“Nonostante il cuore sia gonfio di dolore per la Sardegna in fiamme, una storia commovente e bella è stata raccontata dagli abitanti di Tresnuraghes (Oristano). Mentre andavano via dalle loro case evacuate, al centro del paese hanno visto arrivare due cani pastore maremmani con al seguito il loro gregge. Sono entrati in città, hanno guidato fino alla cittadina sarda le loro pecore, da soli, senza il loro pastore. Sono riusciti a salvare il gregge. Due eroi, due meravigliosi 4 zampe. Ecco che forse non tutto è perduto, finché c’è il cuore. Grazie amici cani. Avete commosso anche noi”.
E non è l’unico caso di cani che hanno difeso e portato in salvo il gregge a loro affidato ma in altre situazioni, purtroppo, si è trattato di un sacrificio finito drammaticamente.
A Tresnuraghes un cane è stato salvato in extremis quando il fuoco ormai lo aveva circondato. Il veterinario Angelo Delogu scrive su Facebook: “E’ rimasto fermo sul muretto mentre le fiamme lo avvolgevano… No, non l’ho soppresso perché guarirà, stabilizzato e mandato in clinica per l’ospedalizzazione perché qui nel frattempo ci si prepara al peggio. Grazie a Nicola Pianu per la disponibilità, manon ha il chip, dubito che succeda ma se qualcuno dovesse riconoscerlo si faccia sentire. Ora il cane è alla clinica veterinaria Duemari di Oristano e sicuramente si salverà dopo le cure”.
Si tratta di alcuni post letti su facebook all’indomani del disastroso rogo che ha devastato oltre 25 mila ettari di bosco e macchia mediterranea nell’Oristanese, nella parte occidentale della Sardegna e costretto all’evacuazione di oltre 1500 persone. Nella zona tra Cuglieri, Tresnuraghes, Montiferru. Si parla dei gravi danni all’agricoltura, al patrimonio boschivo e all’economia dell’Isola, si parla molto meno delle sofferenze degli animali investiti dalle fiamme: pecore, agnelli, vacche, cavalli, asini, cani e gatti. Molti sono morti arsi vivi, altri soffocati dal fumo o avvelenati dalle esalazioni del fuoco. Un conto preciso non è ancora possibile. Ma da questi avvenimenti disastrosi che hanno colpito duramente la Sardegna e il cuore di tutti gli italiani emergono alcuni episodi che portano alla ribalta della cronaca l’abnegazione, la fedeltà e, senza esagerazione alcuna, l’eroismo dei cani pastori ai quali era stata affidata l’incolumità del gregge. Sì, in alcuni casi si è trattato di vero e proprio eroismo se si va ad analizzare i fatti così come riportato da alcuni testimoni oculari. L’amico più fedele dell’uomo ha messo a repentaglio la propria vita, in molti casi restando ucciso, pur di salvare il bene più prezioso del proprio padrone, il gregge.
E dopo questa tragedia che ha colpito la Sardegna il danno all’ambiente e alla fauna selvatica viene in qualche modo trascurato. “Una catastrofe così grave che avrà conseguenze inimmaginabili per i prossimi 15 anni” ad affermarlo è stato Giovanni Contini, ispettore regionale delle Guardie Zoofile della Sardegna. Per lui siamo di fronte a “una tragedia passata inosservata”. “Ci aspettavamo di essere inondati di chiamate per segnalazioni di interventi per la fauna selvatica, ma non è arrivata nessuna richiesta dalla Regione o dai Forestali”.
A finire uccisi in modo atroce dalle fiamme e dal fumo alcuni cani da guardia, cani pastore, tanti gatti. In un gattile di Oristano trenta felini sono rimasti bloccati nelle gabbie. Tantissimi gli animali selvatici rimasti uccisi. Al canile di Cabras, invece, decine di cani sono stati salvati dai volontari dell’Enpa di Oristano e dai Vigili del Fuoco. “Alcuni cani impauriti si erano nascosti dentro una radice di ulivo per tutto il tempo dell’incendio e sono usciti illesi – continua Contini -. Non ce l’avremmo mai fatta senza l’aiuto dell’elicottero e dei volontari».
“Una strage che poteva essere evitata – afferma Carla Rocchi, presidente nazionale Enpa -. Nonostante l’altissimo numero dei Forestali presenti, gli incendi in Sardegna ci sono ogni anno e la Regione dimostra ancora una volta la solita inefficacia nel prevenirli, priva com’è di concreti servizi di monitoraggio. Ci vorrebbe la sospensione della caccia nei territori che hanno subito incendi, soluzione mai accolta dalle Regioni”.
Intanto si mobilitano i veterinari da ogni parte dell’isola, coordinati dall’Associazione circolo veterinario sardo che sta organizzando gruppi di solidarietà per soccorrere gli animali feriti e offrire supporto con cure e medicine.
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