NAPOLI – Di fronte ai tanti richiami che il Papa sta facendo in questo periodo c’è da porsi qualche domanda, quantomeno una richiesta di “tra-duzione” nel reale. Altrimenti si corre il rischio di lasciare certi giudizi nel vuoto o meglio nel preconcetto di un’astrazione religiosa che non è (né perché è astratta, né perché è religiosa). La concretezza del vivere reale fatto di rapporti (il cristianesimo diceva Don Giussani e lo ha ribadito fortemente anche il Papa, è un incontro non è una dottrina o un insieme di regole da seguire) porta inesorabilmente a porsi delle domande sulla densità del proprio essere.
“Dio perdona e purifica da ogni iniquità”, osserva Francesco richiamandoci alla concretezza, alla verità che non possiamo camminare nella luce ed essere nelle tenebre. Peggio è camminare nel grigio, perché ti fa credere che cammini nella luce e questo ti tranquillizza. Il grigio è molto traditore. Il contrario è la concretezza di riconoscere i propri peccati. La verità è concreta, le bugie sono eteree. La concretezza ci porta all’umiltà. Bisogna dare il nome ai peccati. Se siamo astratti nel riconoscerli, siamo generici, finiamo nelle tenebre cioè nella vacuità dell’essere. “E’ importante – afferma il Papa – avere la libertà di dire le cose come sono, avere la saggezza della concretezza, perché il diavolo vuole che noi viviamo nel grigio, né bianco né nero. Al Signore non piacciono i tiepidi”. Ma anche a noi…
Papa Francesco ha affrontato in questi giorni anche la bestialità di partire dalle false testimonianze per “fare giustizia”: notizie false, calunnie, che riscaldano il popolo. Un vero linciaggio. E il grigio avanza. “A volte capita anche oggi a qualche politico che si vuole far fuori prima delle elezioni. Così hanno fatto con Stefano, usando un popolo che è stato ingannato. Accade così coi martiri di oggi, come Asia Bibi, per tanti anni in carcere, giudicata da una calunnia. Davanti alla valanga di notizie false che creano opinione, talvolta non si può fare nulla. E non bisogna neanche andare troppo lontano ma osservare il nostro vivere quotidiano”. Il piccolo linciaggio quotidiano che cerca di condannare la gente, di creare una cattiva fama, il piccolo linciaggio quotidiano del chiacchiericcio (anche nostro) che crea opinioni per condannare le persone. La verità invece è chiara e trasparente, è la testimonianza del vero, di ciò in cui si crede. Pensiamo alla nostra lingua: tante volte coi nostri commenti iniziamo un linciaggio del genere.
Ma allora, soprattutto in questo periodo di “reclusione forzata”, come sollecitarsi a vivere meglio? Evitando il problema, in fondo, e non porsi certe domande o limitare il proprio vivere a riempire la giornata di questioni effimere o anche importanti che siano? Comunque a riempire un vuoto oppure rischiare una ri-educazione considerando una realtà che non aiuta a risollevarsi? Come combattere il grigio? “A rischio oggi sono proprio l’uomo, la sua ragione, la sua libertà inclusa la libertà di avere una ragione critica. Il pericolo più grave non è neanche la distruzione dei popoli, l’uccisione, l’assassinio, ma il tentativo da parte del potere di distruggere l’umano. E l’essenza dell’umano è la libertà, cioè il rapporto con l’infinito” (don Luigi Giussani).
“Occorre riguadagnare i fondamenti… Partire dal cuore dell’uomo – osserva J. Carron in ‘La bellezza disarmata’ – . Questa è l’urgenza più grande che abbiamo”.
Innocenzo Calzone
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