PERUGIA – “Amor omnia vincit”. Sì, l’amore si impone su tutto, come cantava Virgilio aggiungendo “et nos cedamus amori” (e noi cediamo all’amore). Il prete (ex, da un paio di settimane), già parroco di Massa Martana, e la giovane infermiera ora potranno godersi le emozioni, i tremori, le palpitazioni del trasporto amoroso senza nasconderli a se stessi ed agli altri. L’annuncio che il sacerdote fosse stato “catturato” dalla magia irresistibile di Cupido, lo ha scandito, dall’altare, lo stesso vescovo Gualtiero Sigismondi, nel corso della ultima concelebrazione eucaristica della domenica del pievano, davanti ai fedeli parrocchiani: “Don Riccardo è innamorato e ci lascia”.
Una comunicazione serena, tranquilla, senza tanti fronzoli, fatta dall’altare. Come trasparente, corretto, leale si è dimostrato il curato con i suoi concittadini. Nessuno, in paese, sapeva niente di questo slancio improvviso e irresistibile tra il pievano e la ragazza, che pure, castamente, si era sviluppato e pian piano si era maturato ed ingigantito col trascorrere dei mesi. Se per Paolo e Francesca, come narra Dante, “galeotto” si era rivelato “il libro e chi lo scrisse”, per Riccardo Ceccobelli, 42 anni, di Pantalla di Todi e per Laura, 26 anni di Massa Martana, l’incipit si era incarnato – pensate un po’ – in un cd di musica rock metallica. Lo ha confidato agli amici, massetani e non, lo stesso protagonista.
Durante una innocente gita in pullman, organizzata dalla parrocchia, il giovane sacerdote insisteva ad abbassare la manopola del livello del suono e lei, al contrario, continuava ad alzarlo. Con tanta pertinacia, ostinazione ed energia da finire per fratturare un dito (rimesso a posto dal chirurgo ortopedico addirittura con tre chiodi) del prete. È proprio vero che le strade del Signore sono infinite e che tra il dolore ed il piacere, come sostenevano gli antichi filosofi, lo spazio é davvero minimo… Riccardo ha confessato ai conoscenti che “mai siamo usciti mano nella mano” e che intende con la sua fidanzata vivere “senza dare scandalo”.
Niente in comune, pertanto, con la vicenda amorosa – siamo nel primo ventennio del 1100 – del chierico francese Pietro Abelardo, il famoso, raffinato e sfortunato filosofo e teologo medievale e la bellissima e coltissima Eloisa (“celebre per erudizione”, asseriva Pietro il Venerabile, abate di Cluny). Come scrive lo stesso Pietro, nella “Historia calamitatum mearum”, lo zio della ragazza, il canonico Fulberto, sorprese la coppia di amanti (il teologo era stato incaricato di impartire lezioni di logica, cioè di filosofia, alla donna, già padrona delle arti liberali e plurilingue), in atti inequivocabili e, per vendetta, ordinò a tre energumeni di evirarlo. Ma sebbene, dopo la terribile mutilazione, fossero finiti uno in un convento domenicano, l’altra in un monastero di monache di cui diventò badessa, il loro amore intenso e pieno (lei nel 1118 aveva dato alla luce un bambino) e poi forzatamente platonico, rimane testimoniato dalle appassionate ed infuocate lettere che i due continuarono a scambiarsi fino alla morte. “Amor ch’a nullo amato amar perdona…”, ricorda a conferma il sommo poeta.
In epoca diversa, oltre quarantanni fa, suscitò al contrario grande scandalo, e non solo nella comunità umbra, la storia sentimentale tra il parroco di un paesino della montagna folignate e una sua parrocchiana (una bellezza mediterranea in costanza di matrimonio) che dall’Appennino umbro-marchigiano, per sottrarsi al clamore, fuggirono a Perugia. I tempi cambiano, le sensibilità mutano, la società si evolve. Riccardo, che ha ottenuto la spoliazione dall’abito talare e la conseguente riduzione allo stato laicale, assicura di non aver abbandonato la fede cattolica, ma solamente lasciato il suo servizio sacerdotale. Così ha salutato la canonica, dove ha vissuto per sei anni, e si è portato via, caricandoli nel bagagliaio della sua Polo nera, i ricordi della sua vita di curato. Anche Laura, che gestiva i corsi di catechismo per i bambini, continuerà, probabilmente, la sua missione religiosa. Si sposeranno? “Se Dio vuole…”, risponde Riccardo.
Auguri, dunque e tanti bambini. Che possiate vivere felici e contenti, come gli innamorati delle fiabe. Il legame dell’amore, quello vero, profondo, sincero vanta maggior resistenza di qualsiasi altra forza non solo umana. Torniamo a Dante ed al verso “Amor che move il mondo e le altre stelle”: è l’amore il meccanismo del mondo e di tutta la vita.
Elio Clero Bertoldi
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