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Vaccino Covid, una risata ti sconfiggerà

di | 2021-08-08T12:49:19+02:00 8-8-2021 6:00|Attualità, Sezione 1|0 Commenti

PALERMO – Si può ridere ai tempi del Covid? Sì. E una serie di divertenti aneddoti capitati ai “vaccinandi” raccontano che una risata è sempre terapeutica per superare la paura. Chissà, forse  “Una risata ci salverà”, come diceva Charlie Chaplin. “Si chianci o si riri i così vannu sempre comu annu a gghiri, e allora riri” (Se piangi o se ridi gli eventi seguono il corso che devono seguire, e allora ridi), con questa frase Nonna Maria, 82 anni, commenta in fila davanti al centro vaccinale della Fiera del Mediterraneo di Palermo. “Figlia mia – prosegue – mettiamoci nelle mani del Signore e vacciniamoci”. Anche durante le vaccinazioni, anche quando sono spaventati dal temutissimo ago e dal vaccino, i siciliani riescono a prenderla con filosofia.

Nei centri vaccinali, negli ospedali, negli hub siciliani (e non solo) si sentono e si vedono scene di una commedia tutta all’italiana, un po’ di leggerezza ci vuole per stemperare la tensione legata a un tema tanto serio come quello della vaccinazione anti-Covid. Ed eccola Francesca di anni 41 che descrive la sua prima vaccinazione fatta il 4 giugno presso la Fiera di Palermo: “La situazione che ho vissuto è questa: una donna dalla voce squillante chiamava i numeri – e ride mentre racconta – e io mi sono sentita al Bingo. Volevo chiedere alla vicina se il 327 fosse uscito, ma mi sono trattenuta perché temevo non cogliesse l’ironia e mi mandasse al diavolo, tesa com’era”. Poi si ferma e prosegue: “Ma la persona che maggiormente mi ha colpito – enfatizza con le mani il gesto – era la signora in terza fila che macinava le poste del rosario come se non ci fosse un domani”. Poi fa una pausa e continua: “Posso dirla tutta? Chi era in attesa del proprio numero era così concentrato che ero convinta che dopo qualche istante sarebbe partita la musica di Jerusalema ed ero certa che tutti si sarebbero alzati e messi a ballare in un flashmob”.

C’è chi invece, dopo l’ultimo saluto e bacio alla moglie, con tanto di dettagliata descrizione di dove si trovano tutte le password del pc e delle utenze (che nemmeno il KGB in segreta alleanza con la CIA potrebbe decriptare ) e dopo il segno della croce si è recato, non senza ansia, presso il centro vaccinale, con il pensiero fisso: “Ma chi me l’ho fatto fare?”. “L’esperienza del primo vaccino nel centro del CTO di Palermo – confessa Franco classe ‘47 – è stata indimenticabile, non mi divertivo così da anni”. In che senso? “Eravamo tutti in fila fuori nel cortile per evitare un assembramento all’interno dei locali, quando un signore con la faccia di chi va al patibolo è stato chiamato ed è entrato con la moglie”. Diciamola tutta: chi, in attesa della prima dose, non ha sbirciato chi lo aveva preceduto per cercare le reazioni? Osservando le espressioni, cambio di colorito, se il candidato si tocca la testa, se tossisce, se manifesta sofferenza, se sbadiglia, se respira, se suda. Se è ancora umano.

“All’improvviso – continua Franco – il neo vaccinato ha varcato la porta e si è recato verso l’uscita dove c’eravamo tutti a osservare le varie espressioni post vaccino, quando improvvisamente questo signore corpulento, si è messo le mani in testa e ha cominciato a urlare”. Come? Si è sentito male? “Ha iniziato a urlare: ‘Bedda matriii’ (mia bella madre ovvero Madonna mia)”. “In pochi istanti – commenta Franco – il panico ha preso il sopravvento nel centro vaccinale, io stavo parlando al telefono con mio figlio e ho chiuso per prestare soccorso. Una vecchietta accanto a me, riacquistati vent’anni con passo celere ha abbandonato il braccio della figlia che l’accompagnava, dicendole: ‘Io me ne sto andando’ e quasi per miracolo da claudicante si è trasformata in atleta”. Insomma tra la folla serpeggiava il pensiero della fuga. E poi? “Tutti abbiamo guardato con la coda dell’occhio il numero successivo che stava per essere chiamato, mentre qualcuno commentava con un filo di voce: ‘Mischino’ (poverino)”. Ma cosa era successo allo sventurato? “Mentre il panico galoppava – spiega Franco – il neo vaccinato ha guardato la moglie a cui stava venendo un infarto per lo spavento e le ha detto ‘mi futt… u portafogghiu’ (perbacco, mi hanno sottratto con destrezza il portafoglio). A quel punto la moglie gli ha dato un sonoro scappellotto e gli ha risposto ‘Cretino, ce l’ho in borsa io”. “Alla fine – conclude – ci siamo messi tutti a ridere con le lacrime ed è stata una liberazione da tutte le tensioni, mentre la vecchietta ringiovanita dopo lo spavento, ha iniziato ‘sonoramente’ a insultare il neo vaccinato. Mi limito a ripetere la parte in cui gli ha inveito contro: ‘Mi facisti moriri ru scantu’ (mi hai fatto morire di paura)”.

