PALERMO – Albert Einstein ne sarebbe stato contento: per una curiosa coincidenza, il giorno della sua nascita, il 14 marzo, è celebrato in tutto il mondo come il “Pi day”, il giorno del Pi greco. La scelta di tale giorno è stata ispirata dal formato della data in uso nei paesi anglosassoni, che prevede l’indicazione prima del mese e poi del giorno: così il 14 marzo, nella datazione anglo-sassone 03.14, evoca il numero “3,14”, il Pi greco appunto. Poiché di questo celebre numero spesso si indicano anche i due decimali successivi – 3,1415 – in alcuni paesi la ricorrenza del Pi greco viene celebrata esattamente alle ore 15, in modo da adeguarsi all’approssimazione 3,1415.
L’idea di dedicare una giornata a questa celeberrima costante numerica si deve al fisico statunitense Larry Shaw, che nel 1988 organizzò all’Exploratorium di San Francisco una sorta di festa del Pi greco: il calendario della prima manifestazione prevedeva un corteo circolare attorno a uno degli edifici del museo e la vendita di torte alla frutta, decorate con le cifre decimali del Pi greco. Perché proprio le torte? Perché Pi e Pie (torta in inglese) hanno lo stesso suono, ma anche perché la torta è rotonda ed è quindi correlata al Pi greco. Per la sua originale iniziativa, Larry Shaw sarà poi insignito del titolo di “Principe del Pi greco”.
Nel 2009 la Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti d’America ha riconosciuto il 14 marzo come giornata ufficiale della costante matematica, invitando i docenti a celebrare il Pi Day come occasione per “incoraggiare i giovani verso lo studio della matematica”. Dal 2017, anche in Italia il 14 marzo è ufficialmente il giorno del Pi greco.
Per volere dell’Unesco, dal 2020 il Pi day è diventato “Giornata Internazionale della Matematica” (World Maths Day), una sorta di festa dei numeri che già lo scorso anno, nonostante la pandemia, ha coinvolto milioni di bambini e ragazzi di tutto il pianeta in gare e attività di calcolo e ha suscitato entusiasmo in tutto il mondo con ben 1.030 celebrazioni in oltre 110 paesi.
Cosa sia il Pi greco lo si ricorda dai banchi di scuola: è una costante matematica, data dal rapporto tra il perimetro del cerchio e il suo diametro. Costante matematica quindi, non fisica o naturale, cioè indipendente da misure di carattere fisico, e invariabile per qualsiasi circonferenza. Tale costante viene indicata con la lettera pi in quanto iniziale del termine greco ‘perifereia’ che significa appunto circonferenza.
Per i più appassionati, si ricorda che il Pi greco è un numero irrazionale, come tale non potrà mai essere scritto sotto forma di frazione; è inoltre un numero ‘trascendente’, del quale è impossibile prevedere le infinite cifre decimali. Questo sue caratteristiche stabiliscono l’impossibilità della ‘quadratura del cerchio’, cioè la costruzione con riga e compasso di un quadrato della stessa area di un dato cerchio.
Il Pi greco è conosciuto anche come costante di Archimede, perché il grande matematico, fisico e inventore siracusano del III secolo a.C. è stato uno dei primi a calcolarlo.
Ben venga dunque l’attenzione dedicata al Pi greco e alla matematica con un’apposita giornata mondiale, sperando che tale ricorrenza contribuisca a far comprendere l’enorme importanza di tale disciplina in tutti gli ambiti della vita: nella botanica, nella biologia, nell’ingegneria, nell’economia, nella medicina e nei modelli necessari per prevedere l’andamento di una malattia, negli algoritmi che sono alla base di Internet, nei viaggi spaziali.
Con l’auspicio infine che cresca in Italia il numero degli studenti amanti della materia, attratti dall’interesse verso questa disciplina non solo dai tanti promettenti sbocchi in ambito lavorativo, ma anche dal desiderio di entrare nel mondo magico dei numeri, che continuano a svelarci, giorno dopo giorno, qualche prezioso frammento della misteriosa essenza dell’Universo.
Maria D’Asaro
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