Enrico Berlinguer, segretario del Partito Comunista dal 1972 al 1984. Giorgio Almirante, iscritto al Partito Nazionale Fascista (fino al 1943), al Partito Fascista Repubblicano (1943-45) ed al Movimento Sociale Italiano – Destra Nazionale (1946-1988).
Due personaggi estremamente diversi, due uomini agli antipodi. Non li ho mai visti insultarsi in nessun programma televisivo, né in bianco e nero né a colori. Quando l’11 giugno del 1984 morì Enrico Berlinguer, colpito da un ictus durante un comizio per le elezioni europee, Giorgio Almirante si recò in Via delle Botteghe Oscure, allora sede del PCI, dove era stata allestita la camera ardente dell’avversario di sempre (mai nemico) per rendergli un commosso omaggio e si mise in fila, lui, ex-fascista, con gli altri comunisti. Nessuno lo contestò o lo scacciò. Giancarlo Pajetta e Nilde Iotti lo riconobbero, ed affabilmente lo invitarono a seguirlo all’interno davanti alla salma dell’uomo con cui aveva avuto confronti decisi ma leali. Quando Almirante morì, il 22 maggio del 1988, gli stessi Pajetta e Iotti si recarono in via della Scrofa, sede del MSI, per ricambiare l’omaggio, circondati, da parte dei “camerati”, dello stesso rispetto che i comunisti avevano riservato 4 anni prima all’uomo di destra davanti alla bara del loro segretario.
Che rimpianto di quell’uomo di sinistra, che non aveva bisogno di insultare o di demonizzare nessuno! Che rimpianto di quell’uomo di destra che rispettava chi non era dalla sua parte senza offendere e senza odiare. Che nostalgia di quegli uomini!
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