La festa più antica e più sentita. Sicuramente la più bella, quella che evoca l’infanzia: i doni sotto l’albero, l’arrivo di Gesù Bambino da depositare nella grotta del presepe. Un compito importante affidato secondo la tradizione al più piccolo o alla più piccola. Il cenone della Vigilia (rigorosamente di magro, almeno al Sud) e poi il gran pranzo del 25 quando la famiglia si riuniva nella sua totalità. I figli che avevano dovuto emigrare per trovare il lavoro che magari mancava nella città di nascita, tornavano con i figli ad incontrare i genitori, gli zii, i cugini, magari anche i nonni se c’erano ancora. Impossibile, se non per ragioni veramente gravi, mancare un appuntamento che si aspettava per 365 giorni. La letterina sotto il piatto del papà recitata in piedi su una sedia, le promesse di essere buoni e di non far arrabbiare più la mamma, di essere diligenti a scuola… E, alla fine, con l’applauso dei parenti, il regalino tanto atteso.
E’ Natale, il periodo in cui si (ri)scoprono valori che purtroppo molto spesso si dimenticano nel resto dell’anno. Perché? Non c’è una motivazione particolare, ma tante concause che si manifestano nell’indifferenza, nella maleducazione, nella sopraffazione verso i più deboli, nell’egoismo, nell’incapacità di capire, nel non fare ciò che potremmo, anzi dovremmo, nel non agire, nel girare la testa dall’altra parte di fronte ai soprusi e alle violenze.
Anche le attuali festività sono caratterizzate dallo spettro del “draghetto coronato” che ha rialzato la testa e che comincia nuovamente a far paura, nonostante la massiccia campagna di vaccinazione. Anzi, si deve proprio al vaccino il merito di aver limitato i danni, sia nelle conseguenze da eventuale contagio sia soprattutto nel numero delle vittime. E’ vero, tutti i parametri di riferimento sono in costante crescita, ma va detto con onestà che un anno fa (quando i vaccini cominciavano appena a circolare) la situazione era ben peggiore, tanto che i condizionamenti erano cominciati dalla fine di ottobre e si protrassero fino a primavera inoltrata.
Ecco perché in occasione del Natale 2021 è assolutamente necessario che ci stringiamo e ci abbracciamo metaforicamente con ancor maggiore trasporto e affetto rispetto al passato. Ne abbiamo davvero bisogno.
Buon Natale e buona domenica.
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