Metti una sera dopo cena, in una location affascinante come la Rocca dei Borgia di Nepi, in provincia di Viterbo. In programma musica dal vivo con uno spettacolo dal titolo intrigante: “Da Roma a Napoli, passando per Bahia”. In scena Alberto Laurenti con il suo storico gruppo Rumba de mar, accompagnati nella circostanza da Nadia Natali. Il progetto, in estrema sintesi, è un viaggio musicale che coinvolge le canzoni della tradizione partenopea e romanesca: si va, tanto per essere chiari, da Luna Rossa a Tanto pe’ cantà, da O’ surdato ‘nnammurato a Sempre, da Resta cu’ me e Malafemmina a Roma nun fa’ la stupida stasera, dai classici di Renato Carosone agli stornelli trasteverini. Fin qui, la cosa sembrerebbe abbastanza scontata, ma la novità è costituita dalla rivisitazione dei brani famosi in chiave esotica con continue incursioni in generi mediterranei e non solo. Che è poi il marchio di fabbrica di Rumba de mar, che si autodefinisce “gruppo arabo gitano con influenze maghrebine e balcaniche”. L’uso di strumenti come liuto e flauti arabi, chitarre portoghesi e flamenche, duduk indica in maniera chiara la strada intrapresa già vent’anni fa da Paolo Petrilli (fisarmonica), Stefano Monastra (tromba e flicorno), Salvatore Leggieri (batteria), Memé Zumbo (basso) e Paulo La Rosa (percussioni), mentre Laurenti alterna chitarra classica e organo elettrico.
Ne viene fuori un cocktail denso di umori e di sapori. Alberto Laurenti è musicista eclettico e di lunga e larga esperienza: aveva cominciato alla scuola di Roberto Murolo, ma la maturazione avviene dopo il trasferimento a Roma dove conosce e collabora a lungo con Franco Califano. Con il Califfo scrive una sessantina canzoni e rimane anche ospite a casa per più di anno, fino a quando viene educatamente messo alla porta con una lettera ufficiale fatta trovare sotto la porta. Il motivo? I troppi scherzi che Laurenti pressoché quotidianamente riserva a Califano: “Franco quando rientrava – racconta – scriveva su una lavagna il programma per il giorno successivo: ‘Sveglia alle 15 e colazione con spaghetti al pomodoro’. Io tornavo più tardi, cancellavo quelle indicazioni e ne mettevo altre: ‘Sveglia alle 12 e pasta e e fagioli’… Naturalmente succedeva il pandemonio e quindi ad un certo punto mi fu dato il benservito, ma anche dopo abbiamo continuato a frequentarci, a volerci bene e a scrivere canzoni…”. E ancora significative collaborazioni con Tiromancino e Gabriella Ferri.
E proprio l’indimenticabile artista testaccina è il trait d’union con Nadia Natali, voce calda e suadente, studi lirici agli inizi poi abbandonati per generi un po’ meno classici ma non per questo meno impegnativi. La cantante è stata la protagonista di uno spettacolo di grande successo intitolato (manco a dirlo…) “De core”, concepito in chiave di racconto-percorso tra classici della canzone popolare romana, alternati da parti recitate “su una Roma da tramandare, forse un po’ rimpiangere e mantenere ben salda nella memoria collettiva”. Una romanità raffinata e coinvolgente, capace di trascinare il pubblico presente che, nonostante le mascherine d’ordinanza ai tempi del coronavirus, canta insieme e quasi vorrebbe che il concerto non finisse mai.
La serata di Nepi coincide con la chiusura dei festeggiamenti in onore dei santi patroni, Romano e Tolomeo, ed è stata organizzata da Le officine della musica onlus Franco Califano, l’associazione (presieduta da Alessandro Visintin) che cura e promuove le attività in ricordo del Califfo, attraverso la collaborazione con la promoter Ilaria Di Fani. Sabato 12 settembre si replica, con uno spettacolo interamente dedicato a Franco Califano: il cantautore, scomparso 7 anni fa, era nato a Tripoli due giorni dopo, il 14 settembre del 1938. La kermesse sempre nel cortile della Rocca dei Borgia, una magnifica fortezza, eretta a dimora dalla potentissima famiglia di origine spagnola che fu capace di esprimere due papi: Callisto III (il cardinale Alonso Borgia) e il più famoso e controverso Rodrigo (nipote di Alonso), salito al soglio pontificio col nome di Alessandro VI. Quest’ultimo, quando era ancora cardinale, ebbe quattro figli da Vannozza Cattanei, nobildonna di origine mantovana, che a Roma svolgeva l’attività di locandiera: Cesare (il feroce Valentino), Juan, Lucrezia (dalla movimentatissima vita amorosa) e Jofrè. Ma ebbe anche una figlia da Giulia Farnese (Laura Orsini) ed una figlia da madre ignota, Isabella Borgia. Numerosi episodi oscuri caratterizzarono il pontificato di Alessandro, fornendo materiale per una sterminata letteratura: dal libertinaggio nel Palazzo Apostolico ai presunti amori incestuosi, dai delitti verso gli oppositori o i più ricchi cardinali della curia romana (per incamerarne gli averi), fino anche al presunto fratricidio di Giovanni da parte di Cesare. I Borgia, come si suol dire, non si fecero mancare proprio nulla…
Insomma, uno spettacolo piacevole e di qualità, con la possibilità fra pochi giorni di assistere ad un altra performance di sicuro livello. Che è proprio il caso di non perdere.
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