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Fobie, malesseri diffusi da curare con metodi seri

di | 2021-06-11T19:34:07+02:00 13-6-2021 6:25|Attualità, Sezione 6|0 Commenti

NUORO – Il termine fobia indica un’irrazionale e persistente paura o repulsione verso certe situazioni, animali, persone, oggetti, attività che, nei casi più gravi, può arrivare a limitare l’autonomia o, addirittura, generare l’isolamento e il bisogno di evitare qualsiasi contatto. Eppure non rappresenta un reale pericolo per la persona ma ne limità la libertà e ne condiziona il corso della vita. Le fobie sono paure prive di razionalità, assolutamente personali, e talvolta possono essere più o meno strane. Possono trovare la loro origine in eventi traumatici, in associazioni mentali, in episodi risalenti all’età infantile o, semplicemente, nel caso. “La fobia è il tentativo di costruire una difesa contro la propria ansia allontanandone ostinatamente l’occasione di manifestarsi con uno scongiurante e precipitoso atteggiamento di rifiuto che non fa che evocarne continuamente il fantasma” recitava Giovanni Jervis nel Manuale critico di psichiatria (1975).

Somnifobia, ossia paura di addormentarsi

Le persone che soffrono questo stato di malessere hanno piena coscienza del fatto che le loro paure non sono condivise dagli altri, eppure non riescono a controllarle, men che meno a vincerle. Il principio darwiniano della lotta per la sopravvivenza porta ad autodifendersi, perciò cercano di evitare di venire a contatto con quanto generi in loro senso di angoscia e terrore. Seppur privo di lucidità mentale, davanti al pericolo, chi è investito da qualunque forma di fobia evita le situazioni che fanno scattare la paura. “Meglio prevenire che curare”, come recita un vecchio e saggio detto. Esistono fobie abbastanza diffuse e molto note, altre invece sono meno conosciute e particolarmente strane. Chi non soffre di alcuna fobia spesso non comprende la condizione di chi ne è affetto, tende a sminuire la sua situazione e talvolta a deridere addirittura chi lotta contro questi mostri immaginari ma deleteri per il corpo e la psiche.

Cinofobia, paura dei cani

Solitamente, invece, chi ne patisce le conseguenze ha una comprensione maggiore per chi convive con questo stato di malessere che spesso provoca depressione, rabbia, crisi di panico, anche se ciò che provoca le proprie ansie è differente. Conosciamo l’agorafobia (cioè la paura degli spazi aperti), la glossofobia (la paura di parlare in pubblico, che si può presentare sia nel momento in cui si è costretti a fare un discorso di fronte a molte persone ma anche al solo pensiero di doverlo fare), la claustrofobia (ossia la paura degli spazi chiusi), l’aracnofobia (la paura dei ragni), la cinofobia (scatenata dai cani e dalla paura di essere attaccati o morsi dagli stessi), e l’elenco potrebbe continuare ancora.

Aracnofobia, paura dei ragni

Eppure esistono fobie ben più strane e sconosciute al mondo che, negli ultimi anni, si sono largamente diffuse tra le persone. Una di queste è la xantofobia, ossia la paura del colore giallo. Basta solo vederlo, anche se si tratta del sole, di un fiore, un vestito, un’autovettura, un tendaggio, una casa, un cibo come il semplice limone di colore giallo per provare ansia, terrore, panico. Nei casi estremi la fobia si scatena anche solo sentendo la parola giallo. Di solito, nasce collegando il colore a un evento traumatico, ma in alcune società il giallo è il colore che spesso viene messo in relazione con la sfortuna o il lutto. Alcuni critici fanno risalire il significato sfortunato del giallo al 1700, addirittura al commediografo francese Moliére che, dopo essersi presentato vestito di giallo alla prima rappresentazione della sua commedia “Il malato immaginario”, morì dopo pochi giorni. I sintomi più comuni di questa fobia sono provare un senso di paura irrazionale, avere la tachicardia e l’ansia, addirittura avere la bocca secca che impedisce al malcapitato di articolare anche i più semplici fonemi e comporre semplici frasi.

Ma gli ultimi studi, in cima alla lista delle fobie dell’ultimo millennio, inseriscono la somnifobia, cioè la paura di addormentarsi. E’ differente dall’insonnia spesso causata da stress, troppo lavoro, magari davanti a un monitor del pc, pensieri che attanagliano la mente. La somnifobia è l’idea irrazionale e immotivata che si potrebbero verificare incidenti e pericoli mentre si è addormentati. Perciò si evita l’eventuale pericolo non dormendo proprio. Ciò che genera spavento, quindi, è l’assenza di controllo sull’ambiente esterno mentre si è incoscienti nello stato di sonno. Talvolta è la paura di avere incubi a creare questa patologia e i sintomi della somnifobia generano irritabilità, agitazione, ansia generalizzata.

Agorafobia, cioè paura degli spazi aperti

Esiste una grande differenza tra fobia e paura. La paura infatti è un sentimento che tutti gli uomini prima o poi provano durante la loro esistenza, è un sentimento normale che ci protegge da una situazione reale di pericolo, mentre la fobia è spesso generata solo dal pensiero della situazione e dalle eventuali conseguenze che la stessa potrebbe causare in noi e per noi. La paura ci serve per riconoscere i pericoli, l ’ansia invece si verifica davanti a un evento che non è spaventoso o pericoloso in sé, ma che per l’individuo diventa tale. Se nella paura il pericolo è reale e presente, nell’ansia il pericolo è ipotetico, è la nostra mente che lo crea e non la situazione in sé ed è questo il motivo per cui si genera l’ansia.

Per guarire dalle fobie occorrerebbe seguire un percorso psicologico ad personam, che ricerchi l’origine di tali fobie, e se necessario si potrebbe persino ricorrere all’uso di medicinali mirati. Solo così chi soffre di fobie può ritornare a vivere nel presente e nella realtà. “È fondamentale o quanto meno auspicabile che la paura si accompagni sempre a una identificazione del pericolo e quindi che lasci lo spazio per la difesa o per evitarlo. Se manca questa associazione, proprio per il malessere che provoca o con cui si accompagna, può essere vissuta essa stessa come un danno, come un segnale che rigenera in sé nuova paura, e allora la paura finisce per fare paura e immobilizzare o confondere”, afferma Vittorino Andreoli ne Le nostre paure (2010). Secondo Richard Bandler (Il potere dell’inconscio e della Pnl, 2009) “i bambini nascono con due sole paure: la paura di cadere e quella dei forti rumori improvvisi. Qualsiasi altra paura o fobia umana non è innata, ma appresa. Questo implica che se l’uomo ha imparato ad avere paura, può imparare anche a non averne”.

Virginia Mariane

Amante del buon cibo, di un libro, della storia, dell’archeologia, dei viaggi e della musica

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