FIRENZE – Tra le giornate soleggiate emiliane, non c’è di meglio che farsi un giro nell’unica collina gialla della pianura padana: il museo Ferrari di Modena.
Si riconosce a prima vista, col caratteristico tetto giallo a “cofano” di auto, con accanto la storica officina Ferrari. Il Covid non ha fermato le visite al museo del cavallino rampante, che nonostante gli ingressi scaglionati e il personale posto in ogni angolo per sorvegliare, vede le due sale predisposte all’esposizione dei modelli più celebri e dei motori che hanno dato vita alla leggenda del rosso Ferrari, piene del numero massimo consentito di persone, tanto che è stato predisposto un tempo per la visita pari ad un’ora e mezza.
È cambiato il modo di visitare il museo, ma il personale accoglie singolarmente ogni visitatore spiegando il percorso da seguire e le istruzioni per la visita al museo. Prima di accedere alla biglietteria, tassativo misurarsi la febbre e mettere la mascherina chirurgica consegnata dagli addetti in una bustina trasparente, non sterile, marchiata Ferrari. Terminate le operazioni preliminari si può partire, biglietto dal costo di 17 euro (intero) e attesa davanti alla tenda che copre il tesoretto.
Fin dall’ingresso si sente quell’aria di lusso che avvolge interamente la struttura, sensazione che travolge il visitatore non appena gli addetti permettono l’ingresso nella sala che contiene numerose auto, modelli che partono da intorno al 1980 fino al tardo 2000, una mostra del marchio di eccellenza italiano, riassunto nei modelli, e nella storia raccontata in miniature poste accanto alla parete.
Un viaggio nelle anche drammatiche vittorie di Enzo Ferrari, che procede, per i più esperti e appassionati nella storica officina, che contiene non solo altri modelli di automobili, in particolare un vecchio modello di Formula 1 e un più recente modello in allestimento da pista, ma un vero e proprio parco di motori che raccontano il genio ingegneristico italiano di Ferrari, che accompagna fino all’uscita con la visita al vecchio ufficio di Enzo Ferrari, dove stracciò l’accordo con Ford, dando vita ad una competizione durata fino ai giorni nostri.
Boris Zarcone
Nell’immagine di copertina, il museo Ferrari di Modena
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