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A Palermo riapre il Parco d’Orleans

di | 2021-09-12T07:14:18+02:00 12-9-2021 6:00|Sezione 1, Viaggi|0 Commenti

PALERMO – Il 5 agosto scorso a Palermo è stato riaperto al pubblico Parco d’Orleans, la storica villa adiacente al Palazzo omonimo, sede del governo della Regione siciliana.

Chiuso da quattro anni per irregolarità nella gestione di alcune specie animali, Parco d’Orleans, che si estende per circa tre ettari e mezzo, è uno dei pochi parchi ornitologici italiani: oggi ospita circa 350 esemplari di uccelli di 70 specie diverse, tra cui fenicotteri rosa, pappagalli, capovaccai, pavoni, pellicani, poiane, struzzi, gru; presenti anche altri animali come daini, pesci e testuggini. Suggestivo anche il patrimonio botanico, che comprende araucarie, palme e diversi ficus macrophylla dalle imponenti radici aeree.

Con ingresso libero sino a fine settembre, poi forse con pagamento di un ticket simbolico, l’ingresso al Parco oggi è consentito a tutti, ma solo a piedi, quindi senza motocicli, biciclette, pattini, monopattini, skateboard. Ѐ vietato anche introdurre palloni, aquiloni o altri oggetti che possano arrecare disturbo alla quiete degli animali. Si può accedere a villa d’Orleans dal martedì al sabato dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 19; la domenica solo di mattina, dalle 10 alle 13.

Si hanno notizie di questo spazio verde cittadino già dalla fine del 1400, quando la fertile area – allora percorsa dal torrente Kemonia – fu acquistata dal mercante Onorio Garofolo e venne perciò denominata “fossa della Garofala”. Nel 1801, ormai di proprietà del principe d’Aci Giuseppe Reggio, divenne un’importante stazione di sperimentazione agraria e importò dall’Inghilterra macchinari agricoli all’avanguardia. L’ampia zona verde – circa 46 ettari in totale – passò poi a Ferdinando IV di Borbone che ne fece dono alla figlia Maria Amalia, sposa nel 1809 del francese Luigi Filippo, duca d’Orléans.

Luigi Filippo, che legherà il Parco al nome della sua casata, realizzò un giardino in stile gardenesque, stile assai in voga nel 1800 grazie al botanico e paesaggista scozzese John Claudius Loudon, che diffuse lo stile ‘pittoresco’ ideato da Humphry Repton. Nello stile gardenesque, tutte le piante – alberi o piccoli arbusti – sono posizionate e curate in modo da enfatizzarne ogni potenzialità e solleticare le curiosità botaniche del visitatore; in tale concezione paesaggistica verde, si tende poi ad accogliere e valorizzare le piante esotiche e a creare paesaggi a ‘piccola scala’, elaborati per scorci, nella ricerca del singolo dettaglio e nell’apprezzamento della varietà.

Nel 1800, la cura botanica del parco d’Orleans si deve all’agronomo Vincenzo Tineo, che fu anche stimato direttore dell’Orto Botanico cittadino. Tineo arricchì il Parco con piante esotiche di nuova introduzione in Europa, quali l’araucaria, i ficus e le palme.

Gli Orleans mantennero la proprietà del bene sino al 1950, quando Enrico Roberto, Conte di Parigi, ne cedette 40 ettari all’Università degli Studi di Palermo, che fece sorgere lì il principale polo universitario cittadino; nel 1954 il Palazzo e la restante parte del parco vennero acquistati dalla Regione Siciliana che destinò il Palazzo a sede del Governo regionale. Alla presenza dell’allora capo dello Stato Giovanni Gronchi, il 5 novembre 1955 i cancelli del Giardino d’Orleans furono aperti alla fruizione pubblica. Da allora, non c’è bambino palermitano che non sia andato ad ammirare pappagalli e fenicotteri e non abbia fatto gustare ai daini qualche tenera fogliolina.

La riapertura del Parco d’Orleans è stata inaugurata dal governatore della Regione siciliana Nello Musumeci, lieto che questo straordinario angolo di flora e fauna sia stato restituito a cittadini e turisti.

Tornare a villa d’Orleans è davvero una festa per tutti: sia per i bambini di oggi, che per nonni, papà, mamme, zie e zii, ex bambini di ieri…

Maria D’Asaro

 

Già docente e psicopedagogista, dal 2020 giornalista pubblicista. Cura il blog: Mari da solcare
https://maridasolcare.blogspot.com. Ha scritto il libro ‘Una sedia nell’aldilà’ (Diogene Multimedia, Bologna, 2023)

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