FIRENZE – I bias cognitivi sono distorsioni che le persone fanno nel giudicare fatti ed eventi. Tali distorsioni portano a ricreare una nostra visione soggettiva che non corrisponde alla realtà. In sintesi, rappresentano il modo in cui il nostro cervello distorce effettivamente la realtà. L’etimologia del termine “bias” è incerta, ma studi accreditati collocano l’origine francese e provenzale nella parola biais (cioè obliquo, inclinato). Ma da dove vengono queste distorsioni? Nascono da pregiudizi. Le persone costruiscono vere e proprie mappe mentali, stereotipi in cui si annidano pregiudizi.
I bias cognitivi derivano da esperienze e concetti preesistenti che non sono necessariamente collegati tra loro da relazioni logiche e importanti. Le persone sono costantemente alle prese con problemi, criticità e le scelte da affrontare: in tutti questi casi utilizzano un approccio “euristico”, un approccio logico che coinvolge un insieme di strategie, tecniche e processi creativi per trovare un soluzione. L’approccio logico-scientifico è noioso da mantener, e diventerebbe insostenibile applicarlo quotidianamente a tutte le decisioni da prendere, quindi il nostro cervello in molti casi ha bisogno di trovare un approccio più veloce. Queste abbreviazioni sono per lo più corrette e ci permettono di interpretare la realtà in modo rapido ed efficiente. Tuttavia, in alcuni casi, il pregiudizio porta a giudicare male una situazione.
Quando il processo euristico porta a imprecisioni o errori di giudizio, si va incontro ad un bias cognitivo. Possono essere molti e di vario genere e spesso hanno aiutato l’umanità a sopravvivere ed evolversi. Ad esempio, in un’emergenza in cui c’è pochissimo tempo per prendere una decisione, è estremamente importante che il nostro cervello sia in grado di elaborare ciò che sta accadendo in modo estremamente rapido. In questo caso, i bias sono positivi perché sono molto utili e preziosi per riconoscere una situazione specifica e trovare rapidamente una soluzione, ma possono anche diventare negativi, quando la decisione si rivela costosa. Tra i pregiudizi cognitivi più comuni e noti ci sono il Bias di ancoraggio (impedisce di mettere in discussione il motivo delle nostre motivazioni), il Bias etnico (fa giudicare le persone che appartengono al nostro gruppo etnico migliori delle persone di altri gruppi etnici o che comunque risultano estranee), il Bias dell’egocentrismo (fa ricordare particolari eventi in maniera da rafforzare l’autostima), il Bias della coerenza (fa ricordare in modo errato i nostri comportamenti, atteggiamenti o opinioni passati in modo che assomiglino a quelli attuali), il Bias di conferma ( fa considerare dati e informazioni che tendono a confermare le nostre tesi iniziali).
La soluzione più importante per affrontare i bias cognitivi è comprenderli. Conoscere i pregiudizi più comuni è fondamentale per poterli affrontare e migliorare il proprio comportamento. Ripensare ad alcune situazioni, comprendere le ragioni di alcune scelte sbagliate, ripensare ai giudizi sbagliati fatti su alcune persone: tutto questo farà ripensare ad alcuni pregiudizi e, soprattutto, aiuterà a non ripetere gli stessi errori.
Boris Zarcone
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