza, cultura e valore aggiunto al territorio etneo, ha già vinto la sua partita.

Maria D’Asaro

 

Già docente e psicopedagogista, dal 2020 giornalista pubblicista. Cura il blog: Mari da solcare
https://maridasolcare.blogspot.com. Ha scritto il libro ‘Una sedia nell’aldilà’ (Diogene Multimedia, Bologna, 2023)

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