MILANO – «Non voglio farmi fottere dal virus». È la candida ammissione di Cristiano Godano, il frontman dei Marlene Kuntz, durante la presentazione del suo primo album solista “Mi ero perso il cuore”, uscito venerdì 26 giugno. «È il mio primo disco solista, perché ho avuto l’esigenza di suonare da solo, un’idea che inseguivo già da 7-8 anni – ha confidato – Ho avuto l’esigenza di confrontarmi con altri musicisti che hanno sensibilità diverse, né migliori né peggiori degli altri Marlene Kuntz, anche se non ho mai voluto velleità di avere prevaricazioni sul gruppo».
“Mi ero perso il cuore” è un disco molto attuale, che ha il coraggio della paura e esibisce questa poetica vulnerabilità. «Questo album è una collezione di canzoni che racconta i demoni della mente e dove può cerca di affrontare per combatterli – ha sostenuto – La mente mente, si usa dire: lasciandole troppo spazio di azione questa menzogna, potente come un virus, acquisisce poco per volta un dominio inesorabile sul suo padrone di casa. E il cuore, unica vera arma per uscirne, è destinato a soccombere, sperso in fondo al cumulo di ingannevoli messaggi e falsità: cercarlo e ritrovarlo è il vaccino». “Mi ero perso il cuore” contiene 13 tracce (la versione in vinile contiene la bonus track “Per sempre mi avrai”) ed è stato prodotto da Luca A. Rossi e Gianni Maroccolo con lo stesso Cristiano (autore di testi e musica); nell’album hanno suonato Gianni Maroccolo, Luca A. Rossi e Simone Filippi, oltre allo stesso Godano.
«Mi sono trovato magnificamente bene con loro – ha confessato – Gianni Maroccolo ha già suonato con i Marlene Kuntz e c’è molta complicità con lui. Gli Ustmamo li conoscevo: Luca Rossi con la sua sensibilità musicale non ha fatto nessuno sforzo ed è stato molto bravo nel country, non con il cappello da cowboy; Simone Filippi è ora un batterista ed è stato bravissimo. Senza di loro non suonerebbe così e non saprebbe darmi le soddisfazioni che provo quando lo riascolto». Dunque “Mi ero perso il cuore” si distacca chiaramente dal percorso fatto con i Marlene Kuntz. «Sapevo molto chiaramente che non fosse Marlene Kuntz – ha precisato – L’approccio lirico è del tutto non forzato e non c’è una frattura fra me e il resto della band: è molto autobiografico. Non è vanità a tutti costi suonare senza il gruppo e sarebbe una forzatura suonare quello che ho inteso oggi che sono poi i miei sogni che si avverano» Cristiano Godano si è comunque voluto prendere una pausa dai Marlene Kuntz con cui tornerà presto insieme per un nuovo album di prossima uscita.
Da venerdì 26 giugno è in radio “Com’è possibile”, il nuovo singolo estratto dall’album, un brano che mette l’umanità sul banco degli imputati, citando Bob Dylan; il relativo video si avvale di immagini di sommosse e catastrofi naturali, per delineare “la bestia” che abita l’uomo, chiudendosi con un riferimento alle recenti proteste in nome di George Floyd (“I can’t breathe”) che diventa paradigmatico di una convivenza sempre più complicata dell’uomo con il pianeta terra. «Il testo è più vicino all’approccio country, con della inquietudine, non esplicativo ma suggestivo – ha osservato – La politica nega da più parti tutto ciò e le parole di Dylan sono arrivate lasciando aperte a qualsiasi suggestione con l’aggancio alla canzone di quell’epoca». Il disco è stato registrato un anno fa e doveva uscire a marzo. «Non ho sentito il bisogno di modificare nulla da allora poiché queste canzoni non parlano del virus ma descrivono uno stato d’animo di ciò che ci circonda – ha affermato – È un disco talmente intimo che spero possa emanare situazioni bucoliche e rispecchia il mio rapporto con la natura, tanto è vero che, quando posso, vado sulle montagne cuneesi che hanno una purezza, o almeno ho questa sensazione, questo tipo di stupore».
Il 2 luglio Cristiano Godano si esibirà in un mini live nel cortile della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo e approfondirà il nuovo album e temi di attualità con Nicola Ricciardi, direttore artistico delle OGR di Torino. Inoltre presenterà il suo libro “Nuotando nell’aria” il 16 luglio al Circolo dei Lettori di Novara. «Siamo tutti speranzosi di tornare presto a fare concerti con l’allentamento della tensione – ha riflettuto – Siamo vicini ed è una presa d’atto; la speranza è che non escono focolai nuovi perché sarebbe molto disastroso: è giustamente ragionevole sperare. I concerti con distanziamento sociale non sono con i veri musicisti».
Franco Gigante
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