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Fusione nucleare, l’Enea sceglie il Lazio

di | 2018-04-07T12:04:15+02:00 8-4-2018 6:15|Attualità, Sezione 3|0 Commenti

FRASCATI (Roma) – Sarà Frascati a ospitare il primo Divertor Tokamak Test facility (DTT), il centro di eccellenza internazionale per la ricerca sulla fusione nucleare. L’avvio dei lavori della DTT è atteso entro il 30 novembre di quest’anno, con la previsione di concluderli entro il 2025. Saranno coinvolte oltre 1500 persone di cui 500 direttamente e altre 1000 nell’indotto con un ritorno stimato di 2 miliardi di euro, a fronte di un investimento di circa 500 milioni di euro. I finanziamenti, sia pubblici che privati, vedono la partecipazione, fra gli altri, di Eurofusion, il consorzio europeo che gestisce le attività di ricerca sulla fusione per conto della Commissione europea (60 milioni di euro), il Miur (con 40 milioni), il Mise (40 milioni impegnati a partire dal 2019), la Repubblica popolare Cinese con 30 milioni, la Regione Lazio (25 milioni), l’Enea e i partner con 50 milioni cui si aggiunge un prestito Bei da 250 milioni di euro.

“E’ un momento di grande soddisfazione per tutti gli atenei del Lazio che collaboreranno a un grande unico e primo progetto che potrebbe creare occupazione per migliaia di persone”: questo il commento di Alessandro Ruggieri, presidente dei rettori del Lazio (Crul) e rettore dell’Università della Tuscia.

Il sito alle porte di Roma ha ottenuto il punteggio più alto tra nove candidate italiane, sulla base di requisiti tecnici, economici e ambientali, e dal prossimo autunno potrà ospitare il Divertor Tokamak Test facility. La commissione di valutazione dell’Agenzia per le nuove tecnologie ha posizionato dietro Frascati la Cittadella della ricerca di Brindisi e Manoppello, in provincia di Pescara. Per ottenere il Centro di eccellenza avevano presentato proposte anche la Campania (Capitolo San Matteo a Salerno), l’Emilia Romagna insieme alla Toscana (Centro Enea di Brasimone), la Liguria (con i due siti di La Spezia e Ferrania), il Piemonte (Casale Monferrato) e il Veneto (Marghera).

C’è soddisfazione in tutti gli atenei laziali che hanno condiviso il progetto. Era stato proprio il presidente del Crul a inviare al presidente della Regione Lazio, Zingaretti, una lettera firmata da tutti i rettori degli atenei statali del Lazio, in cui si sosteneva il progetto. “La realizzazione di questo dispositivo – si dice tra l’altro nella lettera – può mettere a disposizione della comunità internazionale uno strumento essenziale per lo sviluppo di tecnologie innovative dedicate allo smaltimento degli elevati flussi termici presenti nei processi da fusione, superiori a quelli sulla superficie solare, uno dei principali problemi aperti verso la realizzazione di DEMO, primo reattore finalizzato alla produzione di energia da fusione, previsto per il 2050, che per le sue caratteristiche di sicurezza, compatibilità ambientale e indefinita durata del combustibile, raccoglie i principali sforzi di ricerca applicata nel settore delle nuove energie per l’orizzonte temporale di medio periodo”.

 

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