“Un senso non ce l’ha…“, cantava (e canta tuttora) Vasco. No, non c’è senso a festeggiare Halloween in Italia. Perché si tratta di una tradizione di stampo anglosassone che nulla ha a che vedere con la nostra storia, le nostre tradizioni, il nostro modo di vivere e di intendere la vita. Eppure, questa sorta di “festa”, insulsa e inutile, è entrata prepotentemente nel nostro mondo, insediandosi come una data quasi da segnare in rosso sul calendario, come se si trattasse di una festività comandata, contagiando i più piccoli (ci può stare) e i più grandi (no, non ci può stare). Perché questo sia accaduto e continui ad accadere andrebbe analizzato con gli strumenti della psicanalisi. Il consumismo di massa e la voglia comunque di trovare un modo per evadere dalla quotidianeità non bastano a spiegare come mai adulti stagionati si trucchino da pseudomostri e poi addirittura, così conciati, pubblichino la lora immagine sui social. Questo sì fa rabbrividire.
“Dolcetto o scherzetto?” può andar bene per ragazzini imberbi: un gioco innocente e adatto ad età in cui la maturità è ancora lontanissima. Ma per persone che ormai hanno superato abbondantemente gli “anta” la faccenda deve preoccupare, e anche in modo serio. E così nella notte fra il 31 e il primo di novembre, ma anche ieri sera, sono state organizzate in ogni angolo della Penisola “feste” aventi per tema Halloween. Un rapido sguardo ai menu proposti fornisce illuminanti chiarimenti. Antipasto da paura si legge da qualche parte: sembrerebbe qualcosa fuori dal comune e invece si scopre che verranno serviti i soliti salumi, le solite bruschette, i soliti fritti. E ancora risotto spettrale (al classico risotto alla milanese si aggiunge un po’ di zucca…), fettuccine infernali (una semplice pasta piccante). E che ne pensate delle patate sanguinose? Per carità, i ristoratori fanno il loro mestiere, ma certe esagerazioni sono giustificate solo dal fatto che bisogna assecondare gli istinti più bassi di una certa fetta di popolazione.
E i supermercati, i centri commerciali, gli store addobbati con zucche di plastica con tanto di lucina interna? Un effetto tristissimo e inconcludente. Assai meno di una sagra paesana che, almeno nella maggior parte, propone la celebrazione di piatti particolari o di prodotti tipici della zona. Ma anche in questo caso, con le dovute eccezioni. In una località del centro Italia, era abitudine organizzare ogni estate la sagra del pesce di mare di mare fritto: peccato che la costa più vicina fosse lontana almeno duecento chilometri. Come se a Salemi in Sicilia si celebrassero i pizzoccheri della Valtellina o a Merano la pasta alla Norma…
Insomma, Halloween è una festa inutile e senza radici. Che un senso non ce l’ha proprio.
Buona domenica.
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