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La solita Italia tra sprechi e ingiustizie

di | 2018-05-06T07:12:22+02:00 6-5-2018 7:00|Prima Pagina, Punto e Virgola|0 Commenti

Siamo, anzi continuiamo ad essere l’Italia degli sprechi, delle disuguaglianze, delle ingiustizie (piccole e grandi). Un ulteriore esempio arriva dal solito accurato articolo di Gian Antonio Stella, pubblicato sul Corriere della Sera di venerdì scorso. Il tema stavolta riguarda il costo dei pasti per ogni paziente ricoverato in una struttura sanitaria pubblica. Bene, un’accurata ricerca ha stabilito che la somma equa da spendere ammonta esattamente a 11,74 euro (che teutonica precisione…) al giorno per colazione, pranzo e cena. Cifra considerata giusta anche da chef stellati. Questa è la teoria, perché la pratica è tutt’altra faccenda in questo nostro bellissimo e, per certi versi, sciagurato Paese. La realtà racconta infatti di profonde disparità: in certi ospedali si spendono poco più di 7 euri quotidiani per ogni ammalato, in altri più di 18. Come è possibile? La spiegazione è molto semplice: ognuno fa come gli pare. E questo non necessariamente nasconde fenomeni corruttivi (lo spiega con dovizia di particolari Raffaele Cantone, responsabile dell’Autorità anti corruzione), ma testimonia solo quanto profondo, invasivo e potente sia il sistema della burocrazia.

Stella porta molti esempi che riguardano diverse zone dello Stivale: alla Ulss9 di Treviso il servizio giornaliero di ristorazione costa 16,53 euro; all’Istituto per i tumori “Giovanni Paolo II” di Bari 18,50; “solo” 18 al policlinico universitario “Mater Domini” di Catanzaro. Singolare e preoccupante il caso di due strutture in Campania: alla Asl Napoli 3 Sud (Torre del Greco, Torre Annunziata, Ercolano) il costo quotidiano dei pasti ammonta a 7,10 euro; all’Azienda ospedaliera dei Colli (a pochi chilometri di distanza) 17,77. E qui le possibilità sono 2: o nel primo caso i poveri pazienti mangiano da schifo oppure, nel secondo, si spende decisamente troppo. Comunque, un’ingiustizia palese.

La conclusione è assai istruttiva: se in Italia tutti i pasti per i ricoverati costassero intono alla cifra standard di 11,74 euro si risparmierebbero circa 80 milioni di euro l’anno. Cifra che sale ad oltre 700 milioni se analoghe misure fossero adottate in altri settori dello stesso comparto (pulizie, lavanderia, farmaci, cancelleria…). Resta famoso il caso della siringa per l’insulina che costa 4 centesimi in Veneto e ben 24 al Sud. Inconcepibile.

Ma sempre sul Corrierone si può leggere nell’edizione di ieri un’altra storia raccontata da Massimo Gramellini. Si tratta di una pensionata di 75 anni di Torino che ha chiuso in bagno l’idraulico che aveva eseguito lavori in casa sua, chiamando anche i carabinieri. Perché? Perché l’artigiano si rifiutava di rilasciare la ricevuta fiscale. Un’evenienza purtroppo consueta che si verifica ogni giorno migliaia di volte in ogni angolo del nostro Paese: un fatto gravissimo che nessun Governo e nessuna autorità costituita sono riusciti neppure minimamente a scalfire. E poi ci lamentiamo che l’evasione fiscale e il lavoro nero sottraggono ogni anno alle casse dell’erario centinaia di miliardi (di euri…). Sapete come è andata a finire? La pensionata è stata denunciata per sequestro di persona ed esercizio arbitrario delle proprie ragioni. Non si hanno notizie dei provvedimenti presi contro l’idraulico.

Buona domenica.

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