PERUGIA – Non finisce mai di di stupire, Brunello Cucinelli, l’industriale partito dal nulla e diventato “re del cachemire”. A Milano, nella sede prestigiosa del Piccolo Teatro di Strehler, ha illustrato la sua nuova impresa: la costituzione di una Biblioteca Universale che ricalcherà, nelle intenzioni, la famosa Biblioteca di Alessandria, sorta ad opera dei Tolomei (Tolomeo Soter o Tolomeo Filadelfo, gli studiosi non sono d’accordo su chi sia stato il motore primo dell’iniziativa) nel III sec. aC e che rappresentava una delle “sette meraviglie” del mondo antico. A Roma, poi, invitato dal presidente Mario Draghi, ha rivolto una preghiera ai grandi della terra. Ha detto: “Oh, miei stimati e potenti custodi pro-tempore del Creato, voi che siete i responsabili delle bellezze del mondo, vi preghiamo: indicateci la via della vita. Che il Creato ci protegga e ci illumini verso un nuovo umanesimo universale”.
L’industriale perugino, divenuto simbolo del “capitalismo umanistico”, poche ore prima aveva annunciato la creazione della biblioteca universale. Nella struttura, dove i lavori sono già in corso e che sorgerà nei 2000 metri quadrati di una villa settecentesca a Solomeo (l’assonanza del nome del paesino di meno di 500 anime con quello di Tolomeo, uno dei generali di Alessandro Magno e capostipite della schiatta di faraoni di origine greca, appare singolare se non stupefacente), verranno ospitati testi originali degli autori di ogni epoca in italiano (e, almeno in parte, in inglese) di Poesia, Filosofia, Letteratura, Architettura, Artigianato. Già nel 2024 la biblioteca ed il suo parco, saranno fruibili ai visitatori. Un modo per salvare e tutelare la cultura del passato, di cui siamo tutti figli e debitori ed un po’ anche la lingua italiana, sempre più schiacciata dall’inglese oggi e domani chissà da quale idioma, magari dal cinese.
Narrano gli storici antichi che nella Biblioteca alessandrina venivano custoditi e consultati da studiosi provenienti da ogni parte, di ogni lingua e di ogni nazione, prima degli incendi e delle guerre che la mutilarono e poi la distrussero (tra i quali le fiamme e gli scontri avvenuti al tempo di Giulio Cesare e Cleopatra, che della nobile casata era una epigone), più di 500mila testi. Qui, nel paesino collinare alle porte di Perugia, si comincerà con 30-35 mila libri, ma l’obiettivo è che gli eredi di Brunello allargheranno e potenzieranno questa incredibile raccolta, generazione dopo generazione, tanto che l’imprenditore ha portato sul palco della presentazione la sua nipotina Vittoria, undici anni appena, affidandole, in pratica, l’impegnativo legato.
Cucinelli si conferma un imprenditore illuminato. Lo hanno etichettato come l’industriale gentile, propugnatore di un “nuovo umanesimo” per il modo di trattare i suoi dipendenti, considerati una risorsa e quasi persone di famiglia, non un numero ed anche per la sua personale maturazione, per la sua evoluzione culturale. Chi lo ha conosciuto agli inizi della carriera industriale, entusiasta e determinato nell’inseguire il suo sogno, lui che veniva da una modesta famiglia di contadini, rammenta un giovane normale, come tanti, che frequentava i tavoli del bar, giocava a carte, tirava calci ad un pallone ed impugnava le stecche del biliardo. Invece, a 17 anni, con in tasca un diploma di geometra e che successivamente si era iscritto ad ingegneria, poi abbandonata, già aveva preso in mano la “Critica della ragion pura” di Kant ed aveva imboccato ancor più decisamente, il cammino della speculazione filosofica, quando aveva letto e approfondito le “Memorie di Adriano” di Margherita Yourcenar.
Ora cita, con noncuranza ma con appropriata puntualità, Aristotele e Agostino, Marco Aurelio e Cicerone, Plotino e Kirkegaard… Grande dunque nel conquistarsi spazi significativi a livello internazionale nel comparto del tessile di altissima qualità ed altrettanto grande (“trismegisto”, lo avrebbero salutato ed inneggiato nell’antichità) nel mondo della cultura, in cui si segnala per lo studio appassionato del pensiero antico e moderno. Con l’iniziativa meritoria della “Fondazione Brunello Cucinelli”, il paesino di Solomeo è destinato a diventare un punto di riferimento globale per le nuove generazioni, che continueranno ad avere bisogno di tuffarsi nella cultura del passato per trovare nuove strade ed affrontare le sfide ulteriori, che presenterà loro il futuro. Anche quando si trasferiranno da un pianeta all’altro, da una galassia all’altra, i nostri posteri dovranno continuare a chiedersi da dove vengono, cosa c’è stato di significativo, di importante prima di loro, come si è evoluto il pensiero degli uomini nei secoli.
E magari, qualcuno di loro, verrà a compulsare un testo antico nella struttura di Solomeo per abbeverarsi ad una fonte primaria. Cucinelli, con questa idea meravigliosa e in controtendenza (molti temono che le nuove tecnologie possano “uccidere” il libro di carta stampata), somiglia sotto il profilo culturale a Federico di Montefeltro, nato a Gubbio, condottiero e duca di Urbino, ma anche valido intellettuale, che teneva ed alimentava nel suo palazzo una interessantissima collezione di miniature ed incunaboli sorprendentemente ricca e variegata, che all’epoca, tutti – re, signori, porporati – gli invidiavano. Ora l’Umbria e Perugia saranno al centro dell’interesse del mondo intellettuale ed umanistico, proprio come lo fu, per secoli, la Biblioteca di Alessandria, faro del mondo di cui siamo, volenti o nolenti, figli ed eredi.
Elio Clero Bertoldi
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