NAPOLI – Domenico Napolitano, Ludovica Carpino e Monica Colucci (come tanti) sono uomini e donne che hanno una propria vita, ma che hanno scelto una professione che la mettono a rischio. Sono i buoni in divisa che scelgono di stare dalla parte della legge, della legalità a salvaguardia della comunità. Tutti e tre indossano una divisa, diversa per ordine, con orgoglio e professionalità a servizio della cittadinanza. Indagano sul male contro ogni tipo di violenza cercando di arginarlo e ci tengono a sottolineare che agiscono soprattutto sulla prevenzione al crimine. Nei giorni scorsi, incontrano i ragazzi del master “Esperto in educazione motoria e sportiva per l’inclusione sociale e la prevenzione al crimine” della professoressa Marisa Iavarone che per le sue vicende personali ha sperimentato sulla sua pelle, a discapito del figlio, un’efferata e immotivata violenza, ma da subito ha creduto e si è affidata alle nostre forze dell’ordine; un ordine che non dovrebbe mai essere “forzato” ma dovrebbe scaturire da una necessaria propensione al bene comune. Un seminario sul lavoro delle forze dell’ordine a contrasto della criminalità e della violenza: dall’indagine all’accompagnamento di denuncia.
Guardia di finanza, Polizia e Carabinieri in rete sinergica contro il malaffare, il crimine, contro la violenza, in una città difficile come Napoli ma anche in ogni grande città dove il controllo e la prevenzione sono più difficili per il numero sbilanciato tra addetti alla legalità e densità di popolazione. Il nostro è un Paese difficile, garantista per tradizione che spesso rende paradossali e paralizza le possibilità di contrasto al crimine. Per esempio, è recente la possibilità di arresto se colti in flagranza di reato, recenti sono le misure di cautela verso l’anello debole nei contesti familiari dove sovrasta un “amore” malato. Le donne spesso non sono consapevoli della violenza subita e perpetrata per anni come puntualizza il maresciallo Monica Colucci. Difficile la prevenzione e la protezione nella violenza di genere se manca la denuncia della vittima, ma anche le segnalazioni dei cittadini che guardano senza vedere, che sanno ma sono indifferenti.
C’è ancora tanta diffidenza verso chi indossa una divisa che invece dovrebbe essere porto sicuro a garanzia della salvaguardia di ognuno di noi. Manca ancora una cultura per una cittadinanza attiva da parte di tutti gli attori sociali a cominciare dalla scuola, dai più piccoli che dai primi anni sono quelli che mandano segnali di un malessere vissuto. Così racconta il vicequestore Carpino riferendosi agli ultimi fenomeni in crescita in città che vede nelle cosiddette baby gang (giovani bande armate, in realtà) il vertiginoso abbassamento dell’età dei ragazzi dediti al crimine speso senza neanche un valido motivo se non la noia ed un significativo vuoto educativo e affettivo.
Grandi professionisti investigativi che si sono tecnologicamente adeguati ai tempi e che svolgono opere di prevenzione attraverso i social e i legami familiari tanto da individuare in tempi brevi i responsabili anche negli ultimi efferati crimini commessi in città. I successi investigativi non fanno notizia e la percezione del cittadino è quella di una perdita del controllo di un territorio e l’assenza dello Stato che lascia in angoscia. E pure loro ci sono sempre e in prima linea e combattono anche contro una mancanza di fiducia da parte del cittadino perbene che non è collaborativo, non denuncia. Il 112 numero univoco per chiedere un intervento, Youpol la nuova app per segnalare in modo immediato anche attraverso l’invio di una foto di un evento sospetto in corso. Un linguaggio moderno adatto anche ai più giovani che possono allarmare sugli atti di bullismo sempre più frequenti. Il crimine cambia le mafie, differenti per caratterizzazioni locali, che si globalizzano e seguono il loro unico credo: fare soldi in qualsiasi modo possibile, dall’estorsione al traffico di droga.
Il colonnello Napolitano, napoletano di origine, registra in ottimistica visione un cambio di mentalità di una rete di persone oneste, ma mai abbassare la guardia: la camorra può essere sconfitta, ma è ancora forte in una organizzazione orizzontale difficile da accerchiare. Oggi si falsifica denaro con app sofisticate su carta della zecca e si allarga la falsificazione spostandola in paesi come la Turchia. La rete del crimine è vasta e il fiancheggiamento anche inconsapevole, verso queste reti paralleli illegali è purtroppo diffuso nella fascia grigia di un’Italia che invece dovrebbe fare scelte nette e contrastare il guadagno di organizzazioni illegali.
Sulla scrivania dell’aula magna della Parthenope i tre berretti in fila dei tre oratori speciali che con ostinazione e quotidiano impegno, nonostante le innumerevoli difficoltà, portano avanti la bandiera dei buoni sui cattivi nella speranza della vittoria dei primi. Per loro è doveroso tifare.
Angela Ristaldo
Nella foto di copertina, i partecipanti al seminario
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