MILANO -La tradizione dell’albero di Natale esiste in tutto il mondo e affonda le sue radici in tempi molto lontani. I Celti credevano che l’abete rosso fosse in grado di esprimere poteri magici, mentre l’abete verde fosse un simbolo di lunga vita per la sua caratteristica di non perdere mai il suo colore. Così, con l’avvicinarsi dell’inverno, gli abeti venivano tagliati e addobbati con nastri, fiaccole, piccole campane e animali votivi, per propiziarsi il favore degli spiriti. Secondo alcuni però il primo vero albero di Natale fu quello eretto in piazza del municipio nel 1441 a Tallin in Estonia. Una tradizione molto diffusa invece vuole che l’albero abbia avuto origine nel 1570 in Germania, quando si iniziarono a decorare abeti con mele, noci, datteri e fiori di carta. La leggenda narra che nel 1611 la duchessa di Brieg istituì l’usanza dell’albero di Natale. La nobildonna stava preparando gli addobbi per il Natale e non sapendo come riempire un angolo vuoto del salotto pensò di utilizzare un piccolo abete che era in giardino.
Ma alle tante leggende pagane si aggiungono anche quelle cristiane. Si racconta che San Bonifacio (675-754), missionario in Germania settentrionale, vedendo dei pagani che adoravano una quercia per preparare il sacrificio del principe Asulf al dio Thor, li fermò. Poi con determinazione abbatté la quercia e, al suo posto, apparve un abete. Il santo si affrettò a spiegare che essendo l’abete un albero sempreverde rappresentava l’albero della vita e quindi Gesù. Resta il fatto che alla base della tradizione dell’albero di Natale ci sono usi e tradizioni molto antichi come si evince dalle testimonianze di molti popoli.
L’abete, già all’epoca egizia fu messo in relazione con la nascita del dio di Biblo, e dai Greci fu consacrato ad Artemide, protettrice delle nascite. L’abitudine di decorare alcuni alberi sempreverdi diffusa già tra i Celti presto divenne un’usanza tramandata attraverso la storia. Così gli antichi romani, durante le Calende di gennaio, decoravano le loro case con rami di pino; i Vichinghi, nell’estremo nord Europa, nella settimana precedente e successiva al solstizio d’inverno, addobbavano alberi di abete con frutti, ritenendo che questo albero, fosse capace di auspicare il ritorno del sole grazie ai suoi poteri magici, poteri che derivavano dal fatto che le foglie non perdevano il loro colore verde nemmeno col gelo dell’inverno.
In particolare, i popoli germanici festeggiavano l’arrivo della stagione fredda piantando un albero con mele, noci, datteri e fiori di carta e poi bruciavano un ceppo nel focolare per i dodici giorni consecutivi. Osservando come bruciava il ceppo si poteva dedurre come sarebbe stato l’anno successivo. Le scintille erano interpretate come i giorni lunghi, la cenere invece veniva sparsa nei campi come rito propiziatorio. Ed è proprio il ceppo natalizio, con le sue scintille, che oggi viene rappresentato dalle luci dell’albero.
L’albero di per sè rappresenta il simbolo della vita ed è diffuso in tutte le culture e in tutte le epoche, così anche con l’avvento del Cristianesimo l’uso dell’albero di Natale si affermò nelle tradizioni cristiane. La particolarità è che al posto dell’abete veniva utilizzato l’agrifoglio a simboleggiare con le spine la corona di Cristo e con le bacche le gocce di sangue che escono dal suo capo. La tradizione germanica alla fine si è comunque legata a quella cristiana. Infatti le classiche palline colorate che vengono appese all’albero di Natale sembra che abbiano origine da una leggenda sulla nascita di Gesù. La leggenda, ambientata a Betlemme, racconta che ci fosse un artista talmente povero da non potere offrire nulla in dono a Gesù Bambino. Con grande fervore egli andò comunque ad omaggiare il neonato e non sapendo cosa fare si improvvisò giocoliere, divertendo il piccolo. La tradizione di appendere le palline colorate all’albero starebbe a ricordare le risate di Gesù Bambino.
Ma quando si prepara l’Albero di Natale? Nei paesi nordici si addobba il 21 dicembre, nella maggior parte del mondo lo si fa l’8 dicembre, giorno dell”Immacolata. Fa eccezione Milano dove si allestisce il giorno di Sant’Ambrogio (il 7 dicembre) e Bari dove la data prescelta è il 6 dicembre, San Nicola, legando così la tradizione natalizia al santo patrono della città.
Margherita Bonfilio
Lascia un commento