ROMA – Una mostra imperdibile, un viaggio nel mondo di Gustav Klimt. Per gli appassionati, torna dopo ben 110 anni al Museo di Roma, a Palazzo Braschi, il famoso artista austriaco. Era il 1911, quando, uno dei fondatori della Secessione Viennese (l’associazione di 19 persone, tra i quali architetti e artisti di vario genere, che intrapresero una strada automa, libera dal pensiero accademico viennese degli anni Trenta) aveva presentato l”Le tre età della donna” all’Esposizione Internazionale di Arte. Ora, oltre 200 opere, divise in 14 sezioni, provenienti dal Museo Belvedere di Vienna e dalla Klimt Foundation sono pronte per essere ammirate in uno straordinario evento culturale ed artistico, in una doppia tappa tra Roma e Piacenza, presso la Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi con l’esposizione “Klimt intimo”. Un segno, anche, di ripartenza dopo il blocco totale a causa dell’emergenza da pandemia Covid-19.
Dal prossimo 27 ottobre, dunque, Palazzo Braschi accoglie i numerosi turisti ed appassionati questa esposizione intitolata “Klimt. La Secessione e l’Italia”, un chiaro segno, un auspicio della ripresa per una nuova stagione di mostre, dopo il buio periodo dell’emergenza Covid-19. Ovviamente, è necessario che venga presentato il Green Pass. L’esposizione è promossa da Roma Capitale, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali ed è organizzata in collaborazione con il Museo Belvedere di Vienna (dove sono presenti le più grandi opere del celebre pittore come “Il bacio”) e in cooperazione con la Klimt Foundation.
Questa straordinaria mostra è curata da Franz Smola, Maria Vittoria Marini Clarelli e Sandra Tretter, vicedirettore della Klimt Foundation di Vienna. Un ritratto eccezionale dei viaggi dell’artista austriaco e sull’aspetto pubblico, attraverso opere come la punta di diamante, ossia “Il ritratto di signora”, del 1916- 1917: proviene dalla Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza. L’opera era stata rubata nel febbraio 1997, per poi “riapparire” misteriosamente nel dicembre 2019, in un vano esterno del museo, dove è stata ritrovata. La donna ritratta secondo alcune ipotesi potrebbe essere Alma Mahler, amante e musa di Klimt, o forse Ria Munk, già ritratta da Klimt nel 1912 sul letto di morte ed in altri dipinti. Nel 1925 l’opera viene acquistata dall’industriale e mecenate Giuseppe Ricci Oddi e poi donata, appunto, alla città di Piacenza. Klimt, dunque, a Roma dal prossimo 27 ottobre, per ammirare uno degli artisti austriaci più noti e stravaganti.
Gustav Klimt, nato nel 1862 a Baumgarten vicino a Vienna, inizia la sua carriera con dipinti storici Dal 1890 circa, adotta sempre più, il suo inconfondibile ed unico stile espressionista con i tipici motivi decorativi. A Vienna, nel quartiere di Hietzing, dal 1911 fino alla sua morte nel 1918, l’artista utilizza come atelier una modesta casa nel giardino, con un solo piano. Ma dal 1920 diventa un luogo straordinario, perché sia sopra che intorno all’originario laboratorio, viene poi costruita una signorile villa barocca, con al suo interno l’atelier di Klimt, rimasto intatto. La Mostra a Roma si può visitare dal lunedì al venerdì (ore 10 – 20), sabato e domenica (ore 10 – 22). Sul sito ufficiale è possibile invece acquistare i biglietti.
Laura Ciulli
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