//Giuseppe, una laurea contro i pregiudizi

Giuseppe, una laurea contro i pregiudizi

di | 2021-08-15T06:35:24+02:00 15-8-2021 6:37|Punto e Virgola|0 Commenti

Lui si chiama Giuseppe; anzi Giuseppe Fausto, per la precisione. Ha 28 anni a vive a Turriaco, comune di poco meno di tremila anime che fa parte della regione della Bisiacaria, denominazione attribuita ad una zona geografico-linguistica posta nella parte meridionale della provincia di Gorizia, inclusa in un immaginario triangolo avente per lati il golfo di Panzano, il fiume Isonzo e il limite occidentale dell’Altopiano Carsico. Un’area abbastanza dimenticata e piuttosto sconosciuta alla gran parte dei cittadini italiana. Eppure, da quelle parti, qualche settimana fa c’è stato un evento abbastanza singolare. Già, perché Giuseppe Fausto si è laureato, festeggiatissimo dai genitori Graziella Stacul e Antonio Virgolin, in Scienze dell’educazione e della formazione.

E cosa ci sarebbe di strano? Qual è la notizia, si chiederebbe attonito un qualunque caporedattore di un qualunque giornale. Beh, la notizia non è affatto banale perché il neo dottore è un ragazzo affetto dalla sindrome di Down. “Il messaggio semplice: l’accessibilità tra comunicazione e informazione”: questo il titolo della tesi, che è stata seguita come relatrice dalla professoressa Silvia Mei, dell’Università di Padova. Voto finale di laurea 98/110. “Giuseppe è il terzo giovane della regione affetto dalla sindrome di Down a essersi laureato, dopo Chiara Jacumin di Monfalcone, sempre a Padova, e Maria Chiara Coco di Gorizia a Udine”, sottolinea mamma Graziella, fino a poco tempo fa docente alle superiori e adesso in pensione. Il racconto di quanto accaduto in quel paesino dell’estremo nord-est della penisola è stato pubblicato su Il Piccolo a firma Laura Blasich.

Il percorso scolastico di Giuseppe Fausto è stato complicato e, negli ultimi due anni, ancor più difficoltoso a causa della pandemia. L’inserimento e l’apprendimento sono stati realizzati nel corso degli anni attraverso la Cfa, la Comunicazione facilitata alfabetica. E qui una breve digressione è d’obbligo in quanto si tratta di una tecnica non riconosciuta dalla comunità scientifica ma impiegata da alcuni operatori ed educatori per aiutare persone con gravi disabilità psichiche e fisiche. La Cfa prevede l’impiego di una tabella alfabetica o di una tastiera, o di qualunque supporto su cui possano essere indicati o digitati numeri e lettere.  Un assistente (detto “facilitatore”) fornisce un supporto sia morale che fisico sostenendo (o toccando) la mano, il polso, l’avambraccio, il gomito o la spalla della persona con disabilità, definita “partner comunicante” o “facilitato”. Con questo aiuto, il facilitato indicherebbe su una tavola alfabetica, una tastiera di computer o un dispositivo simile lettere che formerebbero le parole e le frasi che altrimenti non potrebbe esprimere. Va aggiunto che molti ricercatori nel campo della disabilità la considerano una pseudoscienza che può anche causare disagi emotivi alle persone con disabilità comunicative che la impiegano, alle loro famiglie e agli operatori. Nel 2015 la Svezia ha proibito nelle proprie scuole speciali l’impiego di tale metodo.

La piazza di Turriaco

Come che sia, Giuseppe Fausto ha utilizzato proprio tale tecnica per poter progredire negli studi. “A Turriaco e poi alle medie di Fogliano abbiamo incontrato persone motivate e partecipi”, aggiunge la signora Graziella che sottolinea invece le difficoltà incontrate dalla terza al liceo scientifico di Gorizia. La famiglia è costretta a ritirare Giuseppe e poi a trasferirlo allo scientifico di Cervignano. Ma i problemi non sono finiti: “La sfiducia nei confronti della Cfa da parte dell’Ufficio scolastico provinciale si è riproposta – prosegue la mamma –. Così l’anno è finito con un nuovo ritiro e la decisione di rivolgerci al centro ‘Il grillo parlante’ di Thiene”. Giuseppe recupera due anni in uno e poi si diploma all’istituto tecnico socio-educativo di Castelfranco. Per arrivare a quel primo fondamentale traguardo, sono stati necessari l’impegno delle famiglie, di altri ragazzi, di docenti e persone sensibili che nel 2003 hanno fondato a Gorizia l’associazione ‘Diritto di parola’ e sostenuto l’uso, appunto, della Cfa.

Ma Giuseppe non si vuole fermare e i suoi genitori gli sono come sempre al fianco. “Desiderava fare Psicologia e così ci siamo rivolti a Padova, l’unica università dell’area che al tempo accettava la Cfa, mentre ora si è aggiunta Udine – sempre mamma Graziella –. Poi è stato indirizzato a Scienze dell’educazione. Ora siamo qui e andremo avanti passo dopo passo, come abbiamo fatto finora. Abbiamo sempre riconosciuto le potenzialità di Giuseppe e non ci siamo mai nascosti le difficoltà”. Insomma, per ora c’è la laurea triennale, per il futuro si vedrà. Gli auguri sono proprio d’obbligo.

Buona domenica e buon Ferragosto.

Nell’immagine di copertina, Giuseppe Fausto con mamma Graziella e papà Antonio il giorno della laurea (foto Il Piccolo)

 

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