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Cosimo Scordato, teologo della speranza e dell’impegno

di | 2020-09-08T13:02:03+02:00 6-9-2020 6:20|Personaggi, Sezione 5|2 Comments

PALERMO – Se nel 2013 si è dimesso persino il capo della Chiesa cattolica, papa Benedetto XVI, anche un semplice prete ha il diritto di dimettersi dal suo incarico. E così oggi, all’età di 72 anni, dopo 35 di servizio e di cura pastorale verso la comunità e il territorio, lascia il suo compito di Rettore della chiesa di san Francesco Saverio, nel quartiere Albergheria di Palermo, don Cosimo Scordato. Non sarà affatto facile però per la gente che frequenta san Francesco Saverio e per gli abitanti del quartiere andare avanti senza la sua presenza carismatica.

La chiesa di san Francesco Saverio

Ma cosa ha di speciale questo prete? Don Cosimo intanto è uno studioso assai apprezzato: insegna Teologia sacramentaria presso la Facoltà Teologica di Sicilia ed Estetica teologica all’interno del corso di laurea in Arte sacra, promosso dall’Accademia delle Belle Arti di Palermo.

Ma la sua sapienza teologica non è confinata nell’ambito accademico. Infatti “Cosimo Scordato – ha scritto anni fa Romolo Menighetti in “Le formiche della storia” – è uno dei preti palermitani che dal cuore più profondo del degrado sociale, che ancora sussiste in questa pur bellissima città, lavora, studia e prega affinché le istanze della liberazione e della solidarietà non vengano sopraffatte dal conformismo illegale e dall’egoismo violento. Attraverso il ‘Centro Sociale san Francesco Saverio’ ha suscitato negli abitanti del quartiere Albergheria la speranza, la voglia e il gusto di un’esistenza sottratta al fatalismo e riportata nelle mani dei diretti interessati”.

Amico di don Pino Puglisi – il prete ucciso nel 1993 in un altro quartiere difficile di Palermo, Brancaccio, per il suo impegno e le sue prese di posizione contro Cosa Nostra – don Cosimo, nel libro “Dalla mafia liberaci, o Signore” ha denunciato a chiare lettere l’associazione mafiosa come “struttura di peccato”: “Data l’incompatibilità col Vangelo di Gesù Cristo, l’adesione all’associazione mafiosa va considerata come un mettersi al di fuori della Chiesa; cosa può avere da spartire un mafioso con la comunità dei fratelli e delle sorelle, che vivono dell’amore e della misericordia del Padre?”. Stretti accanto a don Cosimo, tanti palermitani di buona volontà hanno pianto l’uccisione dei suoi figli migliori – Falcone, Borsellino, Libero Grassi, solo per citarne alcuni – recuperando nuovo impulso e impegno nella lotta al cancro della mafia.

Don Cosimo Scordato

Ma chi non lo conosce sbaglierebbe a immaginarlo come un prete serioso, un teologo dall’atteggiamento grave e cattedratico: don Cosimo è una persona allegra, che spesso termina la celebrazione della messa con una esilarante battuta di spirito. Come è stato sottolineato in un testo composto a sua insaputa come regalo per i suoi 70 anni – “Il Dio simpatico” che raccoglie una miscellanea di suoi scritti – questo prete è “un appassionato nella ricerca del divino e nella promozione dell’umano; un amico attento e vicino nelle svolte, allegre o tragiche, delle nostre vite; un prete che non si è mai sottratto alle richieste più svariate dei suoi servizi pastorali” e che, in questi lunghi anni di servizio, non ha mai fatto mancare a nessuno il suo sorriso, il suo buonumore, la sua leggerezza, frutto di una solarità esistenziale e di un’intelligente ironia.

Pur consapevole della sofferenza di cui è intrisa la vita e dell’ingiustizia e del dolore spesso imperanti nella società, don Cosimo interpreta le vicende umane con le lenti dell’ottimismo teologico, invitando a vivere con un colpo d’ala, a volare alto, a non lamentarsi del buio, ma, anche nell’oscurità, a provare ad accendere sempre una luce. Questo perché il suo orizzonte teologico è quello del Vangelo delle beatitudini, fondato sull’Amore che si concretizza in gesti di cura e di affetto per il prossimo e in uno sguardo in avanti nonostante tutto, teso a costruire progetti profetici di cieli e terre nuove da condividere in convivialità fraterna e solidale con l’umanità.

Il quartiere Albergheria

Oggi, assieme alla comunità dell’Albergheria, lo saluta tutta Palermo. Lo ringrazia di cuore per la sua cattolicità e il suo ecumenismo, per il suo essere annunciatore di Pace – ma lui preferisce il termine ebraico Shalom – e di Speranza. Lo ringrazia per le sue appassionate e toccanti omelie, una raccolta delle quali sono state inserite nel testo “Libertà di Parola”. Lo ringrazia infine anche per la sua attenzione alla Bellezza in tutte le sue forme, in particolare per la passione per l’Arte e la Musica: a festeggiare i suoi settant’anni, tra gli altri, due anni fa è venuto a Palermo anche Francesco De Gregori, suo estimatore e amico.

Salutiamo allora don Cosimo, che è anche compositore musicale – sua la musica, insieme a Vincenzo Mancuso della novena natalizia “Viaggiu dulurusu” e la canzone “Don Calò”, canto di lotta e di speranza contro la mafia – con l’augurio di comporre ancora nuove e suggestive note musicali nello spartito gioioso e fecondo della sua vita.

Maria D’Asaro

 

Già docente e psicopedagogista, dal 2020 giornalista pubblicista. Cura il blog: Mari da solcare
https://maridasolcare.blogspot.com. Ha scritto il libro ‘Una sedia nell’aldilà’ (Diogene Multimedia, Bologna, 2023)

2 Commenti

  1. Giorgio Giorgi 6 settembre 2020 at 12:21 - Reply

    Grazie di avermelo fatto conoscere così bene. Una boccata di aria fresca che mi fa stare meglio!

  2. Lidia profeta 27 giugno 2023 at 12:43 - Reply

    Un ritratto molto bello,vicinissimo nel tratteggiare e nel cogliere le poliedriche sfumature di Cosimo Scordato,vero uomo di Dio.

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