VITERBO – Settantamila ettari di piantagioni, più di 40 mila tonnellate annue di prodotto che equivalgono circa al 40% dell’intera produzione nazionale, 30 i comuni della provincia di Viterbo coinvolti nella sua coltivazione e una qualità talmente eccellente da renderla riconoscibile tra le tante concorrenti sul mercato: ecco descritto in pochi dati cosa rappresenta per il territorio viterbese la deliziosa Nocciola della Tuscia appartenente alla varietà Tonda Gentile Romana.
Un frutto secco che ha trovato il suo ambiente ideale nel Viterbese, destinato principalmente all’industria dolciaria e che grazie al minore contenuto di grassi rispetto alle nocciole di provenienza orientale può essere gustato semplicemente sgusciato, tostato, in granella o in pasta. Generalmente la raccolta delle nocciole viene effettuata tra metà agosto e fine novembre a seconda dell’andamento della stagione e di quando il frutto raggiunge la piena maturazione; inoltre, un tempo le nocciole venivano raccolte a mano mentre ora tutto avviene meccanicamente ed esclusivamente da terra, mai dall’albero.
La Nocciola della Tuscia è un prodotto unico nel suo genere, tondeggiante, di forma subsferica con la polpa chiara, consistente e compatta, conosciuta nel comprensorio viterbese dei Monti Cimini già in epoca Romana, dal 2009 la Nocciola Romana della Tuscia ha ottenuto il prestigioso riconoscimento DOP dalla comunità europea. Quest’anno purtroppo la produzione ha subito un brusco calo a livello mondiale dovuto agli evidenti effetti del cambiamento climatico e ad un anomalo andamento meteo con gelate primaverili, seguite da una lunga e prolungata siccità estiva, temperature generalmente superiori alle medie stagionali e come se non bastasse anche da attacchi di parassiti come la cimice asiatica. Al contrario, però, la qualità delle nocciole raccolte nel 2021 è al top.
La Nocciola della Tuscia, chiamata anche nocchia nelle regioni dell’Italia centrale, viene impiegata in granella nella tradizione gastronomica viterbese e abbinata a numerosi piatti di carne ma soprattutto è un ingrediente fondamentale nella preparazione dei biscotti e di prodotti dolciari tipici della zona come i tozzetti, i “brutti ma buoni” e i mostaccioli. Anche il colosso dell’industria dolciaria Ferrero utilizza in gran parte la Nocciola della Tuscia per confezionare i propri torroni, i gianduiotti e soprattutto la famosissima Nutella.
Ma altrettanto gustosa e inconfondibile è la Nellina, una crema di nocciole spalmabile prodotta interamente con le Nocciole della Tuscia e con prodotti locali del Viterbese, realizzata dall’Azienda agricola La Gentile di Caprarola, composta al 33% da nocciola tonda gentile della zona, completamente genuina e priva di conservanti, coloranti o additivi. É adatta anche ai celiaci in quanto priva di glutine. Sempre molto gradevole al palato, sana ma con un gusto ancora più forte e deciso è la Nellina nella sua versione fondente senza latte. Spalmata sul pane è perfetta, nutriente, saporita e indicata come merenda ideale per far contenti tutti i bambini ma, senza dirlo troppo in giro, può andar bene anche per noi adulti.
Paolo Paglialunga
Grazie a Paolo che ci delizia con queste chicche gastronomiche la domenica mattina, articoli sempre interessanti e molto gradevoli da leggere.
Un saluto e buona domenuca a tutti.
Carlo Fabozzi
Con le nocchie, come le chiamano i Roncionesi come me, ci sono cresciuta aiutando anche a raccoglierle a mano!
Sono buonissime in tutti i loro usi…anche da sole …sopratutto fresche quando hanno ancora la pellicina morbida 3 bianca che si togli.con le mani……..ma io le adoro tostate con lo.zucchero, oppure per farne un buonissimo croccante
Quindi buona preparazione e buona domenica