Innovazione in nome della tutela dell’ambiente. E’ quanto proposto da Maker Faire Rome 2019, il più grande evento al mondo in quanto a sostenibilità svoltosi alla Fiera di Roma dal 18 al 20 ottobre. Un intero padiglione, il Re-Think, dove tecnici e ricercatori del settore – tra cui fa piacere segnalare la presenza di molti giovani – hanno messo in mostra le loro idee e le loro realizzazioni in materia di bioeconomy: economia circolare, energia, cibo e agricoltura. L’intero evento pensa ecologico, da quest’anno infatti Maker Faire Rome è carbon neutral: controllo delle emissioni, impianti di alberi in Guatemala a compensazione del CO2, uso di energia elettrica interamente rinnovabile e riduzione della plastica monouso, oltre all’installazione di isole ecologiche con contenitori per la differenziata. A esporre i loro progetti società di importanza internazionale ma anche moltissimi giovani artisti e makers arrivati da ogni parte del globo. Segno evidente che la cosiddetta green economy – più italianamente economia verde – si sta affermando non soltanto come filosofia di vita ma anche quale possibilità di sviluppo e di occupazione.
Grande e interessante lo stand dell’Eni (600 metri quadri) che ha puntato la sua presenza sui nuovi progetti che l’azienda sta sperimentando per produrre energia pulita con l’acqua, anche in ottica di economia circolare: il mood The Blue Loop.
Oltre a questo le vasche di coltura idroponica come esempio di coltivazione alternativa e virtuosa e attività di laboratorio alle quali partecipano molti giovanissimi, sempre nel segno della sostenibilità.
Quattro i progetti che l’Eni sta attuando per trarre energia pulita dal mare: Iswec, tecnologia italiana in grado di trasformare le onde in energia economicamente ed ecologicamente sostenibile; Power Buoy, tecnologia per la produzione dell’energia da onde in grado di aumentare l’eccellenza operativa delle attività offshore; Place, primo esempio nazionale di conversione di una piattaforma in un sistema di acquacultura integrata, in un’ottica di economia circolare a supporto di uno sviluppo sostenibile del mare; Biofissazione Intensificata della CO2, che riproduce il processo naturale della fotosintesi clorofilliana per la produzione di bio-olio utilizzando solamente microalghe, CO2 e luce solare.
Maker Faire Rome 2019 è stato il palcoscenico che ha consentito a tanti ragazzi di mostrare talento e illustrare il proprio ingegno. Degni di nota due progetti presentati da ragazzi under 18. Il primo si chiama Barbalbero e a illustrarlo sono stati Matteo e Lorenzo (nella foto in basso), alunni dell’IIS Gae Aulenti di Biella che hanno realizzato il prototipo nel 2018. “Il nostro robot, dotato di intelligenza artificiale – hanno evidenziato – è completamente autonomo, in grado dunque di interagire con gli umani. Il suo scopo è quello di controllare a distanza le necessità delle piante e di proteggerle dagli animali che risultano dannosi senza conseguenze per questi ultimi, utilizzando solo ultrasuoni e i versi dei predatori”.
Un altro prototipo ecologico innovativo è di quattro giovanissimi vincitori delle Olimpiadi di robotica 2019: Giorgio Bernardini, Alberto Conte, Luca De Ponti e Tommaso Pavletic, studenti dell’Istituto superiore Liceti di Rapallo (Genova). Hydrocarbot è un robot, alimentato a pannelli solari, che permette di assorbire gli idrocarburi dall’acqua attraverso una speciale spugna fornita dall’Istituto italiano di Tecnologia. Il robot si poggia su due tubi galleggianti in pvc e può essere direzionato tramite un controllo remoto. “L’idea – spiegano – è nata dopo che nell’ottobre del 2018 una violenta mareggiata distrusse il porto di Rapallo con il conseguente sversamento di carburante delle navi in mare e che ancora oggi non è stato raccolto”.
Ma anche altri i progetti in fiera degni di nota. Tra questi AgriBioM, start-up nata nel 2018, vincitrice della prima edizione del premio Circular Economy Network, un bio spray pacciamante realizzato interamente da scarti agro industriali, una reale alternativa alle plastiche usate in agricoltura che finiscono per danneggiare l’ambiente, un prodotto già utilizzato sia in Italia che all’estero.
Molto interessante l’essiccatore smart per pasta alimentare a energia solare studiato da Crea (Consiglio per l’agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) che utilizza la fonte rinnovabile ed è gestito da un software esterno che controlla temperatura e umidità del prodotto.
La plastica, il suo riutilizzo e la sua sostituzione sono uno dei temi centrali di questa epoca. Enea nel Centro ricerche di Brindisi ha realizzato un packaging completamente biodegradabile partendo dagli scarti caseari. Il progetto si chiama Biocosì e potrebbe diventare una reale alternativa agli imballaggi alimentari in polistirolo.
Insomma la scienza, l’economia e le stesse industrie hanno cominciato a pensare e ad agire tenendo presente la tutela dell’ambiente e lo sviluppo sostenibile e dà fiducia vedere che in questi progetti innovativi i giovani camminano in prima fila.
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