ROMA – “Il tempo è l’avversario micidiale di ognuno di noi: vincerà sempre lui, magari qualche volta ci farà pareggiare. E’ un corrergli dietro fino a quando non ci sarà più”. Lo ha sostenuto in conferenza a distanza Claudio Baglioni alla vigilia della pubblicazione di “In questa storia che è la mia”, un album-narrazione o, come si diceva una volta, “concept album”, con una ouverture, 14 brani, 4 interludi piano e voce, un finale, arrivato venerdì scorso, a sette anni dal precedente “ConVoi”.
Il disco arriva dopo 50 anni della carriera di Claudio Baglioni: “È un album che sente questi 50 anni – ha confessato –. Mi trovo ancora oggi a fare questo mestiere e ogni giorno che passa se ne aggiunge un altro: lasciare il segno è il motivo conduttore di questo lavoro per incidere in questa sfera umana. Ho avuto l’urgenza di finirlo perché c’erano altre canzoni che stavano già arrivando”.
Oltre alla versione digitale (https://claudiobaglioni.lnk.to/inquestastoriacheelamia), l’album sarà disponibile nelle cinque versioni cd singolo, 2cd deluxe (con altri 4 brani in versione acustica e foto esclusive), 2lp 180gr black, 2lp 180gr black deluxe (con altri 2 brani in versione acustica e foto esclusive), 2lp 180gr black deluxe su Amazon (con altri 2 brani in versione acustica, foto esclusive e poster autografato). Il tema dominante del progetto è l’amore: “Ha come contenuto l’avventura e la disavventura del vivere. L’amore ha sempre qualcosa da raccontarci: è come il primo piatto quando ci si siede a tavola, anche quando le canzoni non parlano solamente d’amore che è comunque l’argomento che mi ha sempre interessato nella vita. L’amore carnale o erotico è quasi un apprezzamento estetico formidabile. Non ho parlato dell’amore che domina il mondo”.
Musicalmente “In questa storia che è la mia” è ancorato agli anni settanta: “Ritornare e ritrovare una energia e una verità nella timbrica è forse riconoscibile e riportabile alla fine degli anni settanta. In un certo senso è un disco in costume, come un film con abiti d’epoca, c’è anche un uso di tecnologia con sonorità digitale ma è un disco fatto a mano e suonato come si faceva anni fa. Il disco è demodé per le sonorità e mi auguro che venga ascoltato dell’inizio alla fine”.
La vita di Claudio Baglioni non è cambiata più di tanto durante il lookdown: “No, non è cambiata di molto, non sono mai stato uno che a sera esce tanto. Sono figlio unico, cresciuto da solo, ma a volte resto solo anche per rifiatare dopo lo stare in mezzo a tante altre persone: mi sembrava comunque di essere paralizzato con il pensiero di prendere il meglio da questa situazione per tornare ad essere meglio di prima. Ricordo le immagini fortissime di Papa Francesco da solo in quella enorme piazza”.
Dopo averlo condotto, il prossimo festival di Sanremo non è al momento nei suoi programmi: “Non conosco quali sono le intenzioni e le nuove prospettive. L’Ariston non è tanto capiente e tutto quello che si potrebbe fare è perciò reso più difficile; mi auguro che si faccia, con le dovute cautele. Ritornarci come ospite? Non si può uscire papa e tornare cardinale”. Giovedì scorso Claudio Baglioni ha presentato in anteprima “In questa storia che è la mia” in diretta videostreaming su RaiPlay, in diretta su Rai Radio2, in differita su Rai Italia, in diretta streaming audio su RaiPlayRadio e sugli account social di Rai Radio2, Facebook, Instagram, Twitter e Telegram.
Dopo il rinvio della scorsa estate, Claudio Baglioni tornerà sulle scene il prossimo anno con lo spettacolo “Dodici note” in una dimensione pop-rock sinfonico con una grande orchestra classica, coro lirico, big band e voci moderne: partirà dalle Terme di Caracalla di Roma (4, 5, 6, 8, 9, 10, 12, 13, 14, 15, 17 e 18 giugno), cui seguiranno le date del 16 e 17 luglio al Teatro Greco di Siracusa e l’11 e 12 settembre all’Arena di Verona; i biglietti sono disponibili su TicketOne.it, nei punti vendita e nelle prevendite abituali.
“A Caracalla sarà un grande concerto per 60mila persone con una sessantina di orchestrali, la band, un coro di trenta vocalist – ha anticipato –. L’ambizione è di fare spettacolo con la musica da ascoltare e da raccontare di questo progetto, con alcuni passaggi antologici della mia carriera. Lo stesso avverrà a Siracusa e a Verona”. La musica aspetta la prossima estate per ritornare ad essere protagonista.
“La musica è uno dei settori più toccati da questa chiusura perché è mancato il lavoro al 100% rispetto ad altri settori. Conosco i musicisti con i quali vivo insieme da 50 anni, famiglia numerosa con tante maestranze con il loro talento: non ho ricette o non ce n’è una sola, e non basta firmare appelli al Governo; possiamo provvedere anche individualmente con sottoscrizioni personali ma bisogna creare dei fondi di sostegno».
Franco Gigante
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