PESCOROCCHIANO (Rieti) – “Ognuno ha un borgo dentro che non riesce a vivere da solo, ha bisogno di qualcuno che con l’incanto dello sguardo lo legga e lo racconti”. L’associazione Girgenti “La Majene”, presieduta da Mirko De Angelis, composta da giovani impegnati nella valorizzazione del territorio, ha ottenuto un finanziamento del Piano Locale Giovani per la promozione di un turismo esperienziale legato alla narrazione dei luoghi (storytelling), ospitando il travel blogger Francesco Leone che ha pubblicato i suoi video su Girgenti e dintorni nel sito “talia nascosta”, alla scoperta dei piccoli borghi per favorire il turismo lento e rurale.
In questi giorni i ragazzi hanno lanciato un appello per la costituzione di una biblioteca del territorio del Cicolano. “Vogliamo realizzare un luogo che racconti e conservi la storia, le tradizioni, l’ecosistema delle nostre terre. La biblioteca, che sarà ubicata nella nostra sede sociale a Girgenti, vuole essere un punto di riferimento per tutti coloro che vorranno approfondire lo studio e la conoscenza della nostra terra non solo tramite la raccolta e la catalogazione dei testi, ma anche tramite l’organizzazione di eventi culturali, dibattiti, presentazioni di libri alla presenza degli autori”. La sede è ampia e ben attrezzata, con spazio all’aperto, idonea anche nel mantenimento delle regole anti Covid. Nel parco giochi antistante, l’associazione ha recentemente installato una panchina rossa contro la violenza sulle donne e la prima panchina arancione del Cicolano, in difesa dei diritti Lgbt.
Il primo a rispondere all’appello è stato Giuliano Belloni, con il suo libro (70 pagine di poesia e prosa, con i disegni a matita, carboncino e china, di Ornella Fiorini, poetessa, pittrice e cantautrice) “Ogni borgo è un poeta” (Campanotto Editore), che sarà presentato dallo stesso autore il 26 settembre alle 11. “L’evento è parte di un ciclo di incontri letterari che avranno luogo nella nostra sede sociale nei mesi a venire e che si inserisce nel progetto della Biblioteca del Cicolano”. Nativo di Palombara Sabina, figlio di un bracciante agricolo, la civiltà contadina (grande ammortizzatore sociale, ha plasmato fin dai subito la vita di Giuliano Belloni, studi classici e laurea in filosofia, editorialista del Corriere della Sera. Nel 2003 e nel 2006 ha scritto “L’olio nell’insalata”, in cui ha analizzato i mestieri contadini, “Pane e pomodoro”, in cui si è soffermato sulla frugalità della vita (editi da Ibiskos), nel 2019 “Come faccio a diventare un albero” (ed. Booksprint).
“Belloni è stato il primo a rispondere al nostro appello, donando il suo recente testo alla nostra biblioteca. La civiltà contadina, gli antichi mestieri, la straordinaria bellezza degli antichi borghi sono i protagonisti indiscussi della sua prosa poetica, che evoca immagini dense di significato e valore storico”. Nella stessa giornata verrà posizionata una pianta in ricordo delle vittime del Covid, “con l’auspicio che oltre alla memoria, possa essere il simbolo della rinascita della nostra terra”. I borghi, le loro storie, che sono quelle di chi vive di fatica e sacrifici con semplicità sono i protagonisti del libro: “Sono le braccia, le gambe, la testa di un’umanità nuova che ricerca se stessa – scrive l’autore -. Sono il centro di un diverso stile di vita che desidera instaurare un nuovo rapporto con la natura e il creato e ai borghi, che la pandemia ci ha ricordato di amare, ma non come una moda del momento, bisogna dare nuova speranza e nuova vita”.
Il libro è un dialogo avvincente tra un nonno e i suoi due nipoti in una Milano estiva e deserta, nel Parco del Trenno. Le storie scorrono tra ricordi e fantasia, alla scoperta della natura, in cui il videogioco è l’orto, tutto da scoprire e gli alberi amici da proteggere. Belloni si definisce “artigiano della parola”. Nel libro sono nominati trecento borghi da Nord a Sud, in rappresentanza di tutti i borghi italiani che sono “La Repubblica dei Borghi”, i soli capaci di dare vita a un nuovo Umanesimo. E come non citare Cesare Pavese ne “La Luna e i falò”: “Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti”.
Francesca Sammarco
Nell’immagine di copertina, l’incantevole borgo di Girgenti nel Cicolano
Lascia un commento