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Al Teatro dell’Opera un magnifico “Barbiere di Siviglia”

di | 2020-12-04T19:19:40+01:00 6-12-2020 6:45|Sezione10, Spettacolo|0 Commenti

ROMA – Ora, e chissà per quanto ancora, anche il Teatro dell’Opera di Roma si affida al digitale e ai canali social, rinunciando alla preziosa performance dal vivo, persino per lo spettacolo inaugurale della stagione 2020-21. Ma le regole sanitarie dobbiamo rispettarle, se vogliamo vincere la lotta contro un virus che sembra imbattibile. E questa volta il teatro lirico inaugurerà l’annata con un “Barbiere di Siviglia” – messo in scena anche nella passata estate, seppure in forma di concerto al Circo Massimo – ma lo ha fatto destinandolo, grazie all’accordo dell’Opera con la RAI (RAI Cultura), al canale televisivo Rai 3, ieri (5 dicembre). Facciamo festa al fatto che in tal modo il capolavoro di Rossini verrà reso visibile e audibile a tutti gli italiani e non solo, sia pure sul piccolo schermo: ed è questo forse il maggiore dei vantaggi che internet ci concede ora e nel futuro.

Wasilissa Berzhanskaya (mezzosoprano)

Rossini era venticinquenne quando accettò l’incarico dal Teatro dell’Opera di Roma di scrivere su un soggetto che, pochi anni prima, era stato messo in musica dal grande Giovanni Paisiello: un “Barbiere di Siviglia” in cui aveva trionfato la scuola napoletana. La cosa tuttavia danneggiò la nuova creazione del giovane Gioacchino – nonostante egli, avendola composta su libretto di C.Sterbini, tratto da una commedia di Baumarchais, e avendola inscenata a Roma nel Teatro Argentina (febbraio 1816) – l’avesse intitolata prudentemente “Almaviva e l’inutile precauzione”. La serata fu un fiasco, certo provocato dai fanatici di Paisiello: ma già dal giorno dopo il successo fu palese e fu per sempre, così l’opera divenne il simbolo per eccellenza del teatro buffo rossiniano.

Il basso Alessandro Corbelli

Su RAI 3 – nel Teatro Costanzi vuoto del suo pubblico, con gli strumenti per le riprese come un set cinematografico – l’Orchestra del Teatro dell’Opera, sotto l’ottima bacchetta del direttore stabile Daniele Gatti, l’originale e mai come qui imprevedibile regìa di Mario Martone, che curerà anche le scene; i bellissimi costumi (però decontestualizzati e ottocenteschi) di Anna Biagiotti e le luci di Pasquale Mari. In gran parte giovani saranno i cantanti, che dovranno unire alle doti canore quelle sceniche, per far propria una musica che piega le qualità timbriche dell’orchestra alla resa dell’irresistibile comicità rossiniana nell’aria “La calunnia è un venticello”, al comparire della parola “calpestato” rivolta a Don Bartolo (basso Alessandro Corbelli), inevitabilmente Don Basilio (basso Alex Esposito) deve pestargli forte un piede, scatenando le risa del pubblico.

Il baritono Andrzej Filonczyk

La cavatina di Figaro (baritono Andrzej Filonczyk) “Largo al factotum” deve essere accompagnata da gestualità frenetica, e Don Bartolo, quando dinanzi alla soldataglia inattesa in casa sua, gli astanti gli cantano “Guarda Don Bartolo, sembra una statua”, il basso Corbelli deve restare immobile a bocca aperta. Soave è la cavatina di Rosina (mezzosoprano Wasilisa Berzhanskaya); ma l’aria di Berta “Il vecchiotto cerca moglie, vuol marito la ragazza, l’uno è vecchio, l’altra è pazza, tutti e due son da legar”, scatena il celebre torrente d’ilarità di Rossini. Il grande vecchio non scrisse più opere, nè buffe né serie dopo il Guglielmo Tell” del 1829: e sulla sua depressione e crisi creativa, ancora si dibatte senza esiti. Questo “Barbiere di Siviglia” verrà replicato, ma su RAI 5, il 31 dicembre.

Paola Pariset

Nella foto di copertina, l’orchestra del Teatro dell’Opera di Roma col direttore Daniele Gatti

 

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