VITERBO – La pandemia di questo 2020 sta facendo migliaia di vittime tra le varie popolazioni, troppe per essere presa ancora sottogamba. Ormai è dilagante in ogni angolo del continente e colpisce chiunque, senza nessuna distinzione, senza cenni d’avviso. Tutti i Governi, feriti in questo periodo dalla grave epidemia, stanno cercando di arginare il problema adottando le misure restrittive che ritengono più utili per salvaguardare e difendere la salute dei propri cittadini.
Purtroppo, come spesso avviene per ogni questione d’interesse nazionale, i pareri sulle scelte intraprese risultano contrapposti, anche perché sulla diffusione del virus Covid-19 e sulle misure preventive da adottare, i giudizi ed i rimedi espressi dai migliori esperti del pianeta, sono risultati molte volte in contrasto tra loro, generando in questo modo uno stato di confusione nei pensieri della gente comune ormai in grande difficoltà mentre nel frattempo la situazione continua la sua drammatica evoluzione. La pandemia e le conseguenti misure restrittive messe in campo per arginarla hanno avuto una ricaduta negativa su tutto il tessuto sanitario ed economico. A pagarne il prezzo più grande, oltre naturalmente ai malati e alle persone contagiate, sono stati soprattutto i possessori di partite Iva e le imprese, gli artigiani e gli imprenditori e, senza voler sminuire il valore dell’emergenza, anche tutti gli altri cittadini colpiti in maniera irremovibile nella limitazione della propria libertà personale.
Questo fatto si esprime in maniera evidente nella chiusura di tutte quelle attività come bar o ristoranti, palestre, centri sportivi ma soprattutto quei luoghi come i musei, teatri, cinema e gli spazi per concerti in grado di alimentare lo spirito, la vena artistica, il sapere e il patrimonio di conoscenza dei cittadini in ogni sua forma e che contribuiscono a creare e a mantenere vivi i rapporti relazionali tra le persone. Non poter visitare e frequentare questi luoghi dove è possibile arricchire il proprio pensiero, i propri interessi, le varie espressioni artistiche e culturali, rende tutti più poveri e tristi, svuotati di quella linfa vitale rappresentata dall’arte e dalla scienza in ogni suo aspetto. E senza arte, senza cultura, non c’è arricchimento dell’anima, non c’è crescita dei popoli, viene a mancare una fondamentale componente emozionale, tutto quindi diventa più arido e piatto, freddo.
È terribile e difficile privare i cittadini del confronto delle idee, delle relazioni interpersonali, della comunicazione e degli scambi d’informazione che contribuiscono ad arricchire lo spirito e il pensiero di ognuno di noi. La cultura non può morire, ma anzi bisogna difenderla e sostenerla perché rappresenta il nutrimento vitale dello spirito dell’uomo.
Paolo Paglialunga
Verissimo, la cultura è fondamentale, indispensabile ovunque.
Articolo specchio della realtà.. dove oltre al corpo rischiamo anche l anima.Bravo