//Il lavoro? Non c’è. O è saltuario e malpagato

Il lavoro? Non c’è. O è saltuario e malpagato

di | 2019-10-06T09:26:26+02:00 6-10-2019 6:43|Punto e Virgola|0 Commenti

Bisogna essere chiari: la questione del lavoro è centrale in Italia e finora tutti i governi che si sono succeduti nel corso degli ultimi 15-20 anni (di ogni colore, senza esclusione alcuna) hanno chiacchierato e promesso molto, ma con risultati che definire scadenti è solo un cortese eufemismo. Periodicamente vengono rese note statistiche spesso positive che segnalano il calo della disoccupazione e l’aumento di coloro che hanno trovato occupazione: nulla da eccepire, però nella pratica quotidiana ci si rende conto che molto spesso si tratta di lavoro precario o a termine o decisamente sottopagato. Nulla di paragonabile a qualcosa di solido e proiettato nel tempo che consenta di progettare il futuro, soprattutto dei giovani. Per non parlare di coloro che vengono licenziati a 40-50 anni: le possibilità di ricollocazione sono praticamente nulle. 

Insomma, i fatti dicono che la realtà vera è molto più scabrosa e complicata di quanto vogliano farci credere i numeri freddi e asettici. Chi non ha un lavoro, fa una fatica enorme a trovarlo; e chi per una ragione qualsiasi lo perde, ha chance limitatissime di trovarne un altro.  Le alternative concrete sono rappresentate da occupazioni saltuarie e malpagate: senza ferie, senza malattia, senza contributi. Tutto aleatorio e sconveniente, soprattutto per chi ha studiato. Anni sui libri, sacrifici, spese alla fine possono produrre lavori occasionali da pochi euro l’ora. Deprimente, alienante… Alla resa dei conti o si accetta o si cercano alternative all’estero, con tutti gli annessi e i connessi del caso.

Tanto per non andare troppo lontano, basta dare un’occhiata al settore editoriale, cioè quello che chi scrive conosce meglio. Oggi pensare di fare il giornalista è utopia pura. Le assunzioni sono ridotte al minimo, anzi le aziende (tutte, dalle più piccole alle più importanti) hanno nel corso degli ultimi 10 anni fatto massicciamente ricorso ai prepensionamenti. Ma a fronte di 10 giornalisti prepensionati, sì e no si è registrata una nuova assunzione. Oltre a negare l’accesso alla professione a tanti giovani pure dotati, c’è da aggiungere un’altra seria conseguenza: i conti dell’Inpgi (l’istituto di previdenza dei giornalisti) sono in rosso profondissimo: pochissimi contributi da incassare, molte nuove pensioni da erogare. Tanto che per salvare l’ente, l’unica soluzione è la confluenza nell’Inps.

Ogni tanto però c’è una buona notizia. Adesso è disponibile anche in Italia Glassdoor, sito californiano specializzato nella ricerca di lavoro. Qual è la novità? Sono disponibili i giudizi e i pareri (tutti rigorosamente anonimi) di dipendenti ed ex dipendenti delle aziende che offrono occupazione. In sostanza, ci si trova nella condizione di chi deve selezionare e valutare un albergo o un ristorante: qui invece si possono leggere recensioni sul datore e sull’ambiente di lavoro. La piattaforma fornisce milioni di offerte in tutto il mondo e in più dà informazioni sulle retribuzioni e sui colloqui.

Lo slogan di Glassdoor è “trova il lavoro perfetto per te”:  i visitatori unici mensili sono circa 67 milioni e sono disponibili siti in 20 mercati mondiali. L’accesso è gratuito sulla base del modello “dare-avere” informazioni: si possono leggere, ma anche scrivere recensioni. Naturalmente, sulla piattaforma è possibile personalizzare le ricerche di lavoro in base a titolo, posizione, distanza, settore, dimensioni e valutazioni dell’azienda. Chissà che non possa funzionare meglio…

Buona domenica.

 

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