GENOVA – Una città importante e complessa come Genova non la si può conoscere in pochi giorni. Specie se si è turisti per caso poiché ci si è andati per altri motivi. Eppure è bastata una settimana scarsa di permanenza perché la sottoscritta ne annusasse l’essenza e se ne innamorasse. Austera e scanzonata, grigia e solare, ricca ed essenziale, indolente e frenetica, irregolare e ordinata, solida e onirica, città marinara aggrappata a monti e colline: Genova ispira coppie di ossimori, con la sua poliedricità che la rende attraente.
Anche se il mare lo si vede bene solo dall’alto, lo si intuisce dietro le navi, le banchine, le mille darsene. Si sente che lo spirito del mare – rude, audace e avventuroso – governa la città, in qualche modo ancorata anche alla mite saggezza delle colline.
Il suo essere porto sul Mediterraneo la rende simile a Palermo, con la quale condivide cultura marinara, splendide palme e pezzi importanti di storia: davanti al teatro “Carlo Felice”, la statua equestre di Giuseppe Garibaldi – uomo di avventura, assetato di libertà e indipendenza, prestato al Risorgimento italiano – collega idealmente la città ligure alla Sicilia, dove nel 1860, con l’impresa dei Mille, l’eroe dei due mondi pose una pietra miliare per l’unificazione politica della penisola. Ma, senza indulgenze per il capoluogo siciliano, bisogna ammettere che Genova la batte per pulizia, per il sistema del trasporto pubblico, per il costante e discreto controllo del territorio da parte delle Forze di polizia locale.
La turista occasionale è rimasta poi affascinata dai mille angoli del capoluogo ligure che ne segnano l’antica grandezza storica: ad esempio la Torre degli Embriaci, l’unica delle numerose torri esistenti nel centro storico ad essere stata risparmiata dall’editto del 1196 del podestà Drudo Marcellino che impose il taglio ad 80 palmi (20 metri attuali circa) di tutte le torri cittadine; torre costruita all’inizio del XII secolo da Gugliemo Embriaco, che si distinse nella conquista cristiana di Gerusalemme nel 1099.
L’ex docente di Storia vibra poi di autentica commozione davanti alla casa di Giuseppe Mazzini, mito del pensiero politico dell’unificazione italiana; si emoziona dinanzi alle vie dedicate ai caduti della Resistenza, e ai tanti monumenti e giardini voluti dall’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) per ricordare il valore della libertà contro tutte le dittature; si perde nel ricordo dell’epica impresa davanti a quella che si dice essere la casa di Cristoforo Colombo, a cui è dedicato un imponente monumento, nel cuore del capoluogo ligure, vicino alla centralissima piazza Raffaele De Ferrari, con la sua storica fontana.
Il centro storico di Genova, uno dei più estesi e densamente popolati d’Europa, ha poi un fascino particolare: brulicante di vita, con i suoi intriganti intrecci di strade, scale, vicoli, portici che si aprono su scorci, chiese e palazzi di straordinaria bellezza, come quelli nei pressi di via Garibaldi. Non a caso dal 2006 una parte del centro cittadino – in particolare le Strade nuove e il Sistema dei Palazzi dei Rolli – è diventato Patrimonio mondiale dell’umanità, tutelato dall’Unesco.
E in via del Campo, nei “caruggi” della città vecchia “Nei quartieri dove il sole del buon Dio non dà i suoi raggi/ ha già troppi impegni per scaldar la gente d’altri paraggi” riecheggia la magia della musica di Fabrizio De Andrè.
Genova si ammira dall’alto da svariate prospettive: ad esempio, dal punto di arrivo della storica funicolare dei Righi (inaugurata nel 1895) e dalla spianata di Castelletto, grazie a uno splendido ascensore pubblico stile liberty.
Tappe irrinunciabili – se il tempo non è tiranno, come per la turista per caso – sono la visita all’Acquario, uno dei più grandi del mondo, e alla Lanterna, il monumento-simbolo della città, il più antico faro d’Europa, tra quelli ancora attivi, essendo stato costruito nel 1128 circa, anche se la forma attuale la si deve alla ricostruzione del 1543. La Lanterna di Genova, alta 77 metri, è anche il faro più alto del Mediterraneo e il secondo in Europa dopo il Faro dell’Île Vierge, nel dipartimento francese di Finistère.
La turista per caso si congeda malvolentieri da una città operosa, sempre in movimento, dappertutto innervata da gallerie, ponti e passanti ferroviari e percorsa a tutte le ore da treni, autobus, tram, funicolari; oltre che – purtroppo, bisogna dirlo – da un frenetico e inquinante viavai di mezzi privati, automobili e moto. Una città resiliente, capace di rialzarsi dalle sue ferite, come il tragico crollo nel 2018 del viadotto Morandi, ora viadotto Genova san Giorgio, ricostruito in tempi record, su progetto del geniale architetto genovese Renzo Piano.
Una città che ha la luce e il calore di casa e dona sensazioni di forza e pienezza.
E la voglia di tornare.
Maria D’Asaro
Nell’immagine di copertina, la splendida fontana in Piazza De Ferrari a Genova
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