Le belle giornate di sole, la temperatura che si fa più mite, il profumo del glicine, le date sul calendario che ti riportano all’estate ormai dietro l’angolo. Le festività pasquali arrivano per annunciare il periodo più spensierato dell’anno e per gli studenti, ieri come oggi, annunciano l’avvicinarsi della fine del periodo scolastico e le sospirate vacanze.
A Civitavecchia c’è un qualcosa in più che da oltre un secolo e mezzo annuncia l’arrivo della Pasqua e quindi della primavera. E’ l’odore inconfondibile e immancabile che già da una quindicina di giorni prima della Domenica delle Palme inizia ad aleggiare per le strade della città. Un odore che i civitavecchiesi conoscono bene e che risuona come un inno. E’ quello della Pizza di Pasqua, una pizza particolare e buonissima che solo a Civitavecchia sanno fare.
Quando mi capita di apprezzarne l’intensità – non tutti gli anni mi riesce di essere lì nei giorni che precedono la Pasqua – ritornano alla mente i ricordi della mia giovinezza, l’emozione di una festa che per noi ragazzi aveva un significato in più: le vacanze estive ormai vicine, il sole, il mare e le romantiche serate con la fidanzatina del momento ad ammirare splendidi tramonti. Soprattutto nelle strade della città vecchia era (e spero lo sia ancora) l’aroma intenso e magico della Pizza di Pasqua a renderti felice.
Ma cosa ha di speciale? Per i più curiosi ecco gli ingredienti: zucchero, pasta di pane, cannella, burro, lievito di birra, anice, ricotta, farina, uova, alchermes, latte, vermouth, un pizzico di sale.
E la preparazione: mettere a bagno per 12 ore circa l’anice nel vermouth, amalgamare la ricotta con la pasta del pane, sciogliere il lievito di birra con il latte e unirlo alla pasta. Mettere la farina a fontana sulla tavola e porre I’impasto al centro della fontana. Battere le uova con lo zucchero; sciogliere il burro a bagnomaria e unire il tutto, compresi gli altri ingredienti, al suddetto impasto. Lavorare con molta energia fino al completo raccoglimento di tutta la farina. Lasciar riposare la pasta per circa 2 ore, quindi tagliarla in pezzi e metterla nei testi. Coprire i testi e lasciar lievitare in un posto ben caldo per circa 24 ore. Trascorso questo tempo, pennellare la superficie della pizza con un uovo sbattuto e infornare nel forno caldo, circa 220 gradi, per un’ora. Mi raccomando la lievitazione. Per le nonne civitavecchiesi quello e il momento più importante.
Ma il vero sapore della pizza civitavecchiese sta proprio nella tradizione, nel ricordo dei nostri avi, delle mani sapienti delle donne, del porto, del lavoro dei nostri padri e dei nostri nonni che hanno ricostruito una città ridotta in macerie dai bombardamenti dell’ultima guerra.
Insomma la Pizza di Pasqua di Civitavecchia è bona, c’ha tanti ingredienti e qualcosa in più: “E quanno la magnamo a colazzione pe’ Pasqua assieme a li nostri famijari ce s’empie er core de soddisfazione”.
N.B. La Pizza di Pasqua di Civitavecchia nella foto di copertina e in basso a destra. A sinistra la festa di Santa Fermina, patrona della città.
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