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Il mistero degli Etruschi ancora non si svela

di | 2021-10-16T13:29:47+02:00 17-10-2021 6:30|Cultura, Sezione 7|0 Commenti

FIRENZE – La civiltà etrusca, fiorita durante l’età del ferro nell’Italia centrale, incuriosisce gli studiosi da millenni. Gli Etruschi si distinsero dai loro vicini moderni per le loro straordinarie capacità metallurgiche e l’uso della lingua non indoeuropea e ormai estinta. E il dibattito sulle loro origini è stato intenso e ha coinvolto storici di spicco fin dai tempi del greco Erodoto.

Ora, una nuova ricerca sui progressi scientifici di un gruppo di scienziati provenienti da Italia, Germania, Stati Uniti, Danimarca e Regno Unito, sta facendo luce sull’etrusco origine ed ereditarietà tramite analisi genomica di 82 individui dell’Italia centro-meridionale, coprendo dall’800 aC fino al 1000 dC. I risultati mostrano che gli Etruschi, nonostante la loro espressione culturale unica, erano strettamente imparentati con i loro vicini italiani e rivelano importanti trasformazioni genetiche associate a eventi storici successivi. Quando la lingua etrusca si estinse e fu compresa solo in parte, molto di ciò che inizialmente si sapeva della civiltà etrusca deriva dai commenti di successivi scrittori greci e romani.

Un’ipotesi, sostenuta da Erodoto, indicava l’influenza degli antichi elementi culturali greci per affermare che gli Etruschi discendevano da gruppi di migranti anatolici o egei. Tuttavia, secondo Dionigi di Alicarnasso, gli Etruschi hanno avuto origine e si sono sviluppati localmente dalla cultura villanoviana dell’età del bronzo e sono quindi popolazioni autoctone. Sebbene gli archeologi ritengano che gli Etruschi fossero di origine locale, e anche alcuni studi sul DNA antico in passato hanno sostenuto questa ipotesi, solo oggi con questo studio, dopo aver esaminato per la prima volta i genomi completi, è stato possibile dare risposte definitive sulle origini di questa popolazione.

L’attuale studio combina quasi 2000 anni di informazioni genomiche in dodici siti archeologici e fa luce sul mistero. Infatti, fa notare che non ci sono prove genetiche dello spostamento della popolazione dall’Anatolia. La ricerca mostra che gli Etruschi condividono il profilo genetico dei latinoamericani nella vicina Roma e che gran parte del loro genoma deriva da antenati nelle steppe eurasiatiche durante l’età del bronzo. Dato che i gruppi della steppa furono probabilmente responsabili della diffusione delle lingue indoeuropee, oggi parlate da miliardi di persone nel mondo, la persistenza di una lingua etrusca non indoeuropea in Etruria è un fenomeno intrigante e ancora inspiegabile che richiede ulteriori ricerche archeologiche, storiche, linguistiche e genetiche.

Nonostante alcuni individui del Mediterraneo Orientale, del Nord Africa e dell’Europa Centrale, il patrimonio genetico degli Etruschi è rimasto lo stesso per almeno 800 anni, tra l’Età del Ferro e la Repubblica Romana. Tuttavia, lo studio rileva che durante il periodo successivo dell’Impero Romano, l’Italia centrale ha subito un cambiamento genetico su larga scala derivante dalla mescolanza con le popolazioni del Mediterraneo orientale, che probabilmente includevano schiavi e soldati trasferiti dall’Impero Romano. Guardando indietro al tardo Medioevo, gli scienziati hanno invece identificato antenati nordeuropei che si sono diffusi in tutta la penisola italiana dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente. Questi risultati suggeriscono che i migranti germanici, compresi quelli associati al neonato Regno longobardo, potrebbero aver lasciato un impatto rintracciabile sul paesaggio genetico dell’Italia centrale.

In Toscana, Lazio e Basilicata il patrimonio genetico della popolazione è rimasto in gran parte ininterrotto dall’alto Medioevo fino ai giorni nostri. Questi dati suggeriscono che il principale patrimonio genetico degli esseri umani moderni nell’Italia centrale e meridionale sia stato in gran parte modellato almeno 1.000 anni fa. Nonostante sia necessario ottenere maggiori dati di DNA antico da tutta la penisola italiana per supportare questa ipotesi, sembra che i cambiamenti di discendenza in Toscana e nel Lazio settentrionale avvenuti durante il primo millennio d.C. siano stati di forte impatto, tanto da determinare una trasformazione genetica in gran parte d’Italia.

Boris Zarcone

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