ROMA – Una cosa è certa, con il passare degli anni è cresciuta l’attenzione verso la salvaguardia dell’ambiente e tutto ciò che ad esso è collegato. Non ultimo il risparmio inteso come alternativa allo spreco, sia quello energetico che quello che ci fa evitare di spendere quando invece si può risparmiare. Sarà pure colpa (o merito?) del Covid 19, più conosciuto come Coronavirus, che ci ha costretti a riflessioni profonde e probabilmente nell’immediato futuro ci imporrà cambiamenti radicali del nostro tenore di vita. La Natura va rispettata, altrimenti ci presenterà un conto che non potremo pagare ma a farci meditare è anche un vivere quotidiano che deve assolutamente essere rivisto. Per molti adesso il motto è “basta spese inutili, basta sprechi”. Certo tali intenzioni non appaiono evidenti quando si guarda a ciò che accade negli ipermercati, nei centri commerciali, eppure già da qualche anno iniziative finalizzate al recupero e al riciclo – quello che oggi i tecnici chiamano economia circolare – stanno avendo grande successo.
Tanto per fare un esempio parliamo di abbigliamento adesso che siamo proprio nel periodo del cambio stagionale del guardaroba. È proprio in questi giorni che si scopre quanto superfluo troviamo nei cassetti e negli armadi, quanti capi d’abbigliamento non utilizziamo più per varie ragioni ma che comunque sono ancora in ottimo stato. E da qui pochi anni fa è nata l’idea di Armadio Verde, la prima community on-line nata per lo scambio di vestiti, sia per bambini che per adulti fondata da Eleonora Dellera e David Erba. Un’idea partita proprio dalla constatazione di una loro realtà familiare.
Un modo assai semplice e sostenibile che consiste nello scambio di abiti. È ovvio che l’abbigliamento, scarpe comprese, devono essere in buono stato e lavati. Esperti del settore di Armadio Verde poi controllano e verificano le condizioni degli abiti ricevuti, per ogni vestito approvato viene creata la scheda del prodotto contenente informazioni sulla marca, taglia, misure, la composizione. Il pezzo quindi viene fotografato e pubblicato online. Il cliente che lo ha inviato guadagna subito il corrispondente credito in stelline (la moneta di scambio sulla piattaforma). Con le stelline ottenute il cliente acquista altri vestiti aggiungendo solo pochi euro a capo. La scelta di un nuovo vestito avviene direttamente on-line sul sito di Armadio Verde, all’interno di un catalogo quotidianamente aggiornato con centinaia di articoli. I vestiti che per diverse ragioni non possono essere pubblicati sulla piattaforma on-line (che equivalgono a varie centinaia di capi al giorno) vengono donati da Armadio Verde a onlus certificate che li distribuiscono a bambini bisognosi, a meno che il cliente non ne richieda la restituzione a casa.
Un’economia collaborativa in grande ascesa, 9.000 i capi scambiati dalla piattaforma nel 2015, nel 2017 sono stati più di 100.000 il totale tra i vestiti ricevuti e quelli spediti, più di 500.000 nel 2019. L’idea è innovativa e si inserisce molto bene in un contesto di economia circolare che favorisce l’allungamento del ciclo di vita degli abiti e riduce in questo modo la produzione di rifiuti e di nuova materia. E il risparmio è assicurato. I benefici ambientali si concretizzano principalmente sulle quantità di risorse risparmiate ed in particolare basta dire che nel 2019 sono state eliminate ben 44 tonnellate di rifiuti tessili. A questi benefici ambientali si aggiungono anche quelli derivanti dai vestiti non riutilizzabili per piccoli difetti ma assolutamente ancora indossabili che vengono devoluti in beneficenza.
Lotta allo spreco, una politica volta al riuso e al risparmio per centinaia di famiglie, l’azienda sta puntando ad un’espansione all’estero. Una piattaforma green, nata da menti italiane, modello economico virtuoso che punta all’Europa.
Gianni Tassi
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