Non mancano episodi esilaranti anche nella Sicilia Orientale, dove Leonardo, vaccinando a Messina, nella scheda dell’anamnesi ha scritto di sospettare di essere incinta. “Appena ho visto il dottore che mi doveva vaccinare – commenta – l’ho guardato negli occhi, preciso che il medico era molto giovane, e gli ho chiesto: Ma la Comunione l’hai già fatta? Naturalmente mi ha preso subito in simpatia. E poi ho continuato: ‘Ti pare che mi struppppiiii?’ (pare a te che mi fai male?)”. Ritorna anche per Leonardo il rito delle ultime volontà: “Per non sapere né leggere né scrivere – afferma – prima di uscire di casa per fare il vaccino ho lasciato chiare disposizioni sui miei beni”. Ma alla fine il vaccino lo ha fatto? “Certo – continua – ma prima di procedere ho chiesto al medico, con il quale ho praticamente fatto amicizia, di farlo sul braccio destro. Il medico mi ha guardato e mi ha chiesto se fossi mancino, ma io gli ho riposto che preferivo il destro… che se poi mi fosse venuto un infarto, almeno non avrebbero detto che era l’indolenzimento della puntura”.

E l’ago sembra essere uno dei principali spauracchi soprattutto tra gli uomini. Ed effettivamente proprio l’Oms ha dichiarato che un 10% della popolazione mondiale ha l’incubo dell’ago, una vera fobia. “Proprio da Messina – suggerisce Leonardo – sono arrivate le prime ‘siringhe’ senza ago che inoculano con un sistema di alta pressione il vaccino senza la necessità delle classiche punture, è stato presentato questo strumento innovativo presso l’Hub della Fiera di Messina, si chiama Comfort – in”. Ebbene per non fare il vaccino non c’è più la scusa dell’ago. “Mi è capitato un caso – spiega il dottor Candela, medico vaccinatore di Castelvetrano e Partanna – di una coppia in cui il marito era talmente terrorizzato dall’ago che per convincerlo, gli ho dovuto fare la dose di vaccino abbracciato alla moglie. Spesso anche gli uomini che sembrano all’apparenza i più impavidi, davanti alla puntura tremano”. Quando non svengono.

E nel centro vaccinale di Triscina di Selinunte, open day tutti i sabato mattina di agosto, per chi in vacanza decide di vaccinarsi, non manca infatti un gruppo di medici pronti ad accoglierli con un sorriso, a due passi dal mare. “Arrivano tante persone – continua il medico – soprattutto turisti provenienti dal nord Italia. Se una persona però – spiega – dichiara di avere avuto patologie importanti, soprattutto legate ad allergie ai farmaci gli consigliamo di fare il vaccino presso un centro ospedaliero”. “Purtroppo – aggiunge – mi è capitato un paziente che dopo avere affermato di avere avuto una seria reazione allergica a un farmaco, dopo il mio consiglio di recarsi presso l’ospedale di Castelvetrano, ha reagito violentemente come se non volessi somministrargli il vaccino e gli volessi fare perdere del tempo, ma noi preferiamo la prudenza”. E qualcosa di divertente? “E’ sempre un momento simpatico – conclude – quando i pazienti storpiano un po’ i nomi delle patologie o dei farmaci. Di sicuro quello che ricordo con il sorriso è il nome di Pfizer che viene spesso chiamato il vaccino Freezer”.

Alla fine c’è poco da fare in Sicilia ridere è una filosofia di vita e davanti a un problema basta dire: “Nenti ci fa” (non fa niente) rende tutto sempre più leggero.

Alessia Orlando

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