Sos Terra, il pianeta è in “codice rosso” e se nell’immediato non cambieremo il sistema di vita, l’umanità e gran parte degli animali si estingueranno.
Il Sesto Rapporto del Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (Ipcc), pubblicato pochi giorni fa, è un monito di una drammaticità senza precedenti nella storia degli studi sul clima targati Onu: “Ogni mezzo grado di riscaldamento globale provoca un aumento chiaramente percepibile della frequenza di eventi estremi”.
Stiamo correndo verso il punto di non ritorno e i segnali che la Natura ci manda sono inequivocabili, i cambiamenti climatici e le drammatiche conseguenze sono evidenti. Fermiamo la mano distruttiva dell’Uomo o nel giro di qualche decennio non ci saremo più.
Cosa sta succedendo? Ce lo dice l’ultimo rapporto dell’Ipcc: “Le emissioni antropiche dei principali gas serra sono ulteriormente cresciute, raggiungendo nel 2019 concentrazioni di 410 parti per milione (ppm) per CO2 e 1866 parti per miliardo (ppb) per il metano”.
La temperatura media globale del pianeta nel decennio 2011-2020 è stata di 1,09°C superiore a quella del periodo 1850-1900 e la parte preponderante del riscaldamento climatico è provocata dalle emissioni di gas serra prodotte dalle attività umane. A seguito del riscaldamento climatico il livello medio dell’innalzamento del livello del mare fra il 1901 e il 2020 è stato di 20 cm, con una crescita media di 1.35 mm/anno dal 1901 al 1990 e una crescita accelerata di 3.7 mm/anno fra il 2006 e il 2018. La concentrazione dei principali gas serra è oggi la più elevata degli ultimi 800.000 anni. Tutti i più importanti indicatori delle componenti del sistema climatico (atmosfera, oceani, ghiacci) stanno cambiando ad una velocità mai vista negli ultimi secoli.
Nel corso degli ultimi 50 anni la temperatura della Terra è cresciuta ad una velocità che non ha uguali negli ultimi 2000 anni che ha significato anche un’evidente riduzione dei ghiacciai terrestri e l’aumento medio del livello del mare sta crescendo a una velocità mai riscontrata prima.
Il nostro futuro si mostra drammatico e inevitabile anche se la pandemia del Covid-19 e il conseguente lockdown ha dimostrato, seppure per un periodo breve, che con la riduzione delle attività umane si sono abbassate anche sensibilmente le emissioni degli inquinanti in atmosfera e la produzione di gas serra. Con un temporaneo miglioramento della qualità dell’aria a livello mondiale ma nessun effetto sulla concentrazione di CO2 in atmosfera e, conseguentemente, nessun apprezzabile effetto sulla temperatura del pianeta. Questo perché per contrastare il riscaldamento climatico sono necessarie riduzioni della concentrazione di CO2, che permane in atmosfera per centinaia di anni, e degli altri gas serra, che devono essere sostenute nel tempo fino alla completa decarbonizzazione.
Vi sono conseguenze dei cambiamenti climatici già riscontrati ritenuti irreversibili nel breve periodo: con 1,5°C di riscaldamento globale ci saranno ondate di caldo in aumento, stagioni calde più lunghe e freddo più breve; a 2°C di riscaldamento globale le temperature estreme raggiungerebbero più spesso la soglia di tolleranza sia per la salute che per l’agricoltura; aumenteranno cicli di inondazioni e siccità; con l’innalzamento del mare saranno più forti gli effetti dell’erosione sulle coste.
Nel rapporto dell’Ipcc 2021 c’è scritto che comunque da qui a vent’anni la temperatura della Terra aumenterà mediamente di 1,5 gradi rispetto alla media del periodo 1850-1900 superando la soglia oltre la quale non sarà più possibile tornare indietro. Si innalzerà il livello degli oceani, si scioglierà la calotta polare artica, si scioglieranno le nevi del permafrost siberiano, e si moltiplicheranno gli eventi climatici estremi.
C’è una via per salvare il pianeta? Tagliare le emissioni di CO2 entro il 2050, parliamo di 51 miliardi di tonnellate all’anno che entro quella data dovranno diventare zero. E sinceramente questo appare un traguardo irraggiungibile. Altrimenti, la temperatura continuerebbe ad aumentare e le probabilità di estinzione dell’umanità nel giro di qualche decennio diventeranno assai elevate.
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