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Lollove, il piccolo borgo rinasce col Festival deleddiano

di | 2021-07-24T18:55:17+02:00 25-7-2021 6:25|Cultura, Sezione 6|0 Commenti

NUORO – Lollove è una frazione di Nuoro che dista circa 15 chilometri dal capoluogo. Nei documenti la si trova menzionata come Loloe, Lolove o Loloy. In lingua sarda è chiamata Lollobe. Per anni dimenticata, questa piccola frazione nuorese è una vera perla dove i visitatori trovano pace, ristoro, buon cibo, arte, storia e cultura. Secondo la tradizione, tramandata oralmente dai pastori, Lollove venne colpito dalla maledizione di alcune suore fuggite dalla chiesa di S. M. Maddalena dopo essere state accusate di avere avuto rapporti intimi con i pastori del paese. Nel lasciare il piccolo borgo che le ospitava lanciarono la seguente maledizione: “Lollove Sarai come acqua del mare; non crescerai e non morirai mai”.

Pur essendo quasi disabitata, ad oggi vi risiedono infatti solo pochi anziani, circa 12; da un punto di vista architettonico conserva la struttura medioevale e le forme antiche degli antichi borghi rurali sardi. Bellissima da visitare è la chiesetta seicentesca della Maddalena, in stile tardo gotico, con archi a sesto acuto in trachite rossa, ma caratteristico è anche l’antico monastero che ospitava le monache, in uso fino a tutto l’Ottocento, che attualmente è stato riutilizzato come casa privata. Dal 2004 circa sono in attuazione progetti per la valorizzazione del centro di antica formazione del paese di Lollove e di valorizzazione e preservazione del piccolo borgo rurale.

Nei giorni scorsi, per ritrovare “i luoghi dell’anima”, perché come diceva la grande scrittrice sarda “cuore bisogna avere, null’altro”, ha avuto inizio la seconda edizione del Festival deleddiano, una tre giorni che non vede protagonista il mare e la costa sarda ma la letteratura e che ci si auspica possa divenire per tutti un appuntamento annuale. Nonostante la pandemia, lo scorso anno il Festival letterario dedicato a Grazia Deledda, facendo capolino in punta di piedi, ha offerto alla cittadinanza nuorese e a tutti gli appassionati di letteratura momenti di cultura dedicati al centenario de “La madre”, opera deleddiana ambientata proprio nel paese di Lollove. Quest’anno, che si festeggia il 150° anniversario della nascita di Grazia Deledda, questo appuntamento non poteva certo mancare, sia per unire gli studiosi del premio Nobel e gli scrittori, ben 11, sia gli artisti, i musicisti, i poeti sia per valorizzare il territorio, sostenendo la piccola economia che a Lollove in passato rifioriva solo durante la manifestazione autunnale di “Cortes apertas” e oggi rifiorisce grazie al Festival dedicato a Grazia Deledda.

L’associazione “Salpare” e la neonata associazione del borgo, “Uniamoci Lollove”, nella comunione di intenti, ha gestito in modo magistrale l’evento. Tale manifestazione, unica nel suo genere, ha avuto il plauso del presidente Mattarella, che ha conferito alla manifestazione la “Medaglia di Rappresentanza”, nonché il patrocinio e il contributo della Fondazione di Sardegna e dell’I.S.R.E, il patrocinio del Ministero della cultura, della Regione Sardegna e della città di Nuoro. Tantissimi gli autori, le autrici, gli artisti e le artiste presenti: da Vanessa Roggeri, autrice del “Battito dei ricordi”, Daniela Pisu e l’Associazione Nino Carrus, Ciro Auriemma autore de “Il vento ci porterà”, Maria Teresa Petrini, Antonio Maria Masia autore di poesie in “limba”, Francesco Abate autore de “Il delitto della salina”, il musicista Ennio Santaniello, l’illustratrice Claudia Piras con MANCA SPAZIO, Massimiliano Fois, la Compagnia I Senza Pretese, la Corale Femminile Priamo Gallisay di Nuoro, Graziano Siotto in duplice veste di direttore organizzativo del festival e autore del libro “L’orfanotrofio di Nuoro”, Alessandra Derriu autrice de “L’erdità di Angela – Magia e stregoneria tra ‘800 e ‘900”, Anthony Muroni autore del libro “Mario Melis – il presidente dei sardi” e tanti altri che hanno arricchito con i loro interventi e le varie performance lo strepitoso weekend lollovese.

Tantissimi i ragazzi e le ragazze che hanno curato, professionalmente e con il sorriso, nonostante il caldo e la stanchezza, tutti gli allestimenti degli spazi e la gestione delle prenotazioni e degli accessi sicuri a tutela di tutti i partecipanti. Un ringraziamento speciale, per la buona riuscita del festival, è dovuto alla direttrice artistica Neria De Giovanni, autrice di quasi 40 volumi tra saggistica e prosa letteraria, che è considerata un’esperta del Premio Nobel Grazia Deledda cui ha dedicato 12 volumi: critica letteraria, studiosa ed autrice di libri incentrati su figure femminili di primo piano nel campo della storia, dell’arte e letteratura, che ha ideato il programma di questa seconda edizione, e alla direzione organizzativa di Graziano Siotto, e ai soci delle associazioni organizzatrici “Uniamoci Lollove” e “Salpare”. Con il musicista poetico Massimiliano Fois si è conclusa la seconda edizione del Festival deleddiano a Lollove.

Sotto un cielo stellato e come sfondo il campanile di Santa Maria Maddalena, Massimiliano Fois e la sua band di musicisti hanno commosso tutti i partecipanti. “Breviario per notturni campestri” ha saputo accarezzare con le sue dolci note ogni singolo partecipante e deliziare un intero paese, rapendoci e immergendoci un una dimensione quasi estatica tra note e versi. A tutti coloro che hanno partecipato al Festival come organizzatori, autori, protagonisti o semplici spettatori va il grazie di tutta la comunità nuorese per essersi immersi nel clima deleddiano e aver permesso al piccolo borgo di Lollove di regalare emozioni e infondere in ognuno di noi il desiderio di ritrovarsi li il prossimo anno per una nuova edizione della manifestazione più ricca appassionante e coinvolgente.

“Ho avuto tutte le cose che una donna può chiedere al suo destino, ma grande sopra ogni fortuna la fede nella vita e in Dio. Ho vissuto coi venti, coi boschi, colle montagne. Ho guardato per giorni, mesi ed anni il lento svolgersi delle nuvole sul cielo sardo. Ho mille e mille volte poggiato la testa ai tronchi degli alberi, alle pietre, alle rocce per ascoltare la voce delle foglie, ciò che dicevano gli uccelli, ciò che raccontava l’acqua corrente. Ho visto l’alba e il tramonto, il sorgere della luna nell’immensa solitudine delle montagne, ho ascoltato i canti, le musiche tradizionali e le fiabe e i discorsi del popolo. E così si è formata la mia arte, come una canzone, o un motivo che sgorga spontaneo dalle labbra di un poeta primitivo”: Grazia Deledda, Discorso in occasione della consegna del Premio Nobel.

Per questo attendiamo con trepidazione il prossimo Festival letterario nel 2022.

Virginia Mariane

Amante del buon cibo, di un libro, della storia, dell’archeologia, dei viaggi e della musica

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