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Gli affetti cambieranno le nostre vite stravolte

di | 2020-04-12T07:03:48+02:00 12-4-2020 6:35|Attualità, Sezione 8|0 Commenti

RIETI – L’emergenza sanitaria legata al coronavirus ha stravolto il mondo intero e le abitudini di tutti. Per scelta o per obbligo, costretti rimanere a casa. Costretti a rallentare e rivedere le nostre quotidianità. La normalità, per come la conoscevamo, è momentaneamente scomparsa. Una cena in compagnia, incontri con gli amici, con le famiglie, un week end fuori: niente di tutto questo è più possibile e persino i gesti che davamo per scontati non lo sono più. Questi gesti hanno acquisito un nuovo significato e nuove regole. Quando tutto sarà terminato, perché finirà, cosa resterà del mondo che abbiamo imparato a conoscere? Sarà davvero possibile tornare alla normalità? Sarà possibile tornare a stare insieme in contesti collettivi come lo era fino ad un mese fa?

Noi siamo animali sociali e come tali vediamo naturale ritrovarsi in contesti per socializzare e per unirsi, e sicuramente troveremo delle forme per poter continuare a farlo ma abbiamo acquisito che tutte queste possibilità non possono più essere date per scontate. In questi mesi, a causa dell’emergenza, tutti noi abbiamo avuto modo di conoscere ed usare la tecnologia di massa, che ha consentito azioni che prima erano esclusivamente svolte in “presenza”, ma, nonostante ciò, rimane il desiderio di toccare e di vivere un’esperienza fisica. Per cui io credo che ognuno di noi si chieda quale sarà l’impatto di questa pandemia sulle nostre vite: ci sarà la paura di tornare alla vita di prima o ci sarà un’esplosione di voglia di normalità, come dopo la fine di una guerra? Se una pandemia, poi, somigli alla guerra, non si sa, perché quando finisce una guerra, è finita davvero, mentre una pandemia può avere, forse, un ritorno. E questo pensiero potrebbe davvero mettere a rischio il rapido ritorno alla normalità.

Ma poi, di quale normalità stiamo parlando? Oltre alle nostre abitudini, al nostro bisogno di socialità, ci sono altri aspetti della vita quotidiana che potrebbero subire dei cambiamenti. Pensiamo ai luoghi di aggregazione come i ristoranti, per esempio, l’andare al teatro, al cinema, i modi per divagarsi o per lavorare che ad oggi hanno subito un stop forzato e un cambiamento non indifferente (servizi a domicilio, teleconferenze di lavoro, scuola a distanza…) e tutto questo potrebbe creare un cambiamento davvero radicale. Se si arriverà a non poter più andare in luoghi affollati non sarà facile reinventare incontri ed attività in genere e si rischia anche di dover riadattare il tutto alle nuove esigenze, cosa che forse potrebbe penalizzare qualche fascia della popolazione viste le grandi restrizioni anche per quanto concerne il mondo del lavoro. Purtroppo in questa situazione moltissime sono le persone che hanno subìto la perdita del proprio lavoro o quantomeno un notevole ridimensionamento, e questo non ha fatto altro che aggravare il già precario stato del mondo del lavoro. Molte le famiglie che in questo periodo, visto il perdurare delle restrizioni, stanno vivendo momenti di gravi difficoltà e questa situazione, aggiunta alle numerose perdite umane, rende ancora più insopportabile il sacrificio che si sta affrontando.

Quando pian piano saremo chiamati a riprendere le nostre quotidianità, cosa accadrà? Penso che sarà davvero difficile ritornare ad una vera “normalità”. Pur sforzandoci di essere razionali, ci siamo affidati alla logica, ma, come esseri umani siamo profondamente “psi-logici” per cui sono le emozioni che giocano un ruolo fondamentale sui nostri comportamenti e dunque non sappiamo come affronteremo la ritrovata presunta normalità, visto lo scenario che ci ha accompagnato in questi mesi che ha stravolto le nostre scelte già pianificate, i nostri punti fermi, i nostri riferimenti affettivi.

Stefania Saccone

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