SUTRI (Viterbo) – La rivoluzione che il Cristianesimo portò nella mentalità dei cittadini dell’Impero romano è raccontata tutta nel Mitreo di Sutri (nel Viterbese), oggi Chiesa della Madonna del Parto. Il luogo era originariamente dedicato a Mitra il cui culto era nato nel periodo ellenistico, a Pergamo o forse in Iran, ed era molto diffuso nei secoli a cavallo della nascita di Cristo. Essendo ben conservate tutte le trasformazioni subite nel tempo, esso racconta molto bene l’operazione che la Chiesa portò avanti per guadagnarsi la fiducia di seguaci di altre dottrine mentre il Cristianesimo, da messaggio ecumenico di pace e semplicità, diventava l’ideologia di una potenza politica potentissima che avrebbe avuto adepti in tutto il mondo.
Questa sua ambizione ad avere il controllo di tutti i fedeli, però, mancava di un sostrato culturale su cui poggiarsi essendo il Cristianesimo troppo recente per poter vantare una storia e dei simboli intorno ai quali riunire la comunità religiosa. Ed ecco, allora, che si offrirono a colmare questa esigenza le altre religioni professate nell’Impero, anche il mitraismo che in poco tempo si era affermato rispondendo all’insoddisfazione dei romani nei confronti del paganesimo e al loro bisogno di credere in un solo dio. La storia delle immagini ci dice che i simboli di queste vecchie religioni furono gradualmente svuotati del loro significato originario cui si sostituì quello della nuova. I mosaici sulle volte e nelle absidi delle chiese paleocristiane ci mostrano, del resto, come gli attributi degli dei pagani passarono direttamente a connotare i santi cristiani e l’uva che prima faceva pensare a Bacco cominciò ad alludere, nell’immaginario collettivo già dai primi secoli dell ‘Impero, al sangue di Cristo e alla sua crocefissione.
E’ come dire che i pagani, convertitisi al nuovo credo, potevano essere tranquillizzati dalle grandi raffigurazioni dei nuovi edifici religiosi perché esse si riferivano ad una tradizione consolidata e per questo non erano traumatiche ma familiari. Naturalmente questa trasposizione di significato non deve essersi verificata in poco tempo ma l’efficacia di questa “manipolazione” attraverso le immagini, colta da molti studiosi tra cui il tedesco Erwin Panofsky, è dimostrata dalla profondità con cui il Cristianesimo poi si radicò e si diffuse in tutto l’Impero rappresentando anche una delle cause della sua caduta.
Ebbene, il mitreo di Sutri è una testimonianza preziosissima di questa trasformazione della mentalità e di come una credenza popolare continuò a persistere passando da un culto all’altro solo cambiando forma ma non sostanza: qui il Cristianesimo colse l’eredità dal mitraismo e la fece sua. Al visitatore, che ha solo 7 minuti di tempo per soffermarsi nell’ambiente al fine di non compromettere il microclima che preserva gli affreschi, si chiarisce subito ciò che può essere successo. Sulle mura di un ambiente misterioso e preziosissimo sono visibili affreschi medioevali (1300), con le storie dell’arcangelo Michele il cui attributo, come si evince dalle agiografie dei santi, è un toro. Anche Mitra è collegato a questo animale, che veniva sacrificato nei suoi santuari e anche a Sutri, come dimostrato dalla “fossa sanguinis” qui presente e funzionale alla raccolta del sangue.
Inoltre l’arcangelo Michele, secondo la tradizione cristiana è anche colui che controlla l’energia magnetica della natura ma probabilmente nell’ epoca cui risalgono gli affreschi, nella sua figura sono già confluite caratteristiche appartenenti ad altre religioni, sempre collegate alla vita e soprattutto alla nascita. Deve essere stato automatico che San Michele diventasse ben presto una figura protettrice della maternità, fatto che spiega la dedica successiva di questo santuario, trasformato in chiesa, alla Madonna del Parto. La bellezza di questo luogo, ricavato nella roccia tufacea che fa parte di un agglomerato rupestre già utilizzato in epoca etrusca, è grandissima sia dal punto di vista ambientale che artistico. Acquista un valore incommensurabile, però, rappresentando una importante testimonianza dell’impatto che ebbe il Cristianesimo sulla vita quotidiana e anche di come la mentalità possa cambiare attraverso il tempo con degli accorgimenti nel modo di comunicare.
Gloria Zarletti
